Santo Lionti, classe 1952, nato a San Michele di Ganzaria, richiamato dalla nostalgia per la propria terra, fa per la seconda volta tappa nel paese natio per immortalare con qualche scatto il quartiere dove ha trascorso la sua infanzia e adolescenza. Abitante in via Rocco Giandinoto n.8, nel quartiere storico del Carmine, Santo nel 1968 emigra in Svizzera a Rheinfelden, per trovare lavoro. Operaio specializzato nel settore dell’edilizia, da qualche anno in pensione, non perde occasione per far tappa in Italia e visitare, con la sua bici, le bellezze naturalistiche del nostro paese.
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Ha partecipato a diverse competizioni agonistiche come la Maratona delle Dolomiti, gara ciclistica classificata come Gran Fondo, che si corre nella zona delle Dolomiti, tra Trentino-Alto Adige e Veneto, ogni prima domenica di luglio di ogni anno ed è oggi la maggior manifestazione italiana di questo tipo o anche la Nove Colli, classica Gran Fondo a cui partecipano migliaia di ciclisti, sia atleti professionisti sia appassionati, provenienti da diverse parti del mondo, che si danno appuntamento lungo le strade dell`Appennino Romagnolo per una pedalata di 210 chilometri. Non è tanto l’agonismo che interessa a Santo Lionti, ma il cicloturismo.
Infatti, due anni fa, partendo in bici dalla Svizzera e imbarcatosi a Genova, ha fatto tappa a Palermo per pedalare per tutta la Sicilia e ammirare le bellezze della terra d’origine. Affascinato dalle isole, non ha perso tempo per visitare l’anno scorso la bellissima Sardegna. Quest’anno, pensando alle alte temperature climatiche di due anni fa, in sella alla sua bici parte da Catanzaro Lido per raggiungere l’amata Sicilia. Anche se le temperature climatiche non sono quelle che ricordava dopo l’ultima visita, varcando lo stretto di Messina sente subito gli odori e i sapori che ogni emigrato prova raggiungendo la propria terra. Dopo qualche giorno in giro per la Sicilia, fa tappa da noi, a San Michele di Ganzaria, immortalando alcuni angoli dove giocava nella sua infanzia facendo le guerre tra “Carmelitani” e “Matriciani” con spade e armature costruite in legno o giocando con i carretti costruiti con tavole, chiodi e cuscinetti. Chiacchierando per circa un’ora, mi chiede di volere salutare il carissimo amico Vito e mi racconta di voler acquistare, un giorno, una piccola casetta di villeggiatura in Sicilia per trascorrere qualche settimana con la famiglia. Da concittadino, oltre ad essere onorato di averlo conosciuto, non mi resta che augurargli di praticare questa passione per la bici il più possibile e di rivederlo presto nelle amate vie nel nostro paese.
In sella alla bici riparte alla volta di Piazza Armerina.