Un cammino, un viaggio, un’avventura.
Il Cammino di San Giacomo è un pellegrinaggio che si svolge da Caltagirone a Capizzi, le due comunità custodi di importanti reliquie di San Giacomo il Maggiore. Partendo dall’antica Basilica di San Giacomo a Caltagirone si raggiunge il duecentesco Santuario di Capizzi, il più antico luogo di culto jacopeo dell’Isola, attraverso un percorso di circa 130 km immerso in una straordinaria varietà di paesaggi siciliani.
Molteplici sono i motivi che spingono i pellegrini a compiere questo viaggio, da quelli religiosi a quelli semplicemente turistici, ma andiamo a scoprire meglio cosa riserva questo cammino attraverso l’intervista a Massimo Porta, uno dei promotori di questo evento e priore in Sicilia della Confraternita di San Jacopo di Compostella, associazione di laici con sede nazionale a Perugia e che ha una presenza capillare ormai in tutta Europa.
Come è nato questo evento? Dove, quando e perché? Chi si occupa dell’organizzazione?
Il cammino siciliano di San Giacomo nasce qualche anno fa da un’idea del dottor Salvatore Trumino, il coordinatore del cammino siciliano di San Giacomo. Durante il periodo della pandemia, poi, mi contattò e mi chiese se l’idea mi piaceva, e se si poteva avere l’adesione e la solidarietà della Confraternita di San Jacopo di Compostella, rifondata a Perugia nel 1981 per volontà di alcuni studiosi e pellegrini per ridestare un’antica confraternita del medioevo che assisteva i pellegrini nel centro Italia che si dirigevano a Santiago de Compostela. A me l’idea piacque subito, e così attivammo un tavolo istituzionale con i sindaci di tutte le città che sono attraversate dal cammino. Da lì è iniziata una sinergia tra persone, gruppi ed enti locali che certamente ha prodotto buoni risultati, sotto certi aspetti inaspettati. Migliaia di pellegrini, italiani e stranieri, percorrono il cammino, aderendo in gruppo o individualmente, e così è diventato realtà un antico sogno, ossia quello di realizzare un cammino itinerario dedicato a San Giacomo Maggiore apostolo che unisse due città protette dall’apostolo stesso, ossia Caltagirone e Capizzi, comunità montana dei Nebrodi, dove sono custodite le reliquie del patrono san Giacomo.
Quando è possibile svolgere il cammino? E cosa prevede?
Il cammino è possibile svolgerlo in qualsiasi periodo dell’anno con prenotazione. Il numero di pellegrini siciliani, in particolare giovani, sta aumentando, e da parte dell’organizzazione c’è un impegno di assistenza e solidarietà non indifferente. Questa tradizione del culto di San Giacomo è stata meglio rilanciata da questo cammino, la cui idea nasce, come detto in precedenza, dal dottor Trumino, eletto come coordinatore dello stesso dai sindaci dei comuni del cammino che sono Caltagirone, San Michele di Ganzaria, Mirabella Imbaccari, Piazza Armerina,Valguarnera, Assoro, Nicosia e Capizzi. Sono circa 130 kilometri, che dispongono di una segnaletica ottima ma anche di ottimi servizi, secondo i numerosi riconoscimenti dati al cammino stesso. Presso le varie tappe del cammino infatti esistono degli ostelli municipali efficienti e ben serviti, oppure i classici B&B che ospitano il pellegrino offrendogli tutti i servizi adeguati.
Quanti pellegrini nel corso degli anni hanno aderito all’iniziativa? E quali sono stati gli esiti?
Obiettivamente dietro tutto questo c’è uno studio, oltre che una piena conoscenza del territorio e dei cammini, e tutto ciò fa sì che nel cammino non vi siano improvvisazioni. È chiaro che ci sono dei miglioramenti sempre in corso, anche grazie alle critiche costruttive che fanno bene quando servono a migliorare le cose. Ma la positività è data dal numero elevato di pellegrini, sempre crescente, che aderiscono, sia italiani che stranieri, e dai riscontri positivi che si ricevono.
In particolare, un evento che mi ha molto commosso è stato vedere delle donne brasiliane devote di san Giacomo intraprendere questo cammino, le quali sono venute a Caltagirone e abbiamo cercato di accoglierle come meglio potevamo. È stato un momento toccante.
Anche 40 maltesi hanno partecipato a questo cammino, e il riscontro è stato positivo. I pellegrini poi sono stati accolti dal sindaco Fabio Roccuzzo, ma anche da tutti i sindaci dei vari paesi coinvolti nel cammino, facendo sentire il pellegrino pieno di attenzioni e solidarietà.
Cosa significa per la Sicilia e per Caltagirone questo cammino?
Per quanto riguarda la Sicilia questo cammino è il ridestare un antico culto, quello di San Giacomo, facendolo conoscere anche sul piano nazionale e internazionale, e consentendo a una Sicilia interna di essere più valorizzata e meglio conosciuta. In particolare, per Caltagirone questo cammino ha rappresentato una novità positiva, importante, avendo la possibilità di essere apprezzata enormemente e costituendo un punto di forza anche per il turismo della nostra città.
Perché una persona dovrebbe fare questo cammino di San Giacomo?
Lo consigliamo ai giovani, ai concittadini di Caltagirone, ai Siciliani, a tutti, perché come tutti i cammini fa riscoprire la gioia di vivere, il senso della solidarietà, fa conoscere luoghi, tradizioni e anche odori e sapori della nostra bella Sicilia, consentendo di staccare un po’ la spina rispetto allo stress della vita quotidiana, in un ambito dove la dimensione religiosa per chi crede ha un aspetto fondamentale, importante, legato al culto di San Giacomo Maggiore apostolo.
A cura di Veronica Gambino