Da Strasburgo a Caltagirone: arriva la mostra “Testimoni di verità”, in ricordo dei giornalisti che l’hanno amata

Martedì 12 marzo 2024, a Strasburgo, a partire dalle 18.30 del pomeriggio, è stata inaugurata la mostra “Testimoni di verità”, curata dal giornalista e consigliere dell’Odg Sicilia Franco Nicastro.

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L’evento è stato realizzato dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia in collaborazione con l’ufficio del Parlamento europeo italiano, e la mostra è stata dedicata ai giornalisti uccisi dalla mafia. Fare il giornalista è un mestiere pericoloso, soprattutto quando si portano avanti delle idee sostenendole sino alla fine, anche a costo della vita. Tra i testimoni di verità, si ricordano Giuseppe Fava, Peppino Impastato, Giovanni Spampinato, Mauro Rossani e Cosimo Cristina, giornalisti che per amore della verità hanno perso la propria vita per mano della mafia.
All’inaugurazione è stata presente una delegazione dell’Ordine, composta dal presidente Roberto Gueli, dal vicepresidente Salvatore Li Castri e dal curatore della mostra Franco Nicastro, il quale ci ha concesso una breve intervista a riguardo.

Quando, come e perché è nata l’idea di organizzare questo evento?                                                                                                            Tutto nasce dall’esigenza di fare memoria di una pagina di storia importante, fondamentale. Abbiamo cercato di recuperare le vicende, le storie dei singoli giornalisti che sono stati uccisi, perché in realtà raccontano una storia collettiva, la storia del giornalismo siciliano che ha saputo dare una lezione di coraggio, di professionalità nel tempo e, soprattutto, di grande impegno civile. Personalmente credo che il giornalismo rappresentato da questi colleghi sia molto vicino al giornalismo etico di cui parlava Pippo Fava, e queste sono storie individuali che compongono una grande e bella storia collettiva. Questi colleghi abbiamo voluto chiamarli testimoni di verità perché hanno interpretato il giornalismo come uno strumento per raccontare la realtà dei fatti andando molto vicino alla verità, usando uno strumento essenziale del giornalismo che è la visione critica delle cose.

Cosa è secondo lei la verità? E come questa parola può essere legata al giornalismo?

La verità è una categoria assoluta, è la ricostruzione della realtà che viene fatta con gli strumenti propri del giornalismo che sono la visione critica, il controllo delle notizie, il rispetto delle persone. Insomma, tutti quei criteri che ci hanno lasciato i maestri del giornalismo. Inoltre, il giornalismo, secondo la visione etica di Pippo Fava,  rappresenta una forza essenziale della società, un pilastro della democrazia, e quindi è molto facile passare dal concetto di verità a quello di libertà di informazione su cui tanto oggi si discute. Oggi in modo particolare i giornalisti sono costretti a fare un percorso a ostacoli per fare il proprio mestiere. Una volta pagavano con la vita, mentre oggi vengono intimiditi con l’assedio del potere e le querele temerarie. Infine, c’è uno stretto collegamento tra la verità e la libertà di informazione; di fatto non esiste la verità senza la libertà. Questi colleghi ci hanno lasciato un grande patrimonio, un esempio di contrasto rispetto alla tendenza pericolosa di limitare gli spazi, l’autonomia e la libertà dei giornalisti, perché se il giornalismo non trova la libertà ha mancato il suo obiettivo fondamentale.

Ci sono altri eventi in programma?

L’ordine organizzerà sicuramente altri eventi, soprattutto nei rapporti con le scuole, perché riteniamo che sia utile cominciare proprio da queste istituzioni, luoghi dove si forma la coscienza e l’educazione delle persone. Questo di Strasburgo è stato un evento di una certa importanza. Sono rimasto molto sorpreso dall’interesse che la mostra ha suscitato nell’ambiente del Parlamento Europeo: all’inaugurazione c’erano tutti i deputati eletti in Sicilia e c’era anche molta gente interessata al tema della mostra. Non si ha perfetta cognizione di quanto grave sia stata la ferita che il giornalismo siciliano ha subito con queste morti atroci, per questo è importante far rimanere viva la memoria di questa gente, di giornalisti che sapevano di correre dei rischi ma che ci hanno messo la faccia.

Cosa significa per lei essere il curatore di questa mostra?

Semplicemente significa contribuire a una operazione di riscoperta di una verità possibile e soprattutto di un esercizio di memoria fondamentale e indispensabile, perché questa è la parte migliore del giornalismo, la storia migliore del giornalismo, non solo siciliano ma italiano, tenendo presente del valore di tutti i giornalisti che hanno perso la vita.

Cosa augura al giornalismo del domani? 

Auguro di cogliere la lezione di queste storie e di raccogliere l’eredità morale che questi colleghi ci lasciano.

 

Giorno 15 e 16 marzo, poi, Caltagirone ospiterà per la prima volta il Consiglio regionale dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, per l’evento dal titolo: “Caltagirone al centro dell’informazione” promosso dall’Aps Vox con il patrocinio del Comune di Caltagirone, in collaborazione con l’Associazione ceramisti di Caltagirone, l’Istituto superiore “Cucuzza – Euclide” e l’Istituto superiore “Secusio” e con il sostegno di alcuni sponsor, e venerdì 15 marzo, alle 19, nell’atrio del Palazzo municipale, ci sarà l’inaugurazione proprio della mostra “Testimoni di verità”, dedicata ai giornalisti uccisi dalla mafia, la quale resterà aperta sino al 2 aprile.

“Questa è una mostra che serve a mantenere vivo il ricordo del sacrificio umano di questi giornalisti professionisti, testimoni di verità, ricordo che diventa un  esempio per le nuove generazioni, con il desiderio che questi ultimi possano vivere liberi, dalla mafia e da ogni condizionamento esterno.” ha affermato Salvo Zammuto, vice presidente dell’Aps Vox e organizzatore dell’evento. “L’Aps Vox, in occasione della venuta del Consiglio dei giornalisti a Caltagirone, ha organizzato anche questa mostra, in collaborazione e presso i locali dell’atrio del Palazzo Municipale di Caltagirone; con l’occasione chiederemo all’Ordine la possibilità di organizzare questi eventi itineranti anche in altre città della Sicilia.”.

Come ha detto il giornalista Franco Nicastro, la verità e la libertà sono due concetti strettamente correlati. Un paese senza libertà di stampa è un paese senza verità, quindi ci auguriamo che il giornalismo possa diventare sempre più libero, senza limiti di alcun genere, perché la comunicazione è l’arma più potente che esista, soprattutto se viene usata per diffondere la verità.

 

A cura di Veronica Gambino

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