Caltagirone, sindaco Ioppolo: “Il convegno diventi un appuntamento annuale”

Il convegno di Caltagirone “diventi un appuntamento annuale”. È l’auspicio formulato dal sindaco Gino Ioppolo salutando il cardinale Gualtiero Bassetti presidente della Conferenza episcopale italiana.

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Anche il presidente del “Polo d’eccellenza Mario e Luigi Sturzo”, Salvatore Martinez, ha sottolineato la necessità di “proseguire su questa via dell’incontrarci, del dialogare, del progettare, del costruire insieme; quella che Papa Francesco chiama “la cultura dell’incontro”. Il “metodo sturziano”, vorrei dire, quello di fare appello a tutti, di chiamare tutti a dire qualcosa, a condizione che si torni a dire le cose con il loro vero nome, senza infingimenti e approssimazioni di senso”.

Ricordando le parole di Papa Francesco, Salvatore Martinez ha detto che “la società italiana si costruisce quando le sue diverse ricchezze culturali possono dialogare in modo costruttivo: quella popolare, quella accademica, quella giovanile, quella artistica, quella tecnologica, quella economica, quella politica, quella dei media”. Infine, guardando all’Europa, Martinez ha affermato che occorre una “discontinuità culturale. Urge una cultura dei diritti umani che sia vera cultura di pace”.

Una tre giorni che non può rimanere isolata, per il sindaco di Caltagirone, ma deve diventare un “appuntamento annuale affinché i cattolici impegnati in politica, non più riuniti come avvenne nel passato nel partito unico, ma distinti e convergenti all’interno di tante formazioni, possano riprendere davvero un cammino in piena consapevolezza per il benessere della nostra gente, della gente siciliana, della gente del meridione, della gente italiana e della gente di tutta l’Europa”.

In Comune il presidente dei vescovi italiani, cardinale Bassetti, ha firmato il libro degli ospiti, lasciando la seguente dedica: “la famiglia, la chiesa, l’istruzione, la cultura, il lavoro, e, al primo posto, la persona sono alcuni dei principi inderogabili che il Servo di Dio Luigi ha lasciato in eredità a tutti noi”.

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