Allarme funghi: 5 intossicazioni in due giorni nell’area etnea

Accertati cinque casi di intossicazione da funghi, non sottoposti al controllo gratuito presso gli Sportelli micologici dell’Asp di Catania, con conseguente necessità di intervento presso i Pronto Soccorso del territorio.

Negli ultimi due giorni, nella zona etnea, sono stati accertati cinque casi di intossicazione da funghi, tutti riconducibili al consumo, da parte di raccoglitori occasionali, di funghi non sottoposti al controllo gratuito presso gli Sportelli micologici aziendali, con conseguente necessità di intervento presso i Pronto Soccorso.

Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!

DUE CASI DI INTOSSICAZIONE DA FALSA MAZZA DI TAMBURO

La raccomandazione che si ribadisce, a tutti i raccoglitori di funghi a uso privato, è di
sottoporre sempre a controllo gratuito, presso gli Sportelli micologici aziendali,
l’intero quantitativo di funghi raccolti, anche in considerazione del fatto che la Falsa
Mazza di Tamburo è facilmente confondibile con i ricercati Cappiddini (come
volgarmente viene indicata la Mazza di Tamburo, macrolepiota procera), che è invece
una specie commestibile e largamente raccolta e consumata.

La Falsa Mazza di Tamburo è una specie fungina presente in America, Africa e nelle
regioni temperate e sub-tropicali di tutto il mondo, che da qualche anno risulta molto
presente anche nel territorio etneo e che anche l’anno precedente è stata responsabile di
numerosi casi di intossicazione, trattati presso i Pronto Soccorso Ospedalieri.

TRE CASI DI INTOSSICAZIONE DA FUNGHI A “PORI ROSSI” SCAMBIATI PER PORCINI

Negli altri tre casi di intossicazione registrati, i raccoglitori hanno scambiato per porcini
alcune specie di funghi a “pori rossi”, i cosiddetti muss’i voi, russeddi, funci niuri. Sotto
tali dizioni volgari i venditori occasionali della zona dell’Etna erano soliti vendere
funghi appartenenti alle specie di Boletus luridus, Boletus erythropus, Boletus rhodoxanthus e
Boletus luteocupreus.

Da sottolineare che se alcune specie, pur risultando commestibili dopo trattamento di
prolungata e completa cottura, non possono essere commercializzate (Boletus luridus,
Boletus erythropus), altre (Boletus rhodoxanthus, Boletus luteocupreus) sono da
considerarsi tossiche, provocando Sindrome gastrointestinale.

Si rinnova, pertanto, l’avviso ai consumatori di far controllare tutti i funghi raccolti
presso gli Sportelli micologici aziendali all’uopo attivati o di
acquistarli esclusivamente da venditori che espongano sui contenitori dei funghi il
tagliando Asp di avvenuta certificazione, riportante la denominazione delle specie
fungine, data e orario di validità.

Condividi
Exit mobile version