Caronte & Tourist nei guai: pagate tangenti alle amministrazioni per “favori”

Caronte & Tourist nei guai: pagate tangenti alle amministrazioni per “favori”. Appalti per progetti di costruzione, ristorazione e anche pulizie comunali

Caronte & Tourist. I carabinieri di Reggio Calabria in una vasta operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia reggina, hanno arrestato Antonino Repaci, presidente del Cda, e Calogero Fimiani, amministratore delegato della società di navigazione «Caronte & Tourist Spa».

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Da ieri in sera è stata avviata l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari nei confronti di 11 persone, tra di essi presente anche Giovanni Siclari, sindaco della città di Villa San Giovanni. Le accuse sono corruzione turbativa d’asta, falso in atto pubblico, truffa aggravata e peculato, inoltre uno di loro p accusato anche di concorso esterno in associazione mafiosa.

Le indagini confermano che i manager indagati avrebbero asservito la loro pubblica funzione agli interessi della società di navigazione versando mazzette per assicurarsi l’affidamento di alcuni lavori in progettazione.

Il manager della società di traghettamento dello stretto di Messina, Repaci si è mosso anche con il vertice dell’amministrazione comunale, principalmente con il sindaco Siclari, eletto con una lista civica e fratello del senatore di Forza Italia Marco, per assicurarsi l’affidamento di un’area interessata da progetti per la realizzazione di alcuni lavori.

La società di navigazione marittima privata è nata dalla fusione di due società storiche la calabrese Caronte Spa e la siciliana Tourist Ferry Boat Spa, dando vita alla Caronte & Tourist Spa.

L’inchiesta denominata Cenide,  è stata avviata grazie alle dichiarazione di un collaboratore di giustizia affiliato alla ‘ndrangheta, Vincenzo Cristiano, ed ha avuto come oggetto il «progetto della società per la riorganizzazione dell’area Villa Agip con la realizzazione di un nuovo impianto di bigliettazione e connessa automazione».

I pm distrettuali Walter Ignazitto e Gianluca Gelso, hanno coordinato le indagini individuando in Francesco Morabito, responsabile del Settore tecnico urbanistico del Comune di Villa San Giovanni, la figura centrale della questione. che avrebbe avuto delle implicazioni anche con il dipendente comunale Giancarlo Trunfio, per agevolare la realizzazione di alcuni lavori.

I loro rapporti sarebbero stati regolati dalla promessa di assunzione del figlio di Trunfio presso l’azienda di trasporti marittima e avrebbero adottato un provvedimento illegittimo per consentire alla società la rapida realizzazione dell’opera in assenza di un titolo edilizio, nonostante sarebbero dovuti essere di proprietà dell’ANas.

Un altro caso di corruzione che riguarda Morabito è emerso dalle indagini, avrebbe agevolato l’iter delle pratiche edilizie di Gaetano Bevacqua, un’ imprenditore nell’ambito della ristorazione e gestione della sala ricevimenti «Villa Chiringuito» di località Cannitello di Villa San Giovanni, in cambio di cene gratuite o con grandi sconti per se e altri.

Inoltre Morabito avrebbe cercato di indirizzare l’appalto per la riqualificazione del lungomare a favore del  raggruppamento temporaneo di professionisti in cui aveva inserito il Giovanni Marco, neolaureato in ingegneria. Avrebbe anche interferito con la gara d’appalto di pulizia del municipio tra il 2014 e 2016, in collaborazione con Vincenzo Cristiano, per farlo ottenere alla Cooperativa Sociale Pandora.

Infine Morabito avrebbe interferito manipolando la presentazione dell’offerta ancora prima della pubblicazione, in modo da garantire preventivamente l’aggiudicazione dell’appalto, azione aggravata dalle modalità mafiose, dato che all’epoca dei fatti, Cristiano era un membro della cosca di ‘ndrangheta Bertuca.

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