Dopo avervi raccontato il caos che si è scatenato all’interno del Comune di Acireale con le parole del sindaco Stefano Alì nei confronti anche del gruppo “La Città che vogliamo”, non è tardata ad arrivare la risposta dello stesso gruppo che ha rilasciato il seguente comunicato:
Thank you for reading this post, don't forget to subscribe!“Forse qualcuno dovrebbe scendere dal piedistallo su cui ha deciso di innalzarsi per guardare tutti dall’alto verso il basso e analizzare un po’ com’è la realtà dei fatti.
Se è vero che il meccanismo della legge elettorale ha portato “per trascinamento” consiglieri che senza il premio di maggioranza non avrebbero avuto i voti utili per essere eletti, è vero anche che questi ultimi rimangono autonomi rispetto al sindaco e non possono essere considerate delle mere appendici del primo cittadino.
Se così non fosse, non ci sarebbe nemmeno il motivo di occupare quelle poltrone e basterebbe assegnare un tot di voti al sindaco che così potrebbe gestirli a suo piacimento.
Quali consiglieri del gruppo M5S più volte avevamo manifestato il nostro malumore per il non essere stati coinvolti nelle scelte dell’amministrazione prima e della maggioranza poi.
Dalla formazione del nuovo gruppo nulla è cambiato. E dare come motivazione del passaggio all’opposizione la mancata “pesca” dal gruppo “La Città che vogliamo” è falso e pretestuoso, dato che dalla nascita del gruppo ad oggi le occasioni per “pescare” non erano certamente mancate e, come ribadito in consiglio, questo gruppo è stato l’unico a votare sempre e compatto qualsivoglia proposta della maggioranza.
Sempre questo qualcuno dovrebbe comprendere che i gruppi non si dirigono ma si gestiscono. Proprio perché questi gruppi devono operare nel lungo periodo non è possibile che alcuni membri debbano sentirsi corpi estranei all’interno degli stessi.
Se non si è riuscito a coinvolgere chi era stato “trascinato” non può addossarsi la colpa del proprio fallimento sempre agli altri. Anche perché, con un po’ di umiltà, si potrebbe ammettere che gli straordinari numeri menzionati non sono tutti farina del proprio sacco, ma anche frutto di azioni ostruzionistiche di altre compagini politiche e, magari, ridimensionare i propri presunti meriti.
Detto ciò, vorremmo ribadire che forse saremo giovani, poco esperti e sicuramente potremmo col tempo diventare molto più competenti, ma abbiamo finito di fare gli stupidi.”