Caltagirone, polemica evento Dolce&Gabbana: risponde il sindaco Ioppolo

“Devotion” griffata Dolce&Gabbana è stata sicuramente per Caltagirone una manifestazione singolare, inedita, giunta in un momento storico particolare, considerando l’emergenza sanitaria ancora in corso a causa del Covid-19. E quest’ultimo aspetto, considerando le scelte determinate per le festività del santo patrono San Giacomo, è servito per soffiare sulle fiamme della polemica per chi si è detto contrario al suo svolgimento, puntando il dito contro l’amministrazione e ancora di più contro persona del sindaco Gino Ioppolo. In esclusiva per i lettori di Prima Stampa, le ragioni e la versione del primo cittadino e della sua Giunta.

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Sindaco, un evento simile non andava svolto, non in questo momento. Per l’intera giornata di mercoledì più volte si sono verificate situazioni che hanno causato assembramenti e la sera sembrava proprio la festa di San Giacomo, quella che quest’anno è mancata, causa Covid. Ecco, perché le feste patronali no e l’evento “Devotion” sì?
“Paragonare la festa di San Giacomo e la sua immensa partecipazione popolare con Devotion è un triplo salto mortale. Nella prima ci sono le processioni, giustamente inibite dalle autorità religiose, e la Luminaria, che quest’anno l’amministrazione ha voluto interpretare in riuscita chiave mediatica, raggiungendo più obiettivi: non interrompere la plurisecolare tradizione; dedicare l’evento agli angeli anti-Covid e promuovere Caltagirone a livello mondiale, come testimoniano gli oltre tre milioni di persone che tra TV, testate online e social hanno seguito l’evento.
Nella seconda c’è stata invece principalmente la proiezione di un film di 45 minuti, offerta dalla Regione Siciliana, che ha saputo mettere in risalto il valore dell’artigianato, in particolare dell’artigianato ceramico, che è una delle leve economiche maggiori della nostra città.
E sinceramente colgo l’occasione per ringraziare, per tutti, Sua Eccellenza il Prefetto di Catania e Sua Eccellenza il vescovo di Caltagirone, che con la loro presenza hanno impresso il suggello ad una manifestazione significativa”.

Per questa scelta, ovvero quella di far svolgere la manifestazione Dolce&Gabbana, la cittadinanza, o meglio, quella parte della cittadinanza che ha deciso di non prenderne parte per ovvi motivi legati all’emergenza sanitaria, che lei stesso più volte a dichiarato essere in corso, punta il dito definendo l’amministrazione, in questo caso, “folle”, “incapace di gestire simili situazioni”, “contraddittoria”, “legata ad interessi particolari”. Sono tutte espressioni usate da molti concittadini che in questi termini si sono espressi sui social, gli stessi mezzi social che lei ha elogiato invitando la cittadinanza a non uscire per le feste patronali ed a prenderne parte “virtualmente”. Come si difende l’amministrazione?
“Premesso che Devotion, che ha coinvolto nelle sue varie fasi un numero sicuramente soddisfacente di persone ma neppure paragonabile a quello degli eventi che si susseguono in occasione della festività di San Giacomo, è stata una manifestazione offerta dalla Regione Siciliana soltanto a cinque città dell’isola e fra queste, oltre a Caltagirone, ci sono Taormina, Siracusa e Palermo, e che si tratta sì di una manifestazione che ha avuto un ben colto intento promozionale nei confronti della bellezza siciliana e in questo caso, per quanto ci riguarda, nei confronti della bellezza di Caltagirone, l’amministrazione non deve per nulla difendersi, anzi potrebbe persino rivendicare il merito di non essersi fatta sopraffare dalla pigrizia, dall’ignavia e dalla rassegnazione e probabilmente, proprio questo impegno, questa determinazione dell’amministrazione, ha dato fastidio a qualcuno. Quindi, ribadisco, nessuna contraddizione, si tratta di due eventi assolutamente non confrontabili, non raffrontabili”.

Inutile nascondersi dietro ad un dito: quella del 5 agosto è stata a tutti gli effetti una partecipazione popolare ad un evento certamente importante, partecipazione popolare che è stata però negata per una delle più care tradizioni ai calatini, quella dell’accensione della Scala. Molti l’hanno considerato un affronto, uno sfregio: la pensa diversamente?
“Nella serata del 5 agosto c’è stata una presenza di pubblico ma, come testimoniano gli stessi numeri, si tratta di una presenza non paragonabile a quella che si registra nei momenti cruciali della festa di San Giacomo. Visto che qualcuno parla di sfregio, a mio avviso, l’unico sfregio che mi mare di individuare è quello che si tenta di infliggere al buon senso dei cittadini che continuano ad amare Caltagirone ed a spendersi in maniera importante, significativa per la nostra città”.

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