Raccontare le donne attraverso la danza

Lo spettacolo ‘She – donna come la vita’ della scuola ‘Choreia’ ha chiuso la serie di spettacoli estivi a Mirabella Imbaccari a cura di artisti locali. La serata di danza in piazza Vespri, patrocinata dal Comune, ha raccontato la donna con le sue sfaccettature nel corso della storia, una donna spesso intrappolata nel dualismo tra l’essere la strega dannata che seduce e l’angelo generatrice di vita. Dai balletti classici come Giselle e Coppelia a danze basate su canzoni popolari del 900 e brani pop di oggi che riflettono un percorso di emancipazione e lotta per l’uguaglianza, così i ballerini di varie fasce d’età sono riusciti a raccontare la diversità e la forza femminile, una donna combattiva e coraggiosa spesso incompresa dagli uomini, senza dimenticare il silenzio della  donna siciliana in passato sottomessa all’uomo. Ospite l’attore Francesco Castiglione che ha declamato un testo sulla bellezza femminile, il balletto sulle donne velate che ha ricordato l’oppressione nei paesi musulmani è stato il più apprezzato, in una serata densa di emozioni che è stata presentata da Giuliana Sales ed è stata premiata dai numerosi applausi del pubblico che ha molto gradito l’evento. La scuola di danza ‘Choreia’ è diretta da Serena Tigano e Sabina di Benedetto e ha sede a Mirabella e Caltagirone, le coreografie sono state curate dalle due maestre con Annalisa Perna che si occupa di danza moderna, Ambra Savatteri per l’hip hop ed Emy Girella per i corsi propedeutici. Il sindaco Giovanni Ferro ha ringraziato Serena Tigano per il suo prezioso lavoro artistico con tutti i suoi allievi, dando appuntamento all’anno prossimo.

(foto di Giacomo Barbera e Custodio Muscarello)

 

A Mirabella un Grest all’insegna della ripartenza

Anche quest’estate la parrocchia matrice ‘Maria Ss.delle Grazie’ ha organizzato il grest per un’intera settimana, iniziativa che ha visto la partecipazione di trenta studenti delle scuole superiori come animatori e sessanta bambini (età 8-12 anni). “Stiamo cercando di riprendere il post Covid – dice don Marco Casella – perché si è interrotto quel passaggio generazionale tra i ragazzi, così si è creato un nuovo gruppo grest. Ora abbiamo messo le basi per fare un grest attraverso delle tappe principali (le due serate all’inizio e alla fine coi genitori, la messa in chiesa tutti insieme nella domenica che intercorre durante la settimana). Il tema è stato ‘Via vai’, la dinamica era posta sull’attenzione alle relazioni che viviamo all’interno di una società in cui si corre e non ci sono punti di riferimento, i bambini devono imparare a stare insieme”.

Come avete declinato questo tema per i bambini ?

“Cercando di dare più riferimenti, ogni pomeriggio c’è stato il momento fede. La storia del Signore degli anelli è stata utilizzata per trasmettere un messaggio educativo, l’eroe non ha superpoteri ma adempie alla propria missione con spirito di abnegazione, trovando così un momento di crescita personale perché si forgia nel momento della prova. A giorni alterni il gruppo si è riunito nel cortile della scuola media, una volta la mattina e una volta la sera, circa 3-4 ore al giorno, un posto molto comodo con l’utilizzo di due locali all’interno (aula magna e palestra). I bambini sono stati impegnati con delle sfilate a tema, giochi con percorsi a ostacoli e l’uso di una piccola piscina. Gli animatori sono volenterosi e costituiscono una bella squadra, l’anno prossimo estenderemo la durata del grest”.

La Sicilia del passato rivive a Mirabella col teatro all’aperto

Il Centro Culturale Siculo-Tedesco ha organizzato uno spettacolo teatrale in piazza Paola Frassinetti, iniziativa molto apprezzata dal numeroso pubblico presente. ‘A strata – momenti di vita di un passato che ancora respiriamo’ trae spunto dal testo di una commedia dialettale di Maria Concetta Sottosanti, insegnante di Ramacca autrice di molti testi. Voce recitante dell’attore Francesco Castiglione, coreografia e messa in scena a cura di Serena Tigano con gli allievi della scuola di danza ‘Choreia’, musica a cura di Filippo Leonardi, canzoni eseguite da Rossella Di Stefano e Pasquale Nolfo, con la partecipazione dei soci del Centro Culturale Siculo-Tedesco e del coro Giovanni Paolo II che sulle scalinate del palazzo Biscari hanno rappresentato antichi mestieri, in una Sicilia degli anni ’50.

“Abbiamo voluto fare un dono alla comunità mirabellese dei residenti e degli emigrati – dice Filippa Martines, presidente dell’associazione – l’obiettivo dello spettacolo era mettere in luce il paese con usi, costumi e tradizioni, con un invito a valorizzare le nostre radici perché senza una propria identità non si ha la capacità di progettare il futuro insieme alle nuove generazioni. Abbiamo ripercorso i profumi e le voci della strada, una vita umile fatta di sacrifici ma impregnata di tanta genuinità, con il lavoro dei contadini nei campi, i giochi semplici dei bambini, le donne che accudiscono alle faccende di casa, gli amori. Ispirandoci ai padri fondatori dell’associazione, agli amministratori comunali rivolgo l’appello di puntare sulla cultura perché riteniamo che la cultura possa cercare di arrestare lo spopolamento. E’ nostro desiderio istituire in autunno un laboratorio teatrale aperto a tutti”.

I Cugini di Campagna a Mirabella per la festa della Madonna

In occasione della festa di Maria Ss.delle Grazie, Patrona di Mirabella, il comitato parrocchiale ha invitato i Cugini di Campagna. Il concerto si è tenuto in piazza Vespri ed è stato un successo straordinario, una piazza gremita come non avveniva da anni nella serata di vigilia della festa, con persone giunte da tutto il circondario (San Michele di Ganzaria, San Cono, Piazza Armerina, Aidone, Gela ecc.) che hanno seguito con entusiasmo il concerto.

Il gruppo dei Cugini di Campagna è formato dai fratelli Ivano e Silvano Michetti (fondatori del gruppo nel 1970, alla chitarra, basso, batteria, percussioni, cori), Nick Luciani (voce, tastiera) e Tiziano Leonardi (tastiera, cori).

 

Prima del concerto abbiamo avuto il piacere di parlare con Tiziano, il più giovane del quartetto.

Una nuova attenzione verso i Cugini di Campagna è nata dopo la vostra partecipazione al Festival di Sanremo 2023 con ‘Lettera 22’, è così ?

Sì, Sanremo è sempre un famoso ‘boost’ e ci mancava (meravigliosi gli autori che sono il duo ‘La rappresentante di lista’.

Voi siete i cantori dell’amore ideale per eccellenza, ma da professionista come è evoluta la narrazione dell’amore dagli inizi della vostra carriera a oggi ?
La visione dell’amore nel tempo è cambiata, oggi l’amore è più doloroso, più complicato mentre la vostra visione è più tranquilla, più idealizzata, fa pure sognare anche perchè associata a ricordi di una gioventù spensierata che si approcciava ai primi amori…oggi l’amore si canta in modo diverso o sbaglio ? Nel testo di ‘Anima mia’ si parla della ‘paura del domani’ e oggi la avvertiamo molto di più rispetto ai primi anni 70, nonostante i problemi sociopolitici di allora.

L’amore c’è sempre stato e ha sempre avuto caratteristiche simili, cambia il modo in cui viene visto questo amore… oggi come oggi è tutto più immediato, non c’è più la ricerca del pensiero, dell’emozionarsi su qualcosa. Personalmente a me non sembra che questo sia il secolo della scorciatoia, dove tutto è un pò ‘fast food’ e l’amore va e viene, come se avvenisse in maniera poco meditata..ovviamente non sempre ma tendenzialmente sembra quasi che sia così. Anche le canzoni, se andate a guardare, oggi si può ‘skippare’, puoi andare da una parte all’altra e fare quello che vuoi, una volta in un disco sentivi tutte le canzoni. Nell’amore prima si ci metteva un pò di più per dire basta, adesso è un pò tutto più epidermico, più superficiale…questo è il problema di questo periodo ma le tematiche sono sempre quelle.

Ma raccontarle oggi è più difficile ?

Sì, forse è più difficile perchè è cambiato non solo quello che uno pensa ma anche il gergo, come tu lo dici. Noi pensiamo sempre con l’ottica di una persona più matura ma ci sono certi giovani che trovano godimento nel guardare l’amore come viene visto oggi e a parlarne in maniera ‘fast food’, sono i tempi…ma perchè i giovani negli anni 40 o ’70 non dicevano che ai loro tempi era diverso ? E’ sempre quello…Posso dirti che noi abbiamo cantato l’amore in tutte le salse, non solo come livello più idilliaco. Abbiamo parlato dell’amore più malizioso, l’amore del tradimento, l’amore più furbacchione, l’amore più fisico, l’amore più idealizzato, l’amore anche che va oltre la vita, come in ‘Preghiera’, abbiamo parlato dell’amore in tutti i sensi.

I vostri concerti sono seguiti da persone adulte che ricordano quando essi stessi e voi eravate giovani ma ci sono ragazzi tra i vostri fans ?

Sì, perchè credo che questo gruppo ci sia un’evoluzione artistica e la conferma di quello che sei stato, c’è una nostra coerenza. Sui media c’è un’immagine trasversale agli occhi del pubblico da tutti i punti di vista, non solo estetico…un bambino ci vede vestiti in un certo modo e non sa nulla di noi ma c’è una nostra narrazione anche per lui, un ragazzo più giovane ti guarda con ironia e rispetto…i più maturi sanno chi siamo e i 50/60/70enni hanno vissuto il nostro periodo, quindi c’è una chiave di lettura per ogni età. Credo sia questo il segreto della nostra trasversalità, anche nell’immagine.

Prossime nuove canzoni ?

Vedremo, intanto abbiamo la tournée e poi a fine settembre la partecipazione al programma tv ‘Ballando con le stelle’.

 

Una serata di grande successo che ha registrato solo il mancamento di una signora per il caldo, piccolo episodio spiacevole senza conseguenze.

Attraverso questo link potete ascoltare la registrazione live del concerto del 24 agosto, un piccolo regalo di ‘Prima Stampa’:  https://www.4shared.com/mp3/IH-l1F3Ojq/cugini_di_campagna_mirabella_2.html

(foto di Gioele Aranzulla e Giacomo Barbera)

25 anni di Ludofestival a Mirabella

Dal 1997 a Mirabella l’infanzia è al centro dell’attenzione durante l’Agosto Mirabellese con il Ludofestival, un concorso canoro dove i bambini  reinterpretano i successi musicali dell’anno (solitamente Sanremo e mai canzoni per bambini). Per la venticinquesima edizione di questa manifestazione – la più longeva di Sicilia nel suo genere – i concorrenti sono stati 17, due serate presentate da Graziella Siciliano, Filippo Cavolina, Simona Affabile, Salvatore Spagliarisi, Marco Spataro, Angelo Pesce, Giacomo Marzullo, Federica Del Vento ed Emanuela Longo da Catania con numerosi ospiti (il mago Giuffrida, il robot luminoso che ha intrattenuto i bimbi, il coro della ludoteca che ha cantato e fatto un piccolo defilè, Silvia Gentile – ex bimba partecipante che oggi è una maestra di danza).

Per la categoria piccoli: Giulia Brighina (La noia), Greta Calì (Sinceramente), Diego Alemanna (Non tutta la vita – secondo posto), Salvo D’Urso (Spazio e tempo – premio critica), Umberto Di Dio (Sono un italiano), Elisea Affabile (Click bum), Paolo Portera (Ovunque sarai – terzo posto), Viola Martines (Gaslight), Sue Ellen Malannata (Bum bum cha cha), Benedetta D’Ambrogio (Se piovesse il tuo nome – premio miglior interpretazione), Anna Portera (La notte – primo posto).

Per la categoria grandi: Giulia Alemanna (Una finestra tra le stelle), Salvatore Pomara (Il mare calmo della sera – primo posto), Gabriella Ribella (La rondine – secondo posto e premio speciale note d’argento per i 25 anni), Giacomo Novello di Caltagirone (Rossetto e caffè – terzo posto), Paola Sara Piazza (Mi sei scoppiato dentro il cuore – terzo posto ex aequo), Stefano Melilli di Pozzallo (Mentre tutto scorre – terzo posto ex aequo).

Il Ludofestival fu creato dalle maestre della ludoteca comunale e alla responsabile Pina Paratore chiediamo i motivi di tale successo nel tempo: “è un festival nato per gioco 25 anni fa – dice la maestra Pina Paratore – che è subito diventato il festival di tutti, vista la partecipazione di bambini da tutta la regione. Tutto viene fatto in totale trasparenza, con tanta dedizione e amore da parte mia e della collega Maria Parrino, entrambe curiamo la regia. E’ una delle manifestazione che riempie di più piazza Vespri in estate grazie alla presenza di numerose famiglie, quest’anno presentata da giovani adulti che nelle precedenti edizioni sono stati cantanti o ballerini. Una nota di merito va al piccolo coro della ludoteca formato da 33 bambini e preparato da Federica Nisi e Massimo Paratore che hanno curato basi e armonie, creando una magia particolare sul palco. Confesso che il Ludofestival viene atteso anche da numerosi adulti che non hanno figli o nipoti partecipanti e ciò fa piacere perchè la manifestazione è davvero apprezzata da tutti”.

Che bilancio si può fare di una manifestazione che è arrivata alla 25a edizione ?

“Per Mirabella il Ludofestival rappresenta una vetrina dove bambini e ragazzi di tutto il circondario possono esprimere il loro talento, la loro voglia di cantare, ballare e presentare, senza dimenticare che per molti di loro è stato un trampolino di lancio perchè se adesso alcuni di loro – Filippo Cavolina, Simona Affabile, Pasquale Nolfo, Filippo Ferro e altri – li vediamo in tv, sicuramente tutto è nato dal Ludofestival. Oltre a essere una namifestazione canora, il Ludofestival è anche un progetto sociale dove nessuno viene escluso (tutti inclusi), non si paga per la partecipazione, la gratuità è un anche incentivo molto importante e diventa un mezzo per comunicare molto gioioso perchè vissuto come un gioco, da qui il nome Ludofestival. Per il 25° abbiamo voluto chiamarlo ‘Note d’argento’ e coi vari premi si lasciano fuori pochissimi bambini. A noi ha dato tanto perchè durante la preparazione si creano dei legami speciali e intimi coi ragazzi e le famiglie, per questo il Ludofestival è tanto atteso e ci affezioniamo a tutti i bambini, e questo lo dico con orgoglio e una punta di malinconia. In questi anni abbiamo fatto una manifestazione doc ch ha superato il limite che ci eravamo prefissati perchè col tempo ha assunto uno spessore artistico e umano, si crea un focolaio di amore e affetto che solo il palco sa raccontare”.

(foto di Gioele Aranzulla e Giacomo Barbera)

Democrazia partecipativa col web, la proposta di un’associazione

A Mirabella l’associazione ‘Piazza 3.0’ ha organizzato un incontro nelle piazze Vespri e Aldo Moro per parlare di una nuova forma di democrazia partecipativa attraverso l’uso delle nuove tecnologie. Per saperne di più abbiamo incontrato il portavoce che ci ha parlato della sua proposta.

Sono Egidio Romano, informatico di 36 anni di Piazza Armerina e mi occupo di sicurezza informatica. Un pò per deformazione professionale, un pò perchè sono un sognatore, sono estremamente convinto che la rete internet e le nuove tecnologie che si stanno sviluppando negli ultimi anni possano essere utilizzate come strumento di emancipazione per ‘liberare’ l’uomo e ridargli la parola, il vero potere al popolo.

Perchè il nome Piazza 3.0 ?

Perchè ci piacerebbe utilizzare le tecnologie web 3.0 per implementare un sistema di voto online a prova di manomissione (oggi se propongo di votare usando le vecchie tecnologie nessuno può garantire la sicurezza).

C’è un riferimento a Casaleggio e alla vecchia piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle ?

A livello nazionale sì, noi vorremmo fare vagamente la stessa cosa ma a livello locale, una piattaforma che si occupa di cercare di raccogliere queste comunità online suddivise per ogni comune, quindi Piazza Armerina, Mirabella e altri del territorio propongono argomenti da discutere…

Ma non esistono già i siti istituzionali dei comuni ?

I cittadini possono consultarli ma partecipare attivamente è un’altro paio di maniche…parlo di una forma di democrazia condivisiva, una democrazia a prova di click (click democracy) dove ognuno è libero di proporre un argomento, soprattutto votare argomenti proposti…ci piace vederlo come una specie di canale di collegamento, una piazza virtuale a tutti gli effetti, ispirandoci all’agora degli antichi greci.

Da dove viene questa esigenza ?

Credo che ci sia qualcosa di profondamente marcio in questa società e in questo sistema politico, non mi sta bene il fatto che qualcuno che io non abbia neanche vagamente eletto o votato debba prendere decisioni al posto mio…io da solo non sono nessuno ma se ci uniamo…

Ma qualcuno potrebbe obiettare che esistono i partiti politici per fare questo percorso di cittadinanza attiva all’interno delle pubbliche istituzioni…voi pensate che tutta la riflessione sulla gestione della cosa pubblica debba nascere da un confronto anche virtuale tra i cittadini ? Come si crea questa condizione ?

Noi non vogliamo cadere proprio in quella trappola, non vogliamo diventare nè partito nè movimento ma attivare un dibattito pubblico tra cittadini eguali.  Non è detto che si debba fare attraverso un sito internet, noi lo definiamo esperimento sociale perchè non si può sapere come finisce. Ci piace sperimentare quest’idea per vedere se può funzionare da qualche parte.

Quando siete nati, quanti siete e cosa avete fatto ?

Esattamente un anno fa, siamo una quarantina di persone di varie età (dai 20 ai 60) riunite in un’associazione. Durante l’inverno siamo stati in standby ma in estate siamo più attivi…abbiamo cercato un dialogo con l’amministrazione comunale locale ma senza risultati…non miriamo a rimpiazzare l’attuale sistema politico ma desideriamo integrarlo con un nuovo sistema di partecipazione, noi non ci arrendiamo e siamo pronti a dialogare con altre amministrazioni.

Per sensibilizzare i cittadini al vostro messaggio pensate che si debba partire dalla democrazia elettronica ? Dal punto di vista pratico come potrebbe esplicitarsi ?

La base elettronica diventa indispensabile per abbattere certi limiti che la democrazia fisica e reale non ammette. Per esempio supponiamo tanti referendum continui per interpellare l’opinione popolare, un dialogo e una messa ai voti continuo, perchè un voto a portata di click non ha nessun costo rispetto all’attuale sistema, un modo anche per andare incontro all’esigenza espressa dai rappresentanti istituzionali…abbiamo contattato diversi sindaci dei comuni visitati in questi giorni (Piazza Armerina, Valguarnera, Aidone, Raddusa, Mirabella).

Anche a livello di norme ci sono degli strumenti che potrebbero permettere ai cittadini di raggiungere forme di autogoverno ma non si conoscono e ci si rassegna al fatto di qualcuno che ci deve rappresentare e prende le decisioni per noi e fanno tutto di testa loro (sino a 25 anni i partiti mi sembravano squadre di calcio che si combattono sul campo)…giovani e meno giovani non vengono ascoltati, la considerazione dipende da chi sei e non da quanti anni hai. A noi questa cosa non sta bene, anche i primi due articoli della Costituzione dicono che tutti devono essere uguali di fronte alla legge, ma è davvero così ?

Avete trovato dei riscontri ?

Sì e no, la gente si incuriosisce e ad Aidone abbiamo trovato un bell’ambiente con ragazzi molto giovani che si sono avvicinati e si sono iscritti. L’iscrizione costa un euro l’anno e questa quota minima serve a finanziare l’associazione (https://piazzatrepuntozero.it/) che ha una sede virtuale e stiamo pensando a un’applicazione mobile. Vorremmo coinvolgere tutti i cittadini senza escludere nessuno.

Questa idea nasce da tue esperienze ?

Dopo la laurea ho vissuto per un anno a Copenaghen occupandomi per un’azienda danese di sicurezza informatica e lì ho visto un mondo un pò più civico, più evoluto e più aperto rispetto al nostro, dal punto di vista dei rapporti umani, del rispetto dell’ambiente. Mi sembrava un altro mondo e ritornando in Sicilia mi sono chiesto perchè abbiamo una mentalità così radicata che non si può cambiare ? Feci un’esperienza lavorativa anche a Londra e ciò ha rafforzato la mia idea di mettere radici nel mio paese e cambiarlo in positivo, portando qualcosa di innovativo.

Hai dei riferimenti a livello nazionale ? Qual è il vostro scopo ?

In Italia esperimenti simili sono stati fatti … lo scopo finale è quello di raggiungere una forma di autogoverno dei cittadini, cosa che non può succedere dall’oggi al domani. Qualcosa si può cambiare cercando di infiltrare questa mentalità nel tessuto culturale dei giovani, in futuro si potrebbe anche pensare di eliminare il concetto di mestiere da politico, non è giusto che il politico venga retribuito perchè partecipare è un dovere/diritto per i cittadini.

Pensate di fare delle tappe nel Calatino ?

Perchè no, vorremmo ascoltare le idee dei cittadini dando loro carta bianca perchè crediamo nel loro buonsenso.

La forza della poesia per cambiare il mondo

Col patrocinio del Comune di Mirabella il Centro Culturale Siculo Tedesco ha organizzato nei locali del palazzo Biscari la presentazione del libro ‘Il potere dei semi – Una storia una poesia’ di Vincenzo Zito, una serata molto partecipata che rinnova l’annuale appuntamento estivo dell’associazione con arte e cultura.

Dopo i saluti del sindaco Giovanni Ferro ha preso la parola Filippa Martines, presidente del Centro Culturale Siculo Tedesco, per dare una chiave di lettura del libro : “dalla copertina vedo un albero di carrubbo a cui lo scrittore è molto legato per i suoi ricordi, c’è un messaggio più nobile di quanto si possa immaginare perchè un seme, per quanto piccolo, è uno scrigno che porta con sè delle potenzialità inimmaginabili (basta pensare a un chicco di grano che produce una spiga, una bacca un ginepro)…in ogni seme si nasconde la magnificenza di un albero, il seme è l’origine di tutto, di ogni cosa, Attraverso il libro ho trovato un seme bisognoso di cure e di un terreno fertile per poter attecchire, di acqua, luce e soprattutto della mano dell’uomo per essere messo a dimora, paragono il seme alla potenza della parola perchè anche le parole sono semi che portano con sè la capacità di attraversare le vite degli uomini e la capacità di una quotidianità capace di costruire rapporti, una parola se detta bene può costruire amicizie e rapporti ma le parole come semi possono anche distruggerli. Le parole sono uno strumento capace di trasmetterci emozioni, con cui si può fare del bene o anche causare del male, sono un mezzo con cui modificare la verità a proprio vantaggio, ingannare le persone o influenzare le menti…allo stesso modo le parole hanno un potere illimitato e straordinario che sono in grado di cambiare le vite, le relazioni e i sentimenti. Attraverso le parole ciascuno trasmette il proprio vissuto e le emozioni che ci attraversano, comunichiamo con noi stessi e col mondo che ci circonda e questo è il lavoro dello scrittore, con le parole analizza se stesso e cerca di trasferire le proprie emozioni al lettore”.

Annitta Di Mineo ha parlato di poesia e veridicità delle relazioni: “le poesie sono importanti per aprirci verso gli altri. Il poeta si isola ma ha uno sguardo sul mondo, sta solo per ascoltare la propria voce interiore e restituire agli altri i suoi pensieri, attraverso una voce leale e amica. Il vero confronto è col diverso da noi e non è internet a metterci in relazione. Ringrazio l’autore per la fiducia perchè il libro è pubblicato all’interno di una collana da me curata per l’editore Montabone. Vincenzo Zito più volte riflette su pensieri che tutti abbiamo ma non riusciamo ad esternare. La poesia nasce da un segno che ha una sua musicalità, noi che cerchiamo una nostra spiritualità. Fare cultura è una cosa bella perchè noi dobbiamo lasciare dei semi che non sono quelli che ci dà la tecnologia in mano perchè le relazioni virtuali non sono reali. L’autore ci fa capire che il tempo è fondamentale, abbiamo solo il nostro tempo che non sappiamo usare e bisogna imparare a essere utili per se stessi e la collettività. Nel libro ci sono poesie che parlano di amicizia (una attraverso la figura del comune amico Pino Zaccaria), la morte, Dio, poesie che diventano un dialogo per comunicare la nostra vita”.

L’autore Vincenzo Zito ha spiegato i motivi della sua azione poetica: “la poesia di una storia di una persona è la stessa storia vista da altra prospettiva o da altra dimensione … io le poesie non le invento ma le trovo per strada, basta solo condividere le poesie. Osservo ciò che succede intorno e annoto in un’agenda. Le parole sono importanti e mi trovo coinvolto in alcuni gruppi di animatori che vanno a trovare gli anziani o gli alunni delle scuole elementari e dal nulla nasce un’idea, ciascuno ha la sua idea e poi viene fuori un’idea comune. Le persone a occhi chiusi sono invitate a soffermarsi su un’immagine e tutti devono far venire fuori una parola o un colore che indica un’emozione. Si fanno anche dei disegni che da soli stanno in gruppo e fanno esplodere delle energie inattese, dove ciascuno cerca di far venir fuori un’idea che mette per iscritto, così si cerca di vedere se stessi in questa attività. Si genera qualcosa che non è previsto (sentirsi alberi ad esempio)”.
L’autore ha fatto riferimento a esperienze fatte a Torino, città dove vive con la famiglia, come la terapia del buonumore e la musicoterapia. Egli fa parte di un gruppo di poeti che vanno in giro a declamare poesie incontrando così tante persone.

Durante la serata l’autore ha coinvolto tre bambini nella creazione di una poesia e sono state lette cinque poesie da Jennifer Orofino, Rosario Salafrica, Pino Zaccaria, Filippa Martines (‘Capelli grigi e bianchi’, ‘Femmina banca del sole’, ‘C’era una volta un tempo’, ‘Mi amo ancor di più’ e ‘Ti seguirò’).

Per il prof. Ignazio Campo “l’espediente della commistione tra poesia e prosa è utile soprattutto per dare al lettore l’opportunità di capire la genesi e l’ispirazione del testo, nei brani declamati c’è tutta la poetica dell’autore che si può sintetizzare in un rapporto empatico col lettore, brani che si spostano verso temi filosofici come la ricerca del senso della vita che uno trova in tutti gli eventi che incontriamo, cerchiamo di dare un’unità al nostro vivere … cercare il tutto senza perdere di vista il particolare significa la ricerca di una dimensione religiosa (la donna come creatrice della vita, la commistione di tutte le discipline scientifiche che non danno il senso dell’assoluto), un confronto con qualcosa che va oltre l’empirico e va nel religioso, anche se l’autore si professa non credente. C’è una fede in una religione cosmica che non ha niente a che vedere col cristianesimo, dentro di noi c’è una chiesa invisibile fatta della nostra interiorità”.

La serata si è conclusa con una targa di riconoscimento al poeta data dall’assessore alla cultura David Granato e un omaggio floreale alle relatrici.

A Mirabella un incontro sui problemi dell’emigrazione italiana all’estero

L’amministrazione comunale ha organizzato un incontro pubblico sul tema “Proposta di legge su abolizione Imu ai residenti Aire’ al palazzo Biscari e la sala teatro si è riempita di persone che hanno seguito con molta attenzione. Il sindaco Giovanni Ferro ha parlato di Imu come problema molto sentito dagli emigrati e dell’impegno della sua amministrazione per trovare una soluzione. Gli interventi di Salvatore Branciforte (capogruppo di maggioranza al consiglio comunale) e di Giuseppe Barbuscia (presidente Associazione Italiana Sindelfingen) hanno evidenziato la forte ingiustizia sociale che tocca tutti gli emigrati, mentre l’on. Anthony Barbagallo ha elogiato la giunta Ferro e il sostegno del partito sull’argomento.

Protagonista della serata è stato l’on. Toni Ricciardi, eletto per la circoscrizione estero (italiani in Germania) e vicepresidente alla Camera dei deputati del gruppo parlamentare Pd:

“Sono docente di Storia delle migrazioni all’università di Ginevra e l’emigrazione è la mia vita (sono figlio di due emigrati campani in Svizzera, mio padre iniziò come lavoratore stagionale e mia madre in fabbrica). Quando sono stato eletto ho voluto far parte della Commissione finanze solo per occuparmi di questo problema perchè mi rendo conto che questa è la grande battaglia da affrontare.

Oggi chi è beneficiario di una pensione in convenzione con l’Italia ha una riduzione del 37,5% sul pagamento della tassa Imu (in precedenza era il 50% – qualche anno fa in un decreto milleproroghe fu inserita l’esenzione Imu estero ma senza copertura finanziaria). L’Unione Europea ha chiesto che l’esenzione debba riguardare tutti i cittadini europei con casa in Italia e non solo il cittadino italiano emigrato all’estero e ciò costa 100 milioni di euro l’anno. La mia proposta di legge n.956 non prevede l’esenzione ma l’equiparazione, cioè il pagamento di una tassa uguale per tutti equiparando di fatto gli iscritti Aire ai residenti in territorio italiano. Inoltre la proposta di legge prevede la sostituzione della dicitura ‘residente all’estero’ con ‘iscritto all’Aire’ perchè l’iscritto Aire diventa soggetto fiscale contributore per lo Stato (è falso che gli emigrati all’estero non paghino le tasse in Italia): l’indirizzo di residenza di una casa in un comune italiano diventa così prima casa (ad eccezione di una casa in affitto o più case di proprietà) e ciò determinerà per lo Stato la riduzione capillare della cifra che sarà intorno ai 10 milioni di euro (anche l’Anci si è dichiarata favorevole e vuole trovare un fondo di compensazione). Gli emigrati devono pretendere gli stessi diritti degli italiani, non qualcosa di più…per chi non ha più una casa nel paese d’origine e la si possiede in altro comune italiano attualmente la legge non prevede trasferimento Aire (oggi l’iscrizione Aire si tiene nel paese d’origine e si può spostare solo per congiungimento familiare – a ottobre dovrebbe arrivare un decreto del governo che riformula l’Aire e presenterò un emendamento rispetto a questa modifica).

Quindi l’equiparazione di un emigrato all’estero a un cittadino italiano comporta un abbattimento del costo iniziale del 90% e su questa mia proposta c’è il parere favorevole della commissione finanze, estero e trasporti, manca solo il parere della commissione bilancio. Nell’arco dei prossimi due mesi conto di far chiudere l’iter per l’approvazione in commissione in modo da avere un testo da portare alla Camera e poi in Senato. Per l’Imu la discussione è partita dalla Commissione finanze e ringrazio il presidente Osnato di FdI che ha voluto che facessi il relatore per tutto il Parlamento; si è arrivati a sette proposte di legge ordinarie, tutti i partiti sono d’accordo e ho ricevuto l’impegno dal viceministro Leo di fare un tavolo con tutte le forze politiche a settembre e una conferenza stampa in cui si dichiara che il governo recepisce questa mia proposta.

Lo scorso 1°agosto alla Camera dei deputati è stata approvata all’unanimità una proposta di legge, a mia prima firma, rispetto ai servizi consolari e ai passaporti perchè i tempi di rinnovo sono troppo lunghi (6/8 mesi), mentre sulle carte d’identità si sta spingendo perchè i comuni italiani possano fare quella elettronica per i residenti all’estero. Stanziati 4 milioni di euro che verranno suddivisi in base all’operatività: più un consolato fa i passaporti, più incassa una percentuale dei soldi che può utilizzare per assumere personale territoriale e aumentare così la produttività. Adesso si attende che la proposta sia calendarizzata al Senato ed è la prima volta dal 2006, da quando esiste il voto degli italiani all’estero, che vengono previsti gli stanziamenti di risorse fuori dalle leggi di bilancio.

Nel 2006 c’erano 3.600.000 iscritti Aire, oggi sono stati superati i 7 milioni: rispetto al problema consolati e passaporti abbiamo depositato una proposta di legge che è legge vigente in Spagna e prevede che al compimento del 70° anno di età non si devono più rinnovare i documenti di riconoscimento tranne che per casi particolari (i settantenni in Europa nei principali consolati rappresentano il 35-40%), quindi si riducono le domande e si abbattono i tempi.

Infine il canone Rai è una scelta esclusiva del Mef che deciderà se tenerlo nella bolletta elettrica e se si riescono a fare delle riduzioni, mentre la tassa dei rifiuti è già una gestione comunale ed è facoltà dei comuni operare delle riduzioni rispetto alla classe dei rifiuti”.

A Mirabella un incontro con l’autore Pasquale Almirante

L’assessorato alla cultura del Comune di Mirabella, su proposta di Rosario Scollo, ha organizzato al Museo del Tombolo ‘Incontro con l’autore Pasquale Almirante: da una famiglia d’arte un grande amore per San Cono’, uno sguardo sulla produzione letteraria del noto giornalista e scrittore in occasione dell’uscita del saggio ‘Da Pasquale a Giorgio Almirante, storia di una famiglia d’arte’. Dopo i saluti del sindaco Giovanni Ferro, l’autore ha parlato del suo libro che contiene una dettagliata ricostruzione storica della sua illustre famiglia, nata nella prima metà dell’800 dall’unione del nobile Pasquale che da Napoli si sposta in Sicilia dove sposa Elisabetta Quintavalle, giovane attrice girovaga.

Il saggio si legge con grande piacere perchè contiene le biografie di alcuni componenti della famiglia Almirante che hanno un posto di prestigio nella storia dell’arte recitativa italiana. Così incontriamo Francesca che diventa una famosa attrice cinematografica grazie al kolossal ‘Cabiria’ di Pastrone (1914), Luigi che diventa un noto attore teatrale con la prima di ‘Sei personaggi in cerca d’autore’ di Pirandello (1921), Mario regista di cinema e direttore di doppiaggio. Infine il politico Giorgio di cui si ricorda la fascinosa figura, l’eloquio forbito e la lunga carriera politica che ha segnato la storia italiana dal dopoguerra. Pasquale Almirante ha infine parlato del suo forte legame con la natia San Cono che ha raccontato in diversi romanzi e racconti ambientati tra gli anni 50 e ’60 del secolo scorso, storie la cui qualità letteraria è stata evidenziata da alcune letture di Pino Zaccaria.

Libro condiviso, promozione della lettura a Mirabella

Pino Missud e Filippo Leonardi sono due amici di vecchia data da sempre attenti alla crescita socioculturale di Mirabella. Pino ha pensato all’idea del libro condiviso per promuovere la lettura e, insieme a Filippo, si è attivato per far conoscere questa meritevole iniziativa che lancia un messaggio significativo all’intera comunità.

Come nasce questa idea e come pensate di portarla avanti ?

Missud: A Torino ho visto uno scaffale con dei libri in un ipermercato coop, chi aveva dei libri di cui non sapeva cosa farne, poteva lasciarli lì. Ho sviluppato l’idea sul principio del riciclo e della condivisione. Ho pensato che tanti hanno libri dei quali vogliono disfarsi, perché non raccoglierli e offrirli ad altri ? Così nasce il progetto per avvicinare le persone alla lettura offrendogli un libro nei luoghi che frequenta senza nessun impegno, liberi di portare libri, liberi di prenderli, liberi di riportarli.

Leonardi: L’idea del libro condiviso è un idea di Pino Missud, io ho colto al volo questa possibilità di dare e ricevere un libro liberamente senza vincoli, senza pagare, senza essere registrati, prendi un libro e lo leggi, se ti piace puoi tenerlo. Se hai dei libri a casa che non sai dove tenere o sei stanco di tenerli in soffitta, portali da noi. Penso che capito il meccanismo troveremo un posto fisso con un’esposizione dei libri, dove chiunque può prendere o lasciare un libro. Ancora è un po’ presto per dire se funziona o no.

Avete avuto dei riscontri positivi o indifferenza da parte dei mirabellesi ?

Missud: C’è stata tanta indifferenza, ma anche dei riscontri positivi, noi vogliamo rivolgerci ai curiosi nella speranza che siano sempre di più. Un anno fa l’avevo proposto ma quelli a cui mi era rivolto avevano idee diverse. Così quando sono tornato mi sono riproposto di portarlo avanti anche da solo. Poi ho trovato Filippo che mi ha dato coraggio.

Leonardi: Ancora è un po’ presto per dire se funziona o no…

Pensate che a Mirabella manchi la cultura del libro ? Da tempo non funziona la biblioteca comunale…

Missud: Mirabella non è diversa da tanti altri centri. Certo una biblioteca più fornita e funzionante aumenta l’interesse per la lettura. Il messaggio è tutto in quello che facciamo. La postazione sarà tre volte alla settimana per tutto il mese di agosto, la domenica in piazza Vespri ,il venerdì al mercato e un giorno da stabilire in piazza Aldo Moro . Poi ci sarà una postazione fissa nei locali da concordare con il comune.

Leonardi: Stiamo parlando di libri e penso che non sia solo un problema del nostro paese, la mancanza di cultura del libro è un fenomeno nazionale, mondiale, purtroppo i social e internet non aiutano certo la lettura. Riguardo alla biblioteca comunale, credo che necessiterebbe di un aggiornamento sia per i libri che per la gestione.