L’Italia e la lotta contro le Mutilazioni Genitali Femminili: tra leggi, criticità e nuove proposte
Le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) rappresentano una grave violazione dei diritti umani che colpisce milioni di bambine, ragazze e donne in oltre 90 Paesi, inclusa l’Italia. Sebbene la legge italiana vieti tale pratica con pene severe, mancano dati aggiornati sull’efficacia delle misure adottate e sulla trasparenza nell’uso dei fondi destinati alla prevenzione.
Secondo l’UNICEF, oltre 230 milioni di donne nel mondo hanno subito una forma di MGF, con 4 milioni di bambine a rischio entro i 15 anni. In Europa, si stima che 600.000 donne siano vittime di questa pratica e 190.000 siano a rischio. In Italia, il numero delle vittime supera le 87.000, di cui 7.600 minorenni.
Dal 2012, il 6 febbraio è la Giornata Internazionale contro le MGF, istituita dall’ONU per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere azioni concrete. Diverse iniziative si svolgeranno in Italia, tra cui il convegno organizzato dal Comune di Reggio Emilia e l’evento online promosso da Nosotras Onlus. ActionAid, attraverso il progetto CHAIN, denuncia la mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi pubblici destinati alla prevenzione e al supporto delle vittime.
Criticità e proposte di intervento
L’Italia ha adottato la Legge 7/2006, che prevede pene da 4 a 12 anni per chi pratica le MGF, ma permangono criticità nella sua applicazione. Il Dipartimento Pari Opportunità ha stanziato fondi per la mappatura del fenomeno, ma i dati aggiornati tardano ad arrivare. ActionAid chiede maggiore trasparenza e l’integrazione delle MGF nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), per garantire cure gratuite alle vittime.
Uno studio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore evidenzia che il 60% degli operatori sanitari si sente impreparato a gestire i casi di MGF e che il 70% non sa indirizzare le pazienti verso strutture specializzate. Si propone quindi una formazione specifica per il personale medico e la creazione di Centri regionali per l’assistenza alle vittime.
Miti da sfatare e impegno futuro
Le MGF non sono una pratica religiosa, non sono limitate a contesti rurali e non diventano sicure se medicalizzate. Per combattere questa piaga, il 6 febbraio si terrà a Milano il V Summit organizzato dalla Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica in collaborazione con ActionAid. Amref e Youth in Action lanceranno il vodcast “Intere: una rivoluzione senza cicatrici” per approfondire il fenomeno.
L’Italia ha ancora molta strada da fare per proteggere le vittime e porre fine alle MGF. Serve un impegno congiunto tra istituzioni, società civile e sistema sanitario per garantire il rispetto dei diritti e della dignità di milioni di bambine e donne.