Catania: in ricordo di Lizzio e Montana per la cultura della legalità

Oggi, 31 Luglio,  si è svolta una cerimonia in memoria del Questore Montana e dell’Ispettore Lizzio noti per il loro impegno nella lotta contro la mafia.

Il loro ricordo rappresenta un modello di comportamento da seguire per promuovere e diffondere i valori della legalità.

Questa mattina, al cimitero monumentale di Catania, alla presenza del Questore, sono state deposte due corone di alloro del Capo della Polizia sulle tombe del Commissario Giuseppe Montana e dell’Ispettore Capo Giovanni Lizzio, in ricordo del sacrificio dei due poliziotti barbaramente uccisi per mano dalla mafia.
In loro memoria è stata celebrata anche una messa nella chiesa dell’Immacolata Concezione dei Minoritelli, alla presenza del Prefetto Librizzi, dei familiari dei caduti e dei colleghi della Questura e delle Specialità, che si sono uniti per ricordare insieme il loro sacrificio e il loro valore nella Polizia di Stato.
Sono trascorsi ben 39 anni dalla morte di Beppe Montana, simbolo e baluardo di legalità, in un periodo storico in cui la lotta dello Stato contro le mafie ha registrato una delle pagine più dure e cruenti.
Assegnato alla Squadra Mobile di Palermo, Beppe, fu posto a capo della sezione Catturandi dove ha raggiunto risultati di rilievo, collaborando anche col pool antimafia.
Nel corso della sua attività investigativa ha arrestato numerosi latitanti, scoperto ingenti quantità di droga e depositi di armi, contrastando così i traffici e i piani criminali di Cosa Nostra.
Intensa fu la collaborazione con Ninni Cassarà, vice questore aggiunto, anch’egli ucciso nove giorni dopo di lui.
Alla morte di Chinnici, Montana ha dichiarato: «A Palermo siamo poco più d’una decina a costituire un reale pericolo per la mafia. E i loro killer ci conoscono tutti. Siamo bersagli facili, purtroppo. E se i mafiosi decidono di ammazzarci possono farlo senza difficoltà».
Il 28 luglio 1985, infatti, a soli 34 anni, viene ucciso a colpi di pistola da un commando mafioso, mentre si trova con la fidanzata, a Porticello frazione di Santa Flavia a Palermo. La sua morte si inserisce nel periodo in cui la città di Palermo paga un pesante tributo in termini di vittime della mafia. A condurre le indagini, subito dopo la morte di Montana, insieme a Cassarà c’era anche Paolo Borsellino.
Sono passati 32 anni dall’agguato mafioso che spezzò la vita di Giovanni Lizzio, Ispettore Capo responsabile della sezione antiestorsioni della Squadra Mobile di Catania.
Sposato e padre di due figlie viene ucciso la sera del 27 luglio 1992. Egli costituisce uno dei simboli in grado di rappresentare l’impegno che le donne e gli uomini della Polizia di Stato, quotidianamente, producono nella lotta contro la criminalità organizzata. In tanti anni di servizio indagò, in maniera capillare, sia sulle cosche mafiose tradizionali che su quelle emergenti.
Il giorno dell’attentato si trovava a bordo della sua auto, incolonnato al semaforo di via Leucatia, quando è stato attinto da alcuni colpi di pistola esplosi da due giovani che, a bordo di una moto, lo avevano affiancato. Immediatamente soccorso, fu ricoverato in fin di vita al vicino ospedale Cannizzaro, dove morì poco dopo.
Prima della sua uccisione, da circa un anno, Lizzio era passato alla sezione anti-racket della Squadra Mobile. Grazie alle sue indagini furono arrestati molti estorsori legati ai clan mafiosi.
Storie importanti, di lotta alla mafia e di sacrifici, di piccole e grandi rinunce, vissute dai protagonisti ma anche dai loro familiari.
Alla fine della commemorazione, il Questore ha ricordato con senso di gratitudine come Giovanni Lizzio e Giuseppe Montana abbiano sacrificato la loro vita per i valori della giustizia e della legalità.
che hanno saputo trasformare il dolore in impegno sociale, affinché i sacrifici non risultino vani e dall’esempio di chi si è battuto con dedizione e coraggio possano germogliare i semi della legalità, in grado di regalare frutti meravigliosi.

 

 

Arrestato cittadino tunisino per violenza sessuale aggravata a Marina di Ragusa

I Carabinieri della Sezione Radiomobile e della Stazione di Marina di Ragusa nel corso del fine settimana appena trascorso hanno tratto in arresto in flagranza di reato un cittadino tunisino 31enne per violenza sessuale aggravata. La vicenda traeva origine dalla segnalazione al 112 da parte di un giovane in vacanza nella frazione marittima di Ragusa, il quale richiedeva l’intervento dei Carabinieri poiché una sua amica era stata abusata da un extracomunitario.

La gazzella interveniva prontamente portandosi sul posto e riuscendo nell’immediatezza ad individuare il presunto responsabile, che nella concitazione del momento cercava di darsi alla fuga correndo per le vie del centro. Tuttavia, i militari, postisi all’inseguimento, riuscivano a raggiungere il 31enne e a bloccarlo, suscitando tra l’altro il plauso degli astanti che avevano assistito alla scena.

Gli accertamenti esperiti nell’immediatezza hanno permesso di ricostruire come l’extracomunitario avesse avvicinato la vittima, una 15enne in vacanza con la famiglia, mentre era intenta a fare un bagno in mare, avvinghiandosi e palpeggiandola. Fortunatamente la ragazza riusciva a divincolarsi e a scappare, avvisando gli amici lì presenti. Inoltre, all’atto dei controlli il tunisino veniva trovato in possesso di alcune tronchesi, verosimilmente utilizzate per i furti di biciclette.

Per queste motivazioni, il 31enne veniva dichiarato in stato di arresto dai Carabinieri per il reato di violenza sessuale aggravata e contestualmente denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di strumenti di effrazione. Dopo le formalità di rito, l’arrestato veniva condotto presso il carcere di Ragusa come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

 

Catania: raider arrestato dalla Polizia di Stato per spaccio durante le consegne

Recentemente un raider è stato arrestato con l’accusa di spaccio di droga, poiché  invece di consegnare alimenti distribuiva  stupefacenti.

La vicenda è stata scoperta a seguito di una operazione di controllo delle Forze dell’Ordine.

Questo episodio sottolinea una maggiore sorveglianza sui servizi di consegna, al fine di prevenire il loro utilizzo per attività illegali.

Nei giorni scorsi, personale della Polizia di Stato, ha arrestato un 38enne catanese per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Nello specifico, nel transitare per piazza Borsellino gli agenti delle Volanti, durante l’ordinario servizio serale di controllo del territorio, hanno notato un “Rider”, a bordo di uno scooter che, alla vista dell’auto della Polizia, ha invertito repentinamente il senso di marcia. Tale manovra ha insospettito gli Agenti che sono riusciti a bloccardo lungo la via Cristoforo Colombo.
Il conducente, è stato sottoposto a controllo ed identificato; spontaneamente ha consegnato 23 involucri in cellophane contenenti presumibile sostanza stupefacente del tipo cocaina, che occultava nelle parti intime.
Gli involucri contenenti cocaina erano 17, per un peso lordo di 8,19 grammi, 4 involucri contenenti MDMA, una droga sintetica, per un peso lordo di 2,87 grammi e 2 involucri di cocaina rosa per un peso lordo di 1,13 grammi.
L’uomo è stato sottoposto a perquisizione personale, all’esito della quale è stata rinvenuta e sequestrata la somma di 560 euro, ritenuta provento dell’attività di spaccio. Di fatto all’ interno del contenitore normalmente utilizzato per i domicili non sono stati trovati alimenti, essendo di fatto utilizzato piuttosto come una copertura per muoversi più indisturbato per la sua attività di spaccio.
Pertanto, l’uomo è stato tratto in arresto e, dopo aver informato il Pubblico Ministero, su disposizione di questi è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione in attesa del giudizio per direttissimo.

Controlli intensificati a San Berillo: la Polizia ripristina decoro e legalità

A San Berillo, quartiere noto per la sua storia complessa e problematiche sociali, la Polizia di Stato ha recentemente  intensificato i controlli rispondendo alle segnalazioni dei cittadini.

Recentemente sono stati avviati una serie di controlli mirati a ripristinare il decoro e a migliorare la qualità della vita nel quartiere.

Sedie e poltrone sul marciapiede e, persino, in un’area ciclabile del quartiere San Berillo. Un utilizzo improprio di uno spazio pubblico, con l’aggravante di causare un pregiudizio anche al decoro e al rispetto dell’ambiente, vista la continua presenza di bottiglie di vetro e rifiuti lasciati, puntualmente, in strada.

È quanto hanno appurato gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza Centrale intervenuti per raccogliere le segnalazioni di residenti e di rappresentanti di comitati cittadini del quartiere San Berillo, nell’ambito delle diverse attività portate avanti per far sentire la presenza costante della Polizia di Stato per prevenire eventuali fenomeni di illegalità diffusa ma anche per fornire risposte di sicurezza e di tutela di situazioni che incidono sulla qualità della vita quotidiana, così come disposto dal Questore.

Il servizio svolto dal Commissariato Centrale ha consentito di mettere in atto una serie di interventi volti a placare situazioni di frizione tra i residenti della zona del centro cittadino e un gruppo di persone extracomunitari che è solito stazionare, dal mattino a tarda sera, sul marciapiede e sulla pista ciclabile, in un tratto di via Di Prima, all’angolo con via Sada, nei pressi di un negozio di generi alimentari. Grazie all’attività di persuasione nei confronti del gruppo di stranieri si è riusciti a mettere fine ad un disturbo della quieta pubblica e del riposo dei residenti, soprattutto in orario notturno. Inoltre, per ripristinare il decoro dei luoghi, è stato fatto in modo di mettere in contatto i residenti con il competente Ufficio del Comune per fissare una data utile al prelievo di sedie e poltrone per il corretto smaltimento del materiale ingombrante che, di fatto, ostacola la fruizione dell’area pubblica.

Gli agenti del “Centrale” hanno esteso l’attività di controllo del territorio con un’azione integrata e mirata che ha visto l’impiego di un’unità cinofila antidroga dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura, di quattro equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale e di una pattuglia della Polizia Locale.

In particolare, sono stati allestiti punti di controllo fisso e dinamico in via Dusmet, piazza Borsellino ed alle spalle di Villa Pacini per prevenire eventuali furti su auto, come pure sono state presiediate piazza Palestro e piazza Santa Maria di Gesù, per verificare il rispetto delle norme sulla circolazione stradale.

A riguardo, sono state identificate 134 persone, di cui 34 con precedenti di polizia, e controllate 52 autovetture e 7 motoveicoli, rilevando 10 infrazioni al Codice della strada. Tra le violazioni riscontrate sono emerse il mancato uso del casco, la mancanza di assicurazione per la responsabilità civile, l’omessa revisione periodica e la guida con patente scaduta, con l’applicazione delle dovute sanzioni e l’esecuzione di fermi amministrativi e del sequestro del mezzo.

Inoltre, sono state controllate otto persone sottoposte a misure restrittive presso le rispettive abitazioni senza rilevare violazioni.

 

Siccità Sicilia: nuovo impianto di sollevamento al Biviere di Lentini per sostenete l’agricoltura

Oggi 26 luglio 2024 è stata attivata la prima pompa di sollevamento che garantirà acqua per irrigare circa mille ettari nella piana di Catania.

Questo impianto, finanziato dalla Regione Sicilia, permetterà una fornitura idrica stabile per gli agricoltori siciliani.

È entrata in azione oggi la prima delle due pompe di sollevamento del lago Biviere di Lentini, nel Siracusano. L’impianto permette un prelievo di circa 400 litri al secondo che consentiranno di distribuire acqua per usi irrigui a circa mille ettari di terreni agricoli della Piana di Catania. Nei prossimi giorni, sarà attivata una seconda pompa con la stessa capacità. I fondi per gli impianti, 600 mila euro, sono stati stanziati dalla Regione Siciliana attraverso un contributo straordinario al Consorzio di bonifica 9.

«L’attivazione delle due linee di pompaggio – dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani – risolve il paradosso di un invaso in cui l’acqua c’è ma non era possibile utilizzarla per un guasto agli impianti. Adesso possiamo garantire l’approvvigionamento idrico agli agricoltori del territorio in difficoltà per il perdurare dell’emergenza siccità in Sicilia. Il mio governo è impegnato quotidianamente nella risoluzione, da un lato, delle questioni più urgenti ma, allo stesso tempo, nella definizione di una strategia globale di miglioramento delle infrastrutture, al fine di migliorare la sostenibilità a lungo termine del sistema idrico locale».

Catania: fermati due pluripregiudicati con arnesi da scasso. Uno era evaso dai domiciliari

Catania, 25/07. A seguito di un controllo notturno da parte della Polizia un uomo, evaso dagli arresti domiciliari, è stato trovato con un complice in un’auto contenente arnesi da scasso e oggetti di dubbia provenienza.

I due complici, entrambi pluripregiudicati, sono stati denunciati per vari reati.

Era evaso dagli arresti domiciliari per ritrovarsi con il sodale in un’auto piena di arnesi atti allo scasso. I due, entrambi pluripregiudicati catanesi di 30 e 40 anni, sono stati sorpresi dagli agenti delle Volanti della Questura in viale Grimaldi, durante uno dei tanti servizi notturni.
I poliziotti hanno subito notato la presenza sospetta dei due uomini all’interno di un’autovettura, ferma in strada. A quel punto, sono state avviate le procedure di identificazione e dagli accertamenti effettuati è emerso che il 30enne risultava sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari che avrebbe dovuto espiare presso la propria abitazione.
La perquisizione dell’automobile, invece, ha permesso di trovare e sequestrare numerosi arnesi generalmente utilizzati per lo scasso e commettere vari tipi di infrazioni. Tra gli oggetti trovate anche due spillatrici per birra alla spina e una busta in plastica piena di monete per un valore di circa 65 euro. Sentiti in merito non sono riusciti a fornire alcuna spiegazione circa il possesso del materiale trovato.
Al termine delle attività di rito, i due pluripregiudicati sono stati denunciati, in stato di libertà, per i reati di possesso ingiustificato di chiavi alternate o grimaldelli e per ricettazione, mentre il 30enne è stato deferito anche per il reato di evasione dagli arresti domiciliari, misura alla quale è stato nuovamente sottoposto dopo aver informato il PM di turno.

Siccità in Sicilia: presentato emendamento che esonera gli agricoltori dal pagamento delle irrigazioni di soccorso

In risposta alla grave crisi idrica in Sicilia, il Presidente Regionale Renato Schifani,  ha proposto un emendamento per esonerare dai pagamenti nel 2024,  gli agricoltori colpiti dalla siccità. Questa misura ha lo scopo di ridurre l’onere economico degli agricoltori nei comprensori dei Consorzi di Bonifica.

Esonero del pagamento per il 2024 dei ruoli che derivano dall’irrigazione di soccorso per gli agricoltori siciliani che ricadono nei comprensori dei Consorzi di bonifica. Lo prevede un emendamento alla manovra finanziaria in discussione all’Ars presentato dal presidente della Regione, Renato Schifani, per sostenere gli imprenditori agricoli alle prese con la grave crisi determinata dalla siccità.

Per questa agevolazione, la norma prevede uno stanziamento di 10 milioni di euro da ripartire tra i Consorzi, con decreto dell’assessore all’Agricoltura, per ridurre l’onere a carico degli agricoltori fortemente penalizzati dall’emergenza idrica.
«Un ulteriore sforzo finanziario del governo – evidenzia il presidente Schifani – per sostenere un settore che sta pagando un grande prezzo a causa della siccità senza precedenti nella nostra regione».

Siccità in Sicilia: Coldiretti denuncia la “fabbrica delle illusioni” tra proclami e lavori incompiuti

La Coldiretti Sicilia denuncia la gestione inefficace dei lavori pubblici legati alla siccità.

Nonostante i proclami di progetti milionari, i lavori rimangono incompiuti, aggravando la crisi agricola e causando sprechi d’acqua, come nel caso del lago di Lentini.

Benvenuti nella fabbrica delle illusioni in cui si annunciano lavori che neanche i progettisti sanno quando saranno ultimati, mentre le piante muoiono e il dramma in campagna continua. È il caso dei lavori nel lago di Lentini che dopo mesi di test non sono ancora finiti col risultato che oggi si fanno prove con spreco di acqua: lo afferma Coldiretti Sicilia.

Ogni giorno assistiamo a proclami di milioni e milioni di euro, progetti da avviare, altri da concludere col risultato che c’è un inizio ma mai la fine. È un sistema che deve terminare in cui bisogna attare una riforma totale delle strutture preposte come i consorzi di bonifica che non solo sono commissariati da 30 anni, non solo non hanno agricoltori all’interno, ma per giunta della legge di riforma non si hanno più notizie. Da mesi assistiamo a proclami di interventi, manifesti di milioni di euro, istituzioni di tavoli, cabine di regia e altro ma il risultato è che gli agricoltori non hanno più nulla. In alcune zone della Sicilia – conclude Coldiretti Sicilia – sembra il 1800 e no il 2024. Non si trovano più neanche i serbatoi per convogliare quel minimo di acqua che arriva e l’ennesima beffa che i siciliani vivono

 

Catania: donna minacciata di morte dal marito, fugge di casa e lo fa arrestare

Un altro episodio di violenza domestica si è verificato ieri 23 Luglio a Catania, dove una donna di 35 anni, picchiata e minacciata di morte dal marito davanti ai figli, è riuscita  a fuggire di casa e chiamare la Polizia.

Grazie al tempestivo intervento delle forze dell’ordine, l’uomo violento è stato arrestato, ponendo fine a un incubo di abusi che durava da anni.

Prima l’ha picchiata, in presenza dei figli minori, poi l’ha chiaramente minacciata di morte. Esausta delle violenze subite, una donna di 35 anni è riuscita a svincolarsi dalle grinfie del marito, fuggendo di casa. In strada, ha contattato il numero unico di emergenza 112, chiedendo aiuto alla Polizia.
In pochi istanti, la squadra Volanti della Questura è intervenuta in soccorso della donna, in viale Grimaldi, trovandola in lacrime e con i segni dei maltrattamenti appena patiti.
Per lei sono state necessarie le cure mediche, immediatamente richieste dai poliziotti. Una volta tranquillizzata, la donna ha raccontato agli agenti i dettagli dell’ennesimo episodio violento, appena vissuto in casa, davanti ai bambini della coppia. L’uomo, un catanese di 36 anni, si è scagliato contro di lei dopo cena, l’ha aggredita ancora volta, senza motivo, e per di più, in questa circostanza, l’ha minacciata di ucciderla con una pistola.
Da qui, la forza e il coraggio delle 35enne di rivolgersi alla Polizia di Stato per mettere fine all’inferno, fatto di aggressioni e umiliazioni, vissuto ormai da anni.
La vittima ha riferito che il marito diventava particolarmente irascibile quando faceva uso di sostanze stupefacenti. In alcune occasioni, l’aveva anche costretta a comprare droga per lui.
Nella denuncia formalizzata all’ispettore di Polizia sono emersi chiaramente i comportamenti violenti dell’uomo che, nel frattempo, non appena ha udito le sirene della polizia, si è dato alla fuga.
I poliziotti hanno avviato subito le indagini che hanno permesso di scovarlo nella terrazza di casa dei suoi genitori dove si era nascosto.
Gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico hanno eseguito una doppia perquisizione, domiciliare e personale, alla ricerca dell’arma con la quale l’uomo aveva minacciato di uccidere la moglie. Ma lo stesso 36enne ha ammesso di non possedere una pistola e di aver pronunciato quelle parole per intimorire la donna.
Dagli accertamenti effettuati, l’uomo era stato già oggetto di ammonimento del Questore con il quale viene intimato di desistere da qualsiasi forma di atto violento, sia verbale che fisico, come pure è stato invitato a recarsi in un centro specializzato per intraprendere un percorso di recupero.
La misura si aggiunge agli altri ulteriori 200 provvedimenti analoghi che, da inizio anno, il Questore ha emesso nell’esercizio delle sue funzioni per altrettanti casi di maltrattanti in contesti familiari registrati in provincia di Catania.
Alla luce della gravità dei fatti accaduti, i poliziotti hanno arrestato il marito violento, a disposizione dell’Autorità giudiziaria che ha disposto l’applicazione della misura degli arresti domiciliari nell’abitazione dei genitori, in attesa delle successive fasi del procedimento penale.

Caltagirone 23 luglio dalle 21 alle 24: apertura speciale al Carcere Borbonico con nuova sala immersiva

il Carcere Borbonico di Caltagirone aprirà in via straordinaria per mostrare la nuova sala immersiva, realizzata con fondi del PO-FESR.

I visitatori potranno vivere un’esperienza unica attraverso una proiezione a 360°, che racconta la storia del carcere e dei suoi ex detenuti.

Oggi 23 luglio, dalle 21 alle 24, nell’ambito di “Caltagirone Città Aperta“, il Carcere Borbonico aprirà le sue porte in via straordinaria ai cittadini e ai turisti, offrendo un’esperienza unica grazie alla nuova sala immersiva realizzata dall’Amministrazione con con i fondi del PO-FESR.

I visitatori saranno coinvolti in un racconto fantastico che ripercorre la storia del carcere e le vicende di coloro che vi sono passati.
Grazie a una proiezione a 360° lungo le pareti della stanza, immagini tratte da opere coeve e voci narranti, evocate da documenti e cronache storiche, guideranno i visitatori in un viaggio emozionante. Questa esperienza immersiva prepara il pubblico alla successiva visita della pinacoteca e delle architetture del carcere, offrendo una prospettiva unica sulla storia e la cultura di Caltagirone.