Democrazia partecipativa col web, la proposta di un’associazione

A Mirabella l’associazione ‘Piazza 3.0’ ha organizzato un incontro nelle piazze Vespri e Aldo Moro per parlare di una nuova forma di democrazia partecipativa attraverso l’uso delle nuove tecnologie. Per saperne di più abbiamo incontrato il portavoce che ci ha parlato della sua proposta.

Sono Egidio Romano, informatico di 36 anni di Piazza Armerina e mi occupo di sicurezza informatica. Un pò per deformazione professionale, un pò perchè sono un sognatore, sono estremamente convinto che la rete internet e le nuove tecnologie che si stanno sviluppando negli ultimi anni possano essere utilizzate come strumento di emancipazione per ‘liberare’ l’uomo e ridargli la parola, il vero potere al popolo.

Perchè il nome Piazza 3.0 ?

Perchè ci piacerebbe utilizzare le tecnologie web 3.0 per implementare un sistema di voto online a prova di manomissione (oggi se propongo di votare usando le vecchie tecnologie nessuno può garantire la sicurezza).

C’è un riferimento a Casaleggio e alla vecchia piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle ?

A livello nazionale sì, noi vorremmo fare vagamente la stessa cosa ma a livello locale, una piattaforma che si occupa di cercare di raccogliere queste comunità online suddivise per ogni comune, quindi Piazza Armerina, Mirabella e altri del territorio propongono argomenti da discutere…

Ma non esistono già i siti istituzionali dei comuni ?

I cittadini possono consultarli ma partecipare attivamente è un’altro paio di maniche…parlo di una forma di democrazia condivisiva, una democrazia a prova di click (click democracy) dove ognuno è libero di proporre un argomento, soprattutto votare argomenti proposti…ci piace vederlo come una specie di canale di collegamento, una piazza virtuale a tutti gli effetti, ispirandoci all’agora degli antichi greci.

Da dove viene questa esigenza ?

Credo che ci sia qualcosa di profondamente marcio in questa società e in questo sistema politico, non mi sta bene il fatto che qualcuno che io non abbia neanche vagamente eletto o votato debba prendere decisioni al posto mio…io da solo non sono nessuno ma se ci uniamo…

Ma qualcuno potrebbe obiettare che esistono i partiti politici per fare questo percorso di cittadinanza attiva all’interno delle pubbliche istituzioni…voi pensate che tutta la riflessione sulla gestione della cosa pubblica debba nascere da un confronto anche virtuale tra i cittadini ? Come si crea questa condizione ?

Noi non vogliamo cadere proprio in quella trappola, non vogliamo diventare nè partito nè movimento ma attivare un dibattito pubblico tra cittadini eguali.  Non è detto che si debba fare attraverso un sito internet, noi lo definiamo esperimento sociale perchè non si può sapere come finisce. Ci piace sperimentare quest’idea per vedere se può funzionare da qualche parte.

Quando siete nati, quanti siete e cosa avete fatto ?

Esattamente un anno fa, siamo una quarantina di persone di varie età (dai 20 ai 60) riunite in un’associazione. Durante l’inverno siamo stati in standby ma in estate siamo più attivi…abbiamo cercato un dialogo con l’amministrazione comunale locale ma senza risultati…non miriamo a rimpiazzare l’attuale sistema politico ma desideriamo integrarlo con un nuovo sistema di partecipazione, noi non ci arrendiamo e siamo pronti a dialogare con altre amministrazioni.

Per sensibilizzare i cittadini al vostro messaggio pensate che si debba partire dalla democrazia elettronica ? Dal punto di vista pratico come potrebbe esplicitarsi ?

La base elettronica diventa indispensabile per abbattere certi limiti che la democrazia fisica e reale non ammette. Per esempio supponiamo tanti referendum continui per interpellare l’opinione popolare, un dialogo e una messa ai voti continuo, perchè un voto a portata di click non ha nessun costo rispetto all’attuale sistema, un modo anche per andare incontro all’esigenza espressa dai rappresentanti istituzionali…abbiamo contattato diversi sindaci dei comuni visitati in questi giorni (Piazza Armerina, Valguarnera, Aidone, Raddusa, Mirabella).

Anche a livello di norme ci sono degli strumenti che potrebbero permettere ai cittadini di raggiungere forme di autogoverno ma non si conoscono e ci si rassegna al fatto di qualcuno che ci deve rappresentare e prende le decisioni per noi e fanno tutto di testa loro (sino a 25 anni i partiti mi sembravano squadre di calcio che si combattono sul campo)…giovani e meno giovani non vengono ascoltati, la considerazione dipende da chi sei e non da quanti anni hai. A noi questa cosa non sta bene, anche i primi due articoli della Costituzione dicono che tutti devono essere uguali di fronte alla legge, ma è davvero così ?

Avete trovato dei riscontri ?

Sì e no, la gente si incuriosisce e ad Aidone abbiamo trovato un bell’ambiente con ragazzi molto giovani che si sono avvicinati e si sono iscritti. L’iscrizione costa un euro l’anno e questa quota minima serve a finanziare l’associazione (https://piazzatrepuntozero.it/) che ha una sede virtuale e stiamo pensando a un’applicazione mobile. Vorremmo coinvolgere tutti i cittadini senza escludere nessuno.

Questa idea nasce da tue esperienze ?

Dopo la laurea ho vissuto per un anno a Copenaghen occupandomi per un’azienda danese di sicurezza informatica e lì ho visto un mondo un pò più civico, più evoluto e più aperto rispetto al nostro, dal punto di vista dei rapporti umani, del rispetto dell’ambiente. Mi sembrava un altro mondo e ritornando in Sicilia mi sono chiesto perchè abbiamo una mentalità così radicata che non si può cambiare ? Feci un’esperienza lavorativa anche a Londra e ciò ha rafforzato la mia idea di mettere radici nel mio paese e cambiarlo in positivo, portando qualcosa di innovativo.

Hai dei riferimenti a livello nazionale ? Qual è il vostro scopo ?

In Italia esperimenti simili sono stati fatti … lo scopo finale è quello di raggiungere una forma di autogoverno dei cittadini, cosa che non può succedere dall’oggi al domani. Qualcosa si può cambiare cercando di infiltrare questa mentalità nel tessuto culturale dei giovani, in futuro si potrebbe anche pensare di eliminare il concetto di mestiere da politico, non è giusto che il politico venga retribuito perchè partecipare è un dovere/diritto per i cittadini.

Pensate di fare delle tappe nel Calatino ?

Perchè no, vorremmo ascoltare le idee dei cittadini dando loro carta bianca perchè crediamo nel loro buonsenso.

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