Caltagirone, testimonianza di un giovane: “Aspetto esito del tampone”

Caltagirone, testimonianza di un giovane, inquieto per l’esito del tampone a causa del Covid-19 che si è insinuato di recente nel suo focolare domestico

Caltagirone. Non solo gli anziani ma anche i giovani vengono presi di mira dal Covid-19. Dopo aver riportato la recente testimonianza di Diletta, giovane di Caltagirone positiva al virus, in redazione ci giunge un’altra testimonianza molto toccante di un giovane calatino che, chiedendoci di mantenere l’anonimato sulla sua identità, ha recentemente sperimentato anch’egli l’incontro con lo spettro del Covid-19.

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Quest’altra esperienza, raccontataci in pochissime righe, segna ancora di più la nostra società e le nostre vite già sopraffate e sconvolte dalla pandemia. Anche la vita dei giovani italiani, quindi, sono colpite da questo killer silenzioso, il Covid-19. Un virus che non conosce confini, persone, sesso.

Pertanto, la redazione ha deciso, grazie soprattutto al consenso del giovane calatino, di riportare di seguito in formato integrale la testimonianza.

«Nel clima di incertezza che in questa pandemia coinvolge e unisce paesi diversi recentemente ho sperimentato anch’io l’incontro con lo spettro del Covid-19. Si è insinuato lentamente nel mio focolare domestico dopo un casuale contatto sul posto di lavoro con una persona positiva, all’inizio di aprile.

Noi giovani ci crediamo invulnerabili, non posiamo lo sguardo su ciò che ci sembra lontano almeno finché non ne facciamo concreta esperienza nelle nostre vite e in quelle dei nostri parenti».

«Quando con gran sorpresa mi sono trovato a condividere sintomi influenzali dapprima lievi e poi più significativi con i miei famigliari, non ho esitato ad intervenire sfruttando i canali di segnalazione messi a disposizione dal governo: procedendo come da istruzioni, abbiamo richiesto i tamponi e da quel momento è iniziata l’attesa.

Le nostre vite hanno attraversato giorni rocamboleschi in cui, nella snervante attesa dei tamponi, stavamo lontani gli uni dagli altri. Il tempo trascorreva ma non arrivò nessuno a sottoporci ai test nonostante le continue sollecitazioni. Non avere una risposta su un fatto così importante ci ha lasciato nell’incertezza e gettava un velo oscuro sull’immediato futuro».

«Dopo diverse settimane e svariate chiamate che lasciavano intravedere una certa disorganizzazione, il giorno dei test è arrivato e abbiamo fatto gli attesi tamponi. Non conosciamo ancora la risposta, ma il fatto che le cose si siano smosse ha risollevato gli animi, come se all’improvviso qualcuno, parlando, avesse rotto un silenzio protrattosi troppo a lungo.

Per la prima volta dopo giorni, ho notato che in famiglia non si parlava più dello stesso argomento. Non conosciamo ancora la risposta, ma il solo fatto di aver “inoltrato la domanda” ha cambiato le cose.

La mia speranza è che si smorzino, con tempi più rapidi e un’amministrazione più accorta, i climi di incertezza famigliare che tanti italiani stanno vivendo in questo momento, non solo per un futuro migliore, ma per un migliore presente».

Foto articolo: Immagine di repertorio

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