Femminicidio, A Siracusa la scuola intitolata a due vittime

Femminicidio, A Siracusa la scuola intitolata a due vittime

Era stata la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ad intitolare il plesso scolastico di via Calatabiano – dell’XI istituto comprensivo Archia – a “Eligia Ardita e Giulia”, vittime di femminicidio.
Una decisione presa con decreto del prefetto Giusi Scaduto, in piena condivisione con l’istituzione scolastica e l’Amministrazione comunale di Siracusa, per ricordare la giovane donna uccisa il 19 gennaio 2015 dal marito – condannato poi all’ergastolo – e la figlia Giulia che portava ancora in grembo. In quell’occasione la Lamorgese dichiarò: «La mia presenza oggi – ha sottolineato la titolare del Viminale – vuole essere testimonianza dell’attenzione e dell’impegno che il ministero dell’Interno e il Governo dedicano alla prevenzione e al contrasto di un fenomeno odioso quale è la violenza nei confronti delle donne. Una testimonianza ancor più importante – ha proseguito – perché oggi intitoliamo a due vittime della violenza omicida di un uomo, un plesso scolastico ovvero un luogo ove si formano le nostre nuove generazioni; un’intitolazione che perciò ha una indubbia valenza culturale e pedagogica». Nel suo intervento, la ministra aveva ribadito la necessità di un «salto culturale che consenta di sradicare stereotipi, discriminazioni, minimizzazioni e giustificazioni legati ai ruoli di genere e al sessismo» e di «ogni iniziativa in grado di educare al senso della parità di genere e diretta ad aumentare il livello di consapevolezza sulle radici strutturali, le cause e le conseguenze della violenza maschile sulle donne».
Ha ricordato anche il «grande passo in avanti fatto con il “Codice rosso” che, da un lato, ha ampliato il sistema di tutele, introducendo nuove fattispecie di reato, dall’altro, ha inasprito le pena per alcuni delitti».

a cura di Francesco Besso

Femminicidio a Mineo: Miracle, morta a soli 26 anni

LA STORIA – Il famoso femminicidio presso il Cara di Mineo
Miracle, morta a soli 26 anni

 

Una delle storie di femminicidio ancora oggi maggiormente discussa presso il comune di Mineo riguarda il caso di Miracle.
La donna era arrivata nella struttura nel dicembre del 2016. Francis Miracle era in attesa del riconoscimento di rifugiato politico. Sembra che per questo fosse contraria a seguire al Nord il marito che nei giorni scorsi era arrivato a Mineo per convincerla.
Nella notte del primo gennaio 2019, si è consumato presso la vecchia struttura ormai inusitata del Cara di Mineo il femminicidio di Miracle, giovane di ventisei anni da parte del marito Bill Francis, 30 anni, del Mali. Sottoposto a fermo, ha negato di essere stato nella struttura per richiedenti asilo, ma e’ stato incastrato, oltre che dalle dichiarazioni dei figli, da un pezzo di carta in cui vi erano scritti i nomi della moglie e dei due figli che li indicavano residenti nel centro. Il fermo, scattato ieri sera, con l’accusa di omicidio volontario e le aggravanti di avere agito per motivi abbietti o futili e con crudelta’, e’ stato emesso dalla procura di Caltagirone ed eseguito da agenti della Squadra mobile di Catania.
Accanto al corpo di Miracle Francis era stato trovato la sera di capodanno un coltello da cucina, con una lama di 13 centimetri che presentava tracce di sangue e con il quale e’ stata inferta una ferita da arma da taglio al collo. Le indagini hanno consentito di acquisire concordanti indizi di responsabilita’ a carico di un cittadino del Mali il quale, recatosi a trovare la moglie e i figli minori, di 8 e 6 anni, al culmine di una lite aveva colpito la donna, dandosi alla fuga. Mentre le ricerche si estendevano alla citta’ di Catania, erano state peraltro acquisite le dichiarazioni di alcuni stranieri dalle quali e’ emerso, cosi’ come avevano gia’ indicato i due figli minori, che la donna era nell’alloggio con il marito, il quale, al momento del ritrovamento del cadavere, si era gia’ allontanato. La Squadra mobile l’ha infine rintracciato nella zona del centro cittadino, nei pressi di un internet point dove l’uomo voleva incassare una somma di danaro per raggiungere il Nord Italia e poi l’estero.
L’imputato è stato condannato in primo grado a 30anni di reclusione.
Ad oggi la comunità nel giorno della sua scomparsa commemora il fatto con preghiere e fiaccolate, segno di sensibilizzazione verso tali gesti estremi che vedono l’amore più puro trasformarsi in odio.

A cura di Nicole Ausilio

A chi rivolgersi

112: chiamare il numero di emergenza senza esitare, né rimandare:
in caso di aggressione fisica o minaccia di aggressione fisica;
se si è vittima di violenza psicologica;
se si sta fuggendo con i figli (eviti in questo modo una denuncia per sottrazione di minori);
se il maltrattante possiede armi.
Numero antiviolenza e anti stalking 1522 – Il numero di pubblica utilità 1522 è attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un’accoglienza disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo. L’App 1522, disponibile su IOS e Android, consente alle donne di chattare con le operatrici. E’ possibile chattare anche attraverso il sito ufficiale del numero anti violenza e anti stalking 1522
App YouPol realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, l’App è stata estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche
Pronto Soccorso, soprattutto se si ha bisogno di cure mediche immediate e non procrastinabili. Gli operatori sociosanitari del Pronto Soccorso, oltre a fornire le cure necessarie, sapranno indirizzare la persona vittima di violenza verso un percorso di uscita dalla violenza
Mappa dei consultori in Italia
Centri antiviolenza sul sito del Dipartimento delle Pari opportunità
Farmacie, per avere informazioni se non è possibile contattare subito i Centri antiviolenza o i Pronto soccorso
Telefono Verde AIDS e IST 800 861061 se si è subita violenza sessuale. Personale esperto risponde dal lunedì al venerdì, dalle ore 13.00 alle ore 18.00 sui possibili rischi di contrarre infezioni a trasmissione sessuale a seguito della violenza. Si può accedere anche al sito www.uniticontrolaids.it
Poliambulatorio dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà (INMP), dall’8 marzo 2021 è attivo il Servizio Salute e Tutela della Donna, dedicato alla presa in carico delle donne più fragili o comunque bisognose di assistenza sanitaria e psicologica.

A cura di Nicole Ausilio

 

Nemmeno con un fiore: le donne vittime di soprusi

Femminicidio in Sicilia

Nemmeno con un fiore: le donne vittime di soprusi

La violenza sulle donne è un fenomeno che ogni giorno registra casi in crescita sul territorio nazionale e regionale.
Nonostante il 25 novembre si celebri la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne e si promuovano varie campagne di sensibilizzazione sulla violenza di genere, le donne continuano ad essere colpite da forme di violenza fisica, sessuale, economica o psicologica sopratutto in ambito familiare.
E’ di pochi giorni fa la notizia dell’ennesima aggressione avvenuta a Catania ai danni di una donna brutalmente picchiata dal compagno tra le mura domestiche. In seguito alla segnalazione da parte dell’Ospedale Garibaldi Centro dove la vittima si è recata col setto nasale rotto, l’uomo è stato allontanato dall’abitazione familiare col divieto di
avvicinamento alla compagna.
In Sicilia inoltre più della metà delle violenze familiari riguarda donne over 65; un dato allarmante lanciato da Spi
Cgil Sicilia che evidenzia come le vittime siciliane più anziane non solo evitano di denunciare ma non ne parlano
con nessuno, per pudore o per timore di vivere un presente privo di sostegno e un futuro di impossibile libertà.
Ne viene fuori un quadro con dati regionali preoccupanti poiché il senso di possesso maschile sulla donna, in Sicilia sembra essere più preponderante rispetto ad altre regioni d’Italia.
Un valido aiuto alle donne che subiscono violenza può provenire dagli sportelli di accoglienza dei Pronto Soccorso che si trovano sparsi su tutto il territorio regionale come l’Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania che tramite una procedura specifica mette a disposizione delle donne vittime di violenza , un percorso con la presenza di operatori sanitari di formazione adeguata: psicologi, assistenti sociali e un team medico-infermieristico.
Altro ausilio concreto può essere ricercato nei centri di ascolto dei Consultori familiari e dai centri anti violenza sparsi su tutto il territorio regionale: per citarne alcuni si possono segnalare l’Associazione Sandra Crescimano che opera presso l’Ospedale Chiello di Enna e il Centro Anti violenza Thamaia di Catania che si occupa di garantire una migliore condizione di vita per le donne maltrattate e i loro figli, garantendo protezione , sicurezza , riservatezza e anonimato. Un supporto per le donne vittime di molestie o maltrattamenti è anche il 1522 un numero anti violenza e anti stalking di pubblica utilità attivo 24/7 per tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile.
La prevenzione da mettere in campo per le donne che subiscono atti violenti è fondamentale per aiutarle a trovare una nuova consapevolezza del proprio io, a reinventarsi e rendersi autonome anche economicamente e ad essere psicologicamente più forti. Altrettanto importante è agire in maniera preventiva sugli uomini autori degli atti di violenza infatti le misure restrittive non bastano ma bisogna adottare contestualmente dei percorsi volti al recupero di questi soggetti; lavorando sulla loro salute psicologica affinché i meccanismi che li inducono a perpetuare un comportamento inadeguato vengano elaborati e superati fino a metabolizzare il concetto fondamentale di rispetto delle loro donne e che non si sfiorano nemmeno con un fiore.

Vittime regione Sicilia 2024 – 2023:

Francesca Ferrigno, Gela
9 settembre 2024
Mariam Sassi, Vittoria
13 giugno 2024
Sameh Zaouali, Vittoria
13 giugno 2024
Maria Benfante, Borgetto
26 maggio 2024
Antonella Salamone, Altavilla M.
11 febbraio 2024
Maria Cirafici, Palermo
9 gennaio 2024
Maria Rus, Naro
5 gennaio 2024
Delia Zarniscu, Naro
5 gennaio 2024
Francesca Chiavetta, Cefalù
14 dicembre 2023
Anna Elisa Fontana, Palermo
25 settembre 2023
Marisa Leo, Marsala
6 settembre 2023
Vera Schiopu, Ramacca
19 agosto 2023
Mariella Marino, Troina
20 luglio 2023
Ilenia Bonanno, Fontanelle di AG
6 luglio 2023
Cettina De Bormida, Catania
10 giugno 2023
Maria Febronia Buttò, Gioiosa Marea
10 marzo 2023
Rosalba Dell’Albani, Giarratana
4 marzo 2023
Melina Marino, Riposto
11 febbraio 2023
Santa Castorina, Riposto
11 febbraio 2023
Margherita Margani, Pietraperzia
4 febbraio 2023
Teresa Spanò, Bagheria
2 gennaio 2023

 

a cura di Giuseppa Lanza

Si ringrazia Scarpinando di Caltagirone

Femminicidio: ieri, oggi, domani

Femminicidio: ieri, oggi, domani

Un fenomeno che affonda le radici nel passato. La violenza sulle donne sembra diminuire, ma non fermarsi. Richieste azioni e leggi ancora più incisive e soprattutto certezza della condanna e prevenzione

Il femminicidio è una tragica realtà che colpisce molte donne in tutto il mondo. È un fenomeno che va oltre la violenza domestica, rappresentando un atto estremo di violenza di genere. Spesso, questi crimini sono il risultato di una cultura patriarcale che vede le donne come inferiori e le considera proprietà degli uomini.
Questa piaga sociale affonda le sue radici nel passato, continua a tormentare il presente e richiede azioni concrete per un futuro migliore.

Ieri
In passato, il femminicidio era spesso ignorato o minimizzato, considerato un “crimine passionale” piuttosto che un atto di violenza sistematica contro le donne. Le sorelle Mirabal, assassinate nel 1960 nella Repubblica Dominicana, sono un esempio emblematico di come la violenza contro le donne sia stata utilizzata come strumento di oppressione politica.
Oggi
Oggi, il femminicidio è riconosciuto come un problema grave e diffuso. In Italia, i dati mostrano un aumento preoccupante: solo nel 2021, sono state uccise 118 donne, di cui 70 per mano del partner o dell’ex. Nonostante le leggi come il “Codice Rosso” mirino a proteggere le vittime, la risposta delle istituzioni spesso non è adeguata.

Domani
Per il futuro, è essenziale promuovere una cultura del rispetto e dell’uguaglianza di genere. Le campagne di sensibilizzazione, l’educazione nelle scuole e il rafforzamento delle leggi sono passi fondamentali per prevenire il femminicidio. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo sperare di eliminare questa forma di violenza.
La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999, attraverso la risoluzione 54/1341. Viene celebrata ogni anno il 25 novembre in memoria delle sorelle Mirabal, tre donne rivoluzionarie dominicane che furono assassinate il 25 novembre 1960 dal regime di Rafael Trujillo. Questa giornata è stata creata per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza di genere e per promuovere azioni concrete a sostegno delle vittime.

Femminicidio
Il termine “femminicidio” si riferisce all’uccisione intenzionale di una donna a causa del suo genere. Questo termine è utilizzato per descrivere una forma estrema di violenza di genere, spesso motivata da ruoli di genere stereotipati, discriminazione e relazioni di potere ineguali tra uomini e donne. Il femminicidio può essere perpetrato da partner intimi, familiari o altre persone, e rappresenta la manifestazione più brutale della violenza contro le donne.

Quando è nato il termine?
Diana E. H. Russell, attivista, studiosa e scrittrice femminista di fama mondiale, è morta il 28 luglio del 2020, a Oakland, in California. Aveva 81 anni. A lei, sociologa e criminologa, si deve l’invenzione e la diffusione del termine femminicidio, nel 1976, diventato di uso comune negli ultimi anni per identificare chiaramente i crimini contro le donne – una battaglia a cui Russell ha dedicato la sua vita – ma da lei coniato già a metà degli anni Settanta.

A cura di Giulia Di Stefano

Si ringrazia per la collaborazione Scapinando di Caltagirone