A Caltagirone nasce il Museo del Fercolo di San Giacomo. Restaurati anche quattro dipinti. Il Fercolo è uno dei manufatti artistici più importanti nella storia della festa patronale, eredità immateriale della Sicilia.
IL MUSEO DEL FERCOLO È REALTÀ
Presso la sala “Silvio Sturzo” del comune di Caltagirone ove è custodito l’antico fercolo di San Giacomo è stato ufficialmente inaugurato il Museo del Fercolo, che comprende lo stesso fercolo, arricchito da contenuti didattici quali un video che racconta le fasi del restauro, i pannelli illustrativi e le opere scultoree di Giandomenico Gagini e di altre maestranze gaginesche, ritrovate nei depositi comunali e adesso riconsegnate alla fruizione pubblica.
L’antico fercolo è una complessa macchina opera dello scultore napoletano Scipione di Guido. Fu realizzato nel 1590, trasformato e ricoperto d’argento nel 1764 a cura di Vincenzo Blandano e fu utilizzato per secoli per portare in processione la statua cinquecentesca del Santo patrono di Caltagirone, venendo infine sostituito, nel 1964, da un nuovo fercolo in bronzo.
“E’ stato un restauro complesso, che ci ha molto impegnati – ha detto la soprintendente Donatella Aprile – ma il risultato credo compensi ampiamente gli sforzi profusi. Caltagirone è uno scrigno di bellezza, con tanti tesori che meritano la nostra attenzione. Piena la nostra collaborazione con l’Amministrazione comunale”.
“Il restauro del fercolo – ha sottolineato il vescovo Calogero Peri – non è solo una porta aperta nel passato, ma anche una freccia verso il futuro”.
L’assessore Claudio Lo Monaco, “anima” di questa iniziativa di recupero e valorizzazione, si è soffermato su “ciò che i fercoli del Santo, e questo in particolare, hanno rappresentato per Caltagirone, in un tutt’uno fra fede e identità di un popolo”.
“Oggi – ha dichiarato il sindaco Fabio Roccuzzo – si scrive una pagina importante per la nostra città, con un’iniziativa che ha significative refluenze religiose, culturali e turistiche”.
I ringraziamenti dell’Amministrazione comunale sono andati, oltre che alla Soprintendenza, anche all’assessore regionale ai Beni Culturali Francesco Scarpinato e ad alcuni privati per l’apporto dato – la ditta Renovo e l’imprenditore Franco Leone di Expert -, e all’autore del video Paolo Barone.
Il modello di restauro realizzato a Caltagirone, primo fra gli otto centri del sito ”Città tardo barocche del Val di Noto”, ha inaugurato di fatto una nuova modalità di fruizione dei beni culturali: un laboratorio di restauro in cui studenti, cittadini e visitatori hanno assistito in diretta al recupero dell’opera.
L’intervento di restauro è stato svolto in open space nella sala Milazzo. Il Museo del Fercolo viene definito come il racconto dettagliato di uno dei manufatti artistici più importanti nella storia delle feste patronali patrimonio immateriale dell’umanità qual è quella di San Giacomo a Caltagirone.
Quattro dipinti restaurati
Saranno, inoltre, riconsegnati nei prossimi giorni al Comune di Caltagirone tre dipinti di proprietà dello stesso Comune, in esposizione presso il Museo Civico ex Carcere borbonico, che sono stati restaurati su iniziativa della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Catania nell’ambito di un intervento che, per la somma di 48mila euro, ha interessato anche il dipinto raffigurante San Giorgio, nella chiesa omonima, di proprietà della Diocesi.
Si tratta del dipinto ad olio su tela raffigurante l’Annunciazione – secolo XVII fine, ambito Filippo Tancredi; del dipinto ad olio su tela secolo XVII Cristo alla colonna; del dipinto ad olio su tela autore Giovanni Portoluni, Apparizione della Vergine a Sant’Onofrio.
Le caratteristiche dei tre dipinti li rendono non esempi artistici di genere, ma opere molto interessanti per la qualità, la resa cromatica, l’iconografia e la storia delle collezioni e della committenza a Caltagirone. Tutti i dipinti, dopo il restauro, hanno acquisito un perfetto equilibrio cromatico e quei rapporti di luce che restituiscono a chi le guarda il significato concreto di bellezza in un’ opera d’arte.