Bene in comune, “Dismissione selvaggia che mortifica la cultura, gli artigiani e la volontà del consiglio comunale”

“L’inserimento tra gli immobili, oggetto di dismissione e vendita a privati dell’ex mercato ortofrutticolo di Contrada Molona, mortifica e calpesta la volontà del Consiglio Comunale di Caltagirone che, su proposta di Caltagirone Bene in Comune, ha deciso all’unanimità di trasformare l’immobile in area servizi per gli artigiani della nostra città alla luce delle difficoltà di inserimento nell’area dei semini.
Negare un pronunciamento unanime del consiglio è grave e lesivo dell’istituzione consiliare eletta dai cittadini.
Altrettanto grave è l’inserimento tra i beni immobili oggetto di vendita ai privati della ex Fornace Hoffman, che seppur incompleta, deve assolvere alle finalità culturali per le quali è stata realizzata.
La fornace Hoffman va invece completata e messa a disposizione della città affinché ospiti, eventi culturali e promozionali di grande livello.

Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!

Non comprendiamo infine le ragioni che spingono alla vendita di alcuni locali dell’ex macello dei Semini, con ciò denotando assoluto disinteresse per un quartiere nevralgico e di fondamentale importanza che da quasi tre anni attende concreti e significativi interventi di riqualificazione”

Questo il comunicato stampa inviato dal Movimento Caltagirone Bene in Comune anche sul fronte istituzionale dura la presa di posizione dei consiglieri comunali Cristina Navarra e Aldo Lo Bianco, “Il provvedimento pur avendo una connotazione contabile non può sottrarsi ad una valutazione di tipo politico. Con la volontà di dismettere alcuni immobili, questa Amministrazione Comunale dimostra di non avere una chiara idea di sviluppo della città,  di alcune aree di interesse culturale ed artigianale e di riqualificazione delle periferie. Se soltanto vi fosse una reale strategia di una rigenerazione del già esistente e di una valorizzazione della parte più storica della città , alcuni piccoli immobili di Via Gesualdo Clementi e di Pazza Innocenzo Marcinnò potevano essere risparmiati da questa dismissione selvaggia e concorrere a ripensare lo sviluppo del centro storico. Se è vero che alcuni beni immobili possono avere un valore esclusivamente economico e servire a rimpinguare le casse comunali, per altri non è così. In un’ottica di progettazione della città e di una possibile sostenibilità del suo patrimonio occorre una regia e una ” vision” che non intravediamo”.

Condividi

Cosa ne pensi?