Cosa fare in caso di “bombe d’acqua”: comportamenti che salvano la vita

Il fenomeno delle cosiddette ‘bombe d’acqua’ è diventato piuttosto frequenti: Come intervenire? Specialmente durante la stagione estiva e soprattutto in quella autunnale, il fenomeno rischia di creare danni, non solo all’agricoltura, ma anche nei centri abitati. I cambiamenti climatici in atto e soprattutto il surriscaldamento globale ne sono la causa. Secondo uno studio della Coldiretti, in Italia a settembre del 2021 si sono registrati oltre 1400 eventi estremi, con un aumento del 65% per grandinate, bombe d’acqua, bufere di vento e temeste di vento alternate a ondate di calore (https://www.coldiretti.it/meteo_clima/onu-in-italia-1400-eventi-climatici-estremi-nel-2021)

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Bombe d’acqua, cosa sono?

In poche parole è una precipitazione improvvisa e intensa in un breve periodo di tempo ed in una zona controllata. I meteorologi li chiamano nubifragi. Si formano quando una corrente di aria calda in ascesa impedisce alle gocce di pioggia condensate di cadere a terra. Grandi quantità di acqua si accumulano nell’atmosfera per poi precipitare tutte insieme quando la corrente ascendente si indeboliscono e le nuvole non riescono più a trattenerle (https://www.ideegreen.it/)

Come difendersi: il ruolo dello Stato

Un modo per correre ai ripari e porre un freno ai cambiamenti climatici è investire sulla sostenibilità. Nell’ultimo decennio le rinnovabili hanno attirato 2.6 trilioni di dollari di investimenti. Gli investimenti green hanno ormai superato ampiamente quelli in gas e carbone. Secondo l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, la transizione energetica è inevitabile per evitare gli eventi estremi climatici che avrebbero un forte impatto negativo sulla vita sociale, quotidiana ed economica di tutta l’Italia.

Chi deve intervenire? La responsabilità dei comuni

I comuni, in qualità di enti proprietari delle strade pubbliche, hanno obblighi di custodia che derivano non solo da specifiche norme (art. 14 c. str.), ma anche dal particolare rapporto con la cosa, ossia dalla disponibilità e dai poteri di effettivo controllo su di essa e di responsabilità per le cose in custodia.

In qualità di proprietario delle strade pubbliche, il comune ha obblighi di vigilanza e manutenzione della rete fognaria e delle condotte piovane.

Secondo un esperto legale, in caso di allagamento delle strade pubbliche, da cui derivino pregiudizi a cose o persone, mentre il danneggiato, attore per il risarcimento dei danni, è tenuto a dar prova del nesso di causalità tra la cosa in custodia e il danno, sul comune, in qualità di custode della via pubblica, incombe invece l’onere di dimostrare di non essere “in colpa”; il suo consiglio, per chi abbia subito danni a causa di un allagamento, è quello di rivolgersi a un avvocato per poter far valere al meglio i propri diritti.”

Cosa succede a Caltagirone

La manutenzione di strade e pulizia delle caditoie sarebbero interventi preventivi che potrebbero scongiurare allagamenti o per via delle piogge battenticrolli come quello avvenuto lo scorso ottobre su una porzione laterale del ponte lungo la Sp 63 che collega Granieri, frazione del Comune di Caltagirone, con Mazzarrone.

La manutenzione delle caditoie è fondamentale con l’approssimarsi della stagione autunnale e conseguente caduta delle foglie i tombini tendono ad otturarsi e l’acqua piovana, non potendo defluire, tende a scorrere e provocare allagamenti. L’azione di pulizia deve, perciò, essere costante e tempestiva. A Caltagirone, l’utilizzo di personale percettore di reddito di cittadinanza si sta rivelando un vero toccasana per l’ambiente, probabilmente un loro utilizzo sarebbe auspicabile.

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