Catania, torna il progetto “Questo non è amore”, campagna contro la violenza sulle donne

In prossimità del 25 novembre, “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne”, torna a Catania il camper del progetto “Questo non è Amore, la campagna d’informazione permanente della Polizia di Stato sulla violenza di genere.

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L’appuntamento è fissato per la mattina del 24 novembre in piazza del Duomo: il Questore Alberto Francini, insieme al Prefetto Claudio Sammartino, testimonierà l’importanza dell’evento e dell’attività degli operatori dell’Ufficio Minori e Vittime Vulnerabili della Divisione di Polizia Anticrimine, affiancati in questa iniziativa dai poliziotti dell’Ufficio Relazioni Esterne della Questura, e degli esperti psicologi del Centro Antiviolenza Thamaia di Catania.

Testimonial d’eccezione, ancora una volta, Giuseppe Valenti, il padre della compianta Veronica, uccisa a coltellate nel 2014, che ha fatto della divulgazione del messaggio di non violenza una vera e propria missione: rivolgendosi a tutte le donne, ma soprattutto ai giovani, come giovane era Veronica quando venne trucidata, da senso a quell’incommensurabile dolore di un genitore che vede la propria figlia strappata alla vita.

Purtroppo, i dossier della Questura parlano chiaro: quello della violenza sulle donne è un fenomeno in ascesa anche a Catania. E se per ogni denuncia e ogni segnalazione, sono in realtà tantissime le vittime di brutali percosse che tacciono, è facile comprendere come il pericolo che si annida nell’intimità del focolare domestico o la prepotenza e la prevaricazione che dominano certi rapporti “affettivi” possano diventare un serio problema sociale e una vera e propria fenomenologia criminale che dev’essere affrontata con i rigori della legge.

In effetti, negli ultimi anni sono state diverse le leggi che hanno fornito a tutti quegli apparati che sono da sempre in campo contro la violenza sulle donne, Polizia di Stato in testa, gli strumenti per arginare tale fenomeno, fornendo protezione e sicurezza alle vittime, prevedendo misure cautelari e pene detentive per i responsabili dei maltrattamenti.

Le vie da percorrere, in caso si rimanga vittima di violenza di genere o, ancora più semplicemente, qualora si venga a conoscenza di maltrattamenti o soprusi a danno di una donna, sono agevoli, prive di rischi ed efficaci.

Con un semplice gesto si può salvare la vita di una donna; anche con una sola telefonata si può impedire che una passione corrotta dalla violenza possa finire nel sangue.

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