Ecobonus 110%. Tantissime le novità della messa in atto del DL Rilancio per i lavori in casa, il più atteso tra tutti i punti. Può essere considerato come l’incentivo più atteso del provvedimento, grazie al meccanismo di cessione del credito e sconto in fattura. Ecco tutte le regole, i requisiti, chi ne può beneficiare e le sanzioni previste.
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!Il via nella giornata di ieri, anche se mancano ancora i dettagli dell’Agenzia delle Entrate e il decreto attuativo del MEF. L’Amministrazione Finanziaria deve emanare il provvedimento, ovvero entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del DL, quindi entro il 18 Luglio. Questo fa slittare l’effettivo inizio dell’ecobonus 110% alla fine di agosto/inizio di settembre.
Il bonus rappresenta una buona notizia per chi vuole fare lavori di risparmio energetico e di riduzione del rischio sismico gratis. Prima era riservato solo agli incapienti , ma grazie al DL porta beneficio anche alle famiglie e ai condomini. La misura permetterebbe di fare i lavori in casa gratis fino al 2021.
L’idea è del sottosegretario alla presidenza del Consiglio,Riccardo Fraccaro, che punta sugli investimenti green, e fare in modo che ogni casa o condominio ci sia un pannello solare. Queste spese dovranno essere sostenute tra il 1° luglio e il 31 dicembre del 2021 e i rimborsi verranno emessi in 5 anni invece dei soliti 10. Inoltre Fraccaro ha dichiarato che « Saranno loro questi soggetti (banche, imprese o le imprese che hanno fatto i lavori, ndr) ad anticipare le somme necessarie per effettuare i lavori e saranno poi loro a incassare il credito di imposta dal fisco, con la possibilità anche di cederlo ulteriormente in passaggi successivi e senza limiti»
Ecobonus 110%, come funziona?
In pratica le famiglie e i condomini potrebbero cedere il credito d’imposta maturato a banche, assicurazioni o alle imprese che svolgono i lavori, cosa che ora è concessa solo agli incapienti. Tra le novità più importanti rientra anche il sismabonus, da oggi è possibile richiederlo anche nelle zone a basso rischio di sisma. Ma ecco quali lavori possono essere svolti:
- cappotto termico, per circa il 25% della superficie dell’edificio, per un massimo di 60.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari dell’edificio.
- interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, con efficienza almeno pari alla classe A, a pompa di calore. Il tetto massimo di spesa è 30.000 euro, incluso lo smaltimento
- interventi sugli edifici unifamiliari per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a pompa di calore, ivi inclusi gli impianti ibridi o geotermici.
- La spesa massima è di 30.000 euro ed è riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito.
Inoltre ci sono alcuni interventi “trainanti”, azioni singole che possono portare direttamente allo sgravio del 110%:
- il montaggio di pannelli solari e di accumulatori di energia collegati ai primi
- gli interventi previsti dal vecchio ecobonus;
- la realizzazione delle colonnine per caricare le batterie delle auto elettriche.
Ecobonus 110%, chi ne può usufruire?
Secondo il comma 9 dell’articolo 119 del decreto Rilancio, è un beneficio per condomini e persone fisiche, basta che siano al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, su unità immobiliari. Ma il bonus è valido solo sulle prime case, sopratutto visti i limiti di spesa molto alti, e spicca subito l’utilità per i condomini. Infatti i lavori su edifici unifamiliari rientrano nel bonus solo se adibiti a prima casa, ma possono essere fatti sulle seconde case se sono in un condominio.
Possono usufruire dell’ anche gli Istituti autonomi case popolari (IACP) comunque denominati nonché dagli enti aventi le stesse finalità sociali dei predetti Istituti, istituiti nella forma di società che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di “in house providing” per interventi realizzati su immobili, di loro proprietà ovvero gestiti per conto dei comuni, adibiti ad edilizia residenziale pubblica. Infine rientrano anche le cooperative di abitazione a proprietà indivisa, per interventi realizzati su immobili dalle stesse posseduti e assegnati in godimento ai propri soci.
Quale documentazione presentare per l’Ecobonus 110%?
Come ogni cosa, la richiesta del bonus ha la sua burocrazia, in questo caso l’iter non è molto semplice. Dal punto di vista legislativo ci potrebbero essere delle conversioni della legge, ma c’è anche l’aspetto operativo. Ad esempio, per i condomini, servirà la delibera per le aree comuni. Dopo bisognerà attendere l’avvio delle procedure dell’Agenzia delle Entrate per richiedere il visto di conformità che commercialisti e CAF dovranno rilasciare per poter procedere con la richiesta del bonus e la cessione del credito.
Un documento importante per la procedura è l’Attestato di Prestazione Energetica (Ape), rilasciato da un tecnico abilitato, per certificare che i lavori porterebbero un miglioramento di due classi energetiche (o la più alta raggiungibile). Cosa che verrà verificata prima e dopo i lavori, e solo professionisti abilitati e iscritti all’albo. Il decreto permette solo vie telematiche per il disbrigo delle pratiche e nello stesso modo si riceveranno le direttive per attuare i lavori. Un’ultimo passo sarà fare la comunicazione all’ENEA.
Chi non è in regola? Pericolose sanzioni
La sanzione è da intendersi per ogni documento infedele rilasciato al cittadino. Inoltre, scoperta la truffa, i benefici fiscali del super bonus decadranno all’istante. Le verifiche verranno eseguite dal Ministero dello Sviluppo Economico. In caso di mancata integrazione, parziale o totale, dei requisiti, l’Agenzia delle Entrate provvederà al recupero delle somme corrispondenti alla detrazione non spettante. Ma attenzione, l’importo di recupero sarà maggiorato con l’applicazione di interessi e sanzioni.
Ecobonus al 110%: possibili svantaggi
Non è tutto oro quello che luccica, infatti potrebbero crearsi degli svantaggi dall’ecobonus. Ad esempio, gli interventi già avviati o programmati a beve termine potrebbero essere interrotti data la possibilità di cedere il credito alle imprese o alle banche. Questo comporterebbe una chiusura dei cantieri fino all’avvio delle pratiche.
Un’incognita è il ruolo delle banche: saranno obbligate ad accettare il credito? Come verranno gestiti i rapporti tra le imprese? Parliamo di rapporti tra privati che potrebbero rappresentare svantaggi molto rilevanti per chi richiede il bonus, sopratutto perchè non è detto che le imprese (o le banche) accettino il credito.