Caltagirone: cala il sipario sul primo Pride

Un pomeriggio caldo e una notte bollente hanno fatto da cornice al primo Caltapride.

È un arrivederci, vi aspettiamo per il secondo Caltapride“, così ieri sera il sindaco di Caltagirone Fabio Roccuzzo ha salutato i tanti partecipanti alla kermesse ospitata per la prima volta nella città della ceramica.

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Iniziata nel pomeriggio con un incontro a piazza Risorgimento, la parata di tante persone locali e non, ha proseguito lungo un percorso che intorno alle 22:00 è terminato in piazza Umberto. Qui era stato predisposto un palco, dove si sono susseguiti interventi di sensibilizzazione e intrattenimento musicale. A tenere la scaletta e ad intrattenere il pubblico il duo Karma B, originarie di Nicosia. Le due artiste sono un duo di drag queen gemelle protagoniste della scena drag italiana e non solo. Amano definirsi come creature mitologiche, metà esseri umani e metà Raffaella Carrà.

La partecipazione numerosa, giustificata anche dalla presenza di tante persone provenienti da mezza Sicilia (in contemporanea a Messina si stava svolgendo una manifestazione simile), ha sicuramente permesso di raggiungere l’obiettivo prefissato dagli organizzatori: fare in modo che se ne parli!

È stato questo il senso degli interventi susseguitisi sul palco. Giovani e meno giovani, calatini e non, hanno voluto tutti ribadire come sia necessario un atto di sensibilizzazione verso chi intende manifestare se stesso o la propria sessualità in maniera libera e spontanea.

Una manifestazione che è servita soprattutto ad accendere un riflettore sulle discriminazioni e gli atti di omofobia che una parte della società bigotta e frustrata continua a perpetrare nei confronti di tanti giovani.

“Ho capito cosa significa sentirsi gli occhi addosso, come tanti giovani ogni giorno sono soliti sentire”, così Luca Giarmanà, uno degli organizzatori del Pride e punto di riferimento nel territorio per le sue molte attività sociali e culturali, durante un video sui social per il solo fatto di avere dei colori disegnati sulla guancia.

E così si è voluto dare un segnale in una città sonnolenta come Caltagirone, in cui tutto sembra restare fermo, soprattutto in questi giorni di caldo, dove anche un passo in più diventa sofferenza.

Ieri sera sembrava strano vedere i soliti volti noti di Piazza Umberto seduti sulla panchina accanto alle due Karma-B, in un momento di confronto sulla scaletta. O i gruppi colorati dei Vespa club, mischiarsi con i tanti ragazzi e ragazze con tatuata in volto la bandiera dell’arcobaleno, simbolo del Pride per eccellenza.

Non so quanto realmente abbiano compreso i calatini, lì non per il Pride, ma per la solita passeggiata serale alla ricerca di un po’ di refrigerio dopo una giornata di caldo soffocante. Però è certa una cosa: per la prima volta Caltagirone non è stata solo a guardare, ha dimostrato di avere una generazione di giovani che forse sarà in grado di dare un nuovo volto alla città. Non parlo in maniera esclusiva del tema che ieri hanno portato in piazza, legittimo ma non esaustivo delle tante cause di cui il nostro Paese dovrebbe occuparsi. Ma del fatto che da tempo non si vedevano ventenni e trentenni battersi così energicamente per rivendicare la loro voglia di essere protagonisti in un centro che di giovani ne ha sempre meno.

Se questi sono i presupposti, tra qualche anno Caltagirone potrebbe tornare a scommettere su una nuova classe dirigente, imprenditoriale e di professionisti in grado di rilanciare, definitivamente, la città nei consessi più nobili. Chissà cosa avrebbe detto Luigi Sturzo, quand’era sindaco, se avesse ospitato una kermesse simile.

 

Paolo Buda

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