Assegno unico figli da luglio ma non per tutti: ecco per chi

L’assegno unico è previsto dalla legge-delega n. 46/2021, cui dovranno seguire i decreti attuativi, e che indica le linee generali per la definizione della misura di sostegno alle famiglie dal settimo mese di gravidanza della madre e fino a 21 anni del figlio a carico. Attualmente in base ai decreti attuativi, l’importo che i beneficiari potranno ottenere potrà essere di 150 euro.

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Secondo quanto annunciato venerdì scorso dal premier Draghi, intervenuto agli Stati generali della natalità, l’assegno unico per i figli a carico fino a 21 anni dal 1° luglio dovrebbe riguardare solo:
– disoccupati
– autonomi

Assegno unico figli: perché da luglio solo 150 euro?

Per la categoria degli autonomi e disoccupati, che non hanno accesso agli assegni al nucleo familiare, riceveranno una sorta di compensazione di quanto non percepiscono al momento rispetto ai dipendenti.

Si partirebbe pertanto da 150 euro o anche 200 euro per ciascun figlio e varierebbe in base all’importo Isee che non deve essere superiore ai 9 mila euro. Se infatti il reddito Isee risulterà superiore, l ‘importo riconosciuto scenderà.

Per quanto riguarda i dipendenti, che al momento sono percettori di assegni familiari e ANF, dal 1° luglio verrebbe data loro una compensazione fino a dicembre in attesa dell’assegno unico per i figli da gennaio 2022.

Assegno unico per i figli senza ISEE

La Cis, in termini di riconoscimento dell’assegno unico, ha compiuto varie simulazioni chiedendo un aumento dell’importo senza tener conto dell’ISEE, ammettendo un riconoscimento di circa 67 euro al mese per ogni figlio minore tenendo conto dell’ISR (indicatore della situazione reddituale).

L’assegno unico per i figli arriverebbe così a 1.600 euro per ISR inferiore a 16.000 euro. Si tratterebbe in questo caso di 200 euro mensili. In termini di riconoscimento, sono previste delle maggiorazioni in presenza delle seguenti conclusioni:
– per i figli successivi al secondo;
– per ciascun figlio con disabilità (non è previsto il limite di età);
– per le madri con età inferiore ai 21 anni.

Comunque, ancora non ci sono indicazioni ufficiali, bisognerà quindi attendere notizie da parte del Governo.

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