Calendario del Senato Civico di Caltagirone: una storia senza tempo del simbolo indiscusso della nostra cittadina

Il calendario del Senato civico di Caltagirone, da ben 9 anni, è ancora uno degli elementi più identitari di Caltagirone. Per questa sua importanza, di fatto, è stato consegnato al sindaco durante il tradizionale incontro con la stampa avvenuto al municipio il 30 dicembre 2023.

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Alessandro Annaloro, giornalista pubblicista e collaboratore della testata giornalistica “Prima Stampa degli Erei”, ci ha concesso una breve intervista sulla storia di questo calendario.
Come e perché è nata l’idea di un calendario?
Caltagirone è l’unica città, anticamente demaniale, a conservare fino a oggi tutto quello che riguarda il Senato calatino: dagli oggetti alle livree, fino ai documenti storici. È per questo motivo che decisi di dar vita, assieme alla APS Vox e all’editore Salvatore Zammuto, al Calendario prima e alla mostra e al libro del Senato poi.
Pertanto il Senato Civico di Caltagirone continua ad essere al centro delle attività dell’ APS Vox. Da un decennio circa, il progetto è iniziato con la produzione del primo calendario, nel 2016. Fui io a esprimere il desiderio di realizzare un calendario sul Senato Civico.
L’idea è stata subito recepita dall’editore, Salvatore Zammuto, che ha pianificato il progetto, e così è nata la prima edizione del Calendario. Il successo riscontrato ci ha obbligato a ripetere nel tempo questa iniziativa, che di fatto è diventata un appuntamento annuale tradizionale.
Il progetto è stato portato avanti sempre con l’APS Vox, e nel corso degli anni è stata realizzata anche una mostra, patrocinata e finanziata dal comune di Caltagirone e realizzata mediante la collaborazione di partner e attività commerciali calatine e della Società Calatina di Storia, Patria e Cultura.
Quali sono stati i temi sviluppati nel corso degli anni?
Dalla prima edizione all’ultima, il tema centrale del calendario è sempre stato il Senato Civico di Caltagirone, un pezzo storico e patrimoniale della nostra città. In particolare, la mostra del Senato Civico ha evidenziato molto di più l’intento dell’APS Vox e mio, ossia quello di valorizzare Caltagirone anche mediante non solo un prodotto cartaceo bensì un prodotto storico e museale. A tal proposito l’associazione e il comune collaboreranno per una mostra permanente del Senato.
Quante persone sono state coinvolte in questo progetto?
Sono state coinvolte tantissime persone nella realizzazione di questo progetto. Finanziato tramite sponsor privati, infatti, ci siamo avvalsi della collaborazione del Comune di Caltagirone, della Diocesi di Caltagirone e del FAI – delegazione di Catania. Interessante è stata anche la collaborazione, per l’edizione 2023, con l’associazione Dimore Storiche Italiane – Sezione Sicilia e con i Saloni di rappresentanza di Palazzo Spadaro Libertini di Caltagirone (location fotografica della medesima edizione), nella persona di Avv. Lara Gravina. Hanno collaborato al progetto in questi anni anche il fotografo Andrea Annaloro, il grafico Michele Piazza, il grafico Pascal Platania e infine i ragazzi del Senato. Inoltre importante la collaborazione del professore Pace Gravina, che ci ha dato un supporto storico e culturale per il progetto. Infine, i patrocini di cui ci siamo avvalsi sono tutti a titolo gratuito.
Il prossimo anno ricorrerà il decimo anniversario dalla pubblicazione del primo calendario, in un articolo, il quotidiano ‘La Sicilia’, ha pubblicato il commento dell’editore, Salvatore Zammuto che ha preannunciato un importante cambiamento, può darci qualche anticipazione?
Certamente. Per il 2025, in occasione del decennale del calendario, l’editore Salvatore Zammuto ed io, in quanto ideatore del progetto, abbiamo preannunciato una novità che tenderà a valorizzare maggiormente i contenuti ed il reportage fotografico realizzato e raccolto in questi anni dall’ APS Vox. Ma il resto lo scoprirete in seguito.

Il protagonista del calendario, come si evince già dal titolo, è proprio lui, il Senato Civico di Caltagirone.
Per questo il professore universitario di Storia del diritto all’Università di Messina, il professor Giacomo Pace Gravina, ci ha concesso una esaustiva intervista sull’ approfondimento dello stesso.

Ci potrebbe parlare meglio del Senato Civico di Caltagirone? Cosa ha significato per questo comune la sua nascita?
Il Senato era il corpo amministrativo che reggeva la città fin dal medioevo. In sostanza era costituito dal gruppo di ufficiali che amministrava la città. Nel corso della storia acquisì sempre più prerogative e privilegi, fino a quando nel 1637 ebbe il privilegio di diventare Senato. È durato fino all’unità di Italia, come corpo amministrativo, e i giurati si trasformarono in sindaco e assessori. Ciò significò per il nostro comune un salto di qualità nell’ambito dell’autorappresentazione del ceto di governo della città, e oggi è anche un tassello importante per la memoria collettiva di Caltagirone, l’unica città ad avere mantenuto le tradizioni.
Cosa caratterizza il Senato Civico di Caltagirone?
Intanto a Caltagirone, quinta città ad avere avuto un senato, ancora oggi è rimasto il corteo del Senato nella sua interezza. Pur con tante modifiche nel corso dei secoli, questo corteo è rimasto infatti pressoché intatto nella sua composizione, mentre le altre città principali della Sicilia, quindi Palermo, Catania, Messina, Siracusa e Trapani non lo hanno più. Caltagirone quindi è l’unica città in cui si può vedere ancora il corteo. Gli elementi fondamentali del Senato erano i senatori, quindi gli amministratori della città, con i mazzieri che portavano le mazze d’argento, il simbolo del potere pubblico, il banditore che aveva le funzioni di cerimoniere, poi i contestabili, i servienti del Senato, le carrozze, con i relativi equipaggi, insomma, tutti quegli elementi che rappresentavano il corpo della città stessa.
Cosa ha significato per lei, in qualità di professore e ricercatore, dedicarsi a questa ricerca?
Questa è una ricerca che faccio da quando ero ragazzino, all’incirca dai 16 anni, e anche la mia tesi di Laurea fu sulle prerogative e sull’amministrazione di Caltagirone nel 500. Ci ho scritto anche un libro, intitolato “Il governo dei gentiluomini”, e la mostra del catalogo per me è stata il sugello di una ricerca durata all’incirca più di quarant’anni.
Per quanto riguarda la mostra invece? E il catalogo?
La mostra organizzata a tal proposito, e la quale aveva un comitato scientifico, ha visto la collaborazione tra gli studiosi della materia e il gruppo di giovani che si occupano del calendario del Senato Civico di Caltagirone. Questa mostra è stata in particolare anche il frutto di una sinergia tra il passato e il presente del Senato, tra la memoria e la volontà di portarlo avanti, tra gli studi e l’applicazione pratica, per raccogliere, anche grazie all’ approfonditissima ricerca, il materiale per la mostra e nel contempo gli approfonditi studi confluiti nel catalogo.
Quest’ultimo in particolare, è costituito dai saggi scientifici scritti dai componenti del comitato scientifico e da me, che sono stato anche il curatore. Ci sono i saggi introduttivi, che spiegano la storia del Senato e dei privilegi di Caltagirone, e poi il catalogo della mostra con tutti i pezzi e le fotografie dell’esposizione.
Per mantenere viva questa memoria storica, cosa potrebbe fare il comune di Caltagirone secondo lei?
A mio parere sarebbe opportuno far diventare il Senato Civico Patrimonio Immateriale Unesco, quindi tutelarlo, investire nel suo restauro e nella sistemazione dei costumi del corteo in maniera più studiata, in particolare con delle ricerche storiche e approfondite su questi temi, arrivando anche a pubblicizzarlo a livello turistico.

A cura di Veronica Gambino

 

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