La Crociera delle Radici Italiane: Tre caltagironesi a bordo per celebrare 150 anni di emigrazione verso il Brasile

Fabio Porta, padre Enzo Mangano e don Salvatore Di Pasquale protagonisti di un viaggio che unisce memoria, cultura e spiritualità

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La “Crociera delle Radici Italiane”, organizzata nell’ambito delle iniziative promosse dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) per celebrare i 150 anni dell’emigrazione italiana in Brasile, rappresenta un evento unico nel suo genere. Dal 30 novembre al 21 dicembre 2024, a bordo della nave Costa Diadema, i passeggeri rivivono simbolicamente l’esperienza dei milioni di italiani che attraversarono l’oceano per iniziare una nuova vita in Sud America.

Tra i protagonisti dell’iniziativa ci sono Fabio Porta, parlamentare italiano originario di Caltagirone eletto nella circoscrizione Sud America e residente in Brasile, e padre Enzo Mangano, anch’egli di Caltagirone, missionario in Brasile per oltre vent’anni e cappellano della crociera. Padre Mangano è accompagnato dal vicario generale della diocesi di Caltagirone, don Salvatore Di Pasquale.

Fabio Porta, parlando da Cadice, seconda tappa della crociera, ha spiegato il significato profondo dell’iniziativa:

“Siamo a Cadice, una delle tappe di questo straordinario viaggio che culmina con l’arrivo a Santos, in Brasile. La Crociera delle Radici è un’esperienza unica, un’occasione per ricordare il sacrificio, il coraggio e la speranza di milioni di italiani che lasciarono Genova per approdare in una terra lontana. Oggi, quegli emigranti sono rappresentati dai loro discendenti: quasi 36 milioni di persone di origine italiana vivono in Brasile. Questo viaggio non è solo un tributo alla loro storia, ma anche un momento di riflessione sulle migrazioni, un fenomeno che ha segnato la storia dell’umanità.”

Durante il viaggio, i passeggeri sono immersi in un programma culturale ricco di eventi. Porta ha evidenziato l’importanza delle collaborazioni con istituzioni come il Museo delle Migrazioni di Genova, il Museo dell’Immigrazione di San Paolo, la Fondazione Casa America e la Società Dante Alighieri:

“La collaborazione con queste istituzioni permette di offrire una panoramica approfondita e toccante delle storie degli emigranti, del loro viaggio e delle loro vite in Brasile. Questo viaggio è un modo per riscoprire le radici, ma anche per guardare al futuro con una maggiore consapevolezza.”

Foto Facebook Maria Cristina Paquali

Padre Enzo Mangano ha aggiunto un tocco personale e spirituale alla narrazione, condividendo la sua esperienza a bordo come cappellano:

“Nel passato, non mancava mai un sacerdote a bordo delle navi che trasportavano emigranti. La mia presenza qui è un modo per continuare quella tradizione, per offrire conforto e per creare un punto di unione tra persone provenienti da diverse regioni d’Italia, spesso incapaci di comprendersi a causa dei dialetti differenti. Durante la crociera, ho incontrato tanti passeggeri che hanno condiviso con me le loro storie e le loro preghiere.”

Padre Mangano ha anche parlato dell’emozione di celebrare le messe a bordo:

“Mi ero preparato con 250 ostie, ma già alla prima domenica ho capito che non sarebbero bastate. Abbiamo celebrato in teatro, con centinaia di persone presenti. Sono dovuto ricorrere a rifornimenti straordinari, persino a Barcellona. È incredibile vedere quante persone partecipano, anche alle messe feriali. Questo dimostra quanto la fede sia parte integrante della nostra identità e del nostro legame con le radici.”

La crociera, che da Genova raggiunge Santos, fa tappa in città come Barcellona, Cádiz, Las Palmas, Praia (Capo Verde), Maceió, Salvador, Ilhéus, Rio de Janeiro e Itajaí, luogo di forte presenza italo-brasiliana.

Il viaggio è arricchito dalla presenza della cantautrice Mafalda Minnozzi, che con il suo repertorio di musica italo-brasiliana ha offerto concerti indimenticabili, e da lezioni di lingua italiana che culminano con la consegna di un certificato.

La “Crociera delle Radici Italiane”, promossa dal MAECI, si configura non solo come un omaggio al passato, ma anche come un’esperienza che unisce memoria, cultura e spiritualità, rafforzando il legame tra l’Italia e i suoi discendenti nel mondo.

Foto Facebook Maria Cristina Pasquali
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