La celebrazione della “Giornata della Memoria” a Caltagirone: un evento di commemorazione e riflessione per costruire un futuro di pace e giustizia

Stamattina, 27 gennaio 2025, si è svolta a Caltagirone la celebrazione della Giornata della Memoria. L’evento ha commemorato l’ottantesimo anniversario della liberazione del campo di Auschwitz, rendendo omaggio a tutte le vittime della Shoah, con un focus speciale sulle persone originarie di Caltagirone che perirono nei lager nazisti.

Le autorità cittadine, i rappresentanti delle associazioni coinvolte, gli studenti delle scuole locali e i familiari delle vittime si sono riuniti alle ore 12 in via Iudeca n. 68. In questo luogo simbolico, dove sono presenti diverse Pietre d’Inciampo dedicate ai cittadini calatini deportati e uccisi nei campi di sterminio, è stato ribadito il valore della memoria come monito per le generazioni future.
L’incontro è stato segnato da toccanti testimonianze, che hanno ricordato le sofferenze e le esperienze di chi visse l’orrore del nazifascismo.

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza a carattere internazionale ed è celebrata oggi 27 gennaio, in commemorazione delle vittime dell’Olocausto (Shoah). La decisione del giorno è stata designata l’1 novembre 2005 dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite durante la 42° riunione plenaria.

Ad aprire la celebrazione è stato il sindaco Fabio Roccuzzo, che ha sottolineato l’importanza del ricordo come strumento di crescita per i giovani: “Senza memoria non c’è futuro.” Il ricordo della Shoah ci insegna a difendere i diritti, la libertà e la dignità di ogni essere umano. È nostro dovere trasmettere ai giovani questi valori, affinché si rigettino ogni forma di odio e intolleranza.
Roccuzzo ha ricordato le vittime della ferocia nazifascista, tra cui Alfio Costanza, Giovanni De Corrado, Francesco Dottorello, Ingo Epifanio, Girolamo Leone e Salvatore Velardita, a cui sono dedicate le Pietre d’Inciampo di via Iudeca.

Il primo cittadino ha ribadito come la Shoah rappresenti il punto più basso della storia umana, sottolineando la necessità di opporsi a ogni tentativo di negazionismo o riabilitazione di esperienze totalitarie: “Ancora oggi assistiamo con sgomento a chi nega la Shoah o cerca di giustificare il fascismo. A voi giovani dico: siate ambasciatori di pace e costruttori di una società inclusiva e democratica.”

Il dott. Alfio Caruso, presidente della Associazione Società Storia Patria e Cultura, ha messo in luce il valore fondamentale della Giornata della Memoria, definendo Auschwitz un simbolo del male assoluto e un monito per l’umanità. Ha sollecitato a non limitarsi a commemorazioni formali, ma a utilizzare la memoria come strumento di crescita, educazione e cambiamento per le nuove generazioni.

Un intervento significativo è stato quello della presidente dell’ANPI di Caltagirone, Giuliana Buzzone, che ha ricordato il ruolo dell’Italia, un paese che, pur essendo stato vittima delle atrocità fasciste, ha visto anche l’opposizione di molti cittadini contro il regime. Ha ribadito l’importanza di mantenere viva la memoria storica per evitare che simili atrocità possano ripetersi, rendendo omaggio ai deportati italiani e ricordando che oltre 800.000 militari italiani furono internati nei campi nazisti, insieme a migliaia di civili.
“Non basta commemorare, bisogna agire ogni giorno con coerenza contro le ingiustizie. La memoria ci insegna a costruire una società democratica, libera da discriminazioni e odio,” ha concluso.

La testimonianza della signora Dottorello, figlia di Francesco Dottorello, deportato e ucciso nel campo di Mauthausen. Ha condiviso la drammatica storia della sua famiglia durante la guerra.
La sua voce ha portato alla luce una storia di dolore e speranza: “Mia madre rimase vedova a 26 anni, con una bambina piccola e nessuna certezza. Per anni sperammo che mio padre tornasse, ma la verità ci arrivò solo molto tempo dopo: fu assassinato nel campo.”
Con grande commozione, ha raccontato la visita a Mauthausen, un luogo di sofferenza in cui ha potuto vedere i segni tangibili delle atrocità subite dai prigionieri: “Abbiamo visto dove mio padre e milioni di altri innocenti hanno vissuto e sono morti. È un dolore che non si può descrivere, ma che deve essere ricordato.” La signora Dottorello ha poi rivolto un appello ai giovani: “Rispettate i vostri genitori, non dimenticate il loro amore. E non smettete mai di coltivare la memoria, perché senza memoria non c’è futuro.”

Si è aggiunta anche la testimonianza di Don Enzo Mangano, che ha raccontato le esperienze di suo padre, deportato nei campi di sterminio. Don Enzo ha esortato a riflettere su come la memoria debba affrontare anche le ingiustizie quotidiane, come il bullismo e l’indifferenza.

L’evento si è concluso con un appello alla responsabilità collettiva.
“Caltagirone non dimentica i suoi morti,” e il ricordo diventa un monito affinché la storia non si ripeta. Il momento dell’omaggio floreale e del minuto di silenzio davanti alle Pietre d’Inciampo è stato simbolico, ma soprattutto ha rappresentato il rinnovato impegno della città nella difesa dei diritti umani, nella pace e nell’accoglienza, come impegno attivo per le generazioni future.
Il dott. Alfio Caruso ha ringraziato le istituzioni e la comunità scolastica per il loro impegno nella preservazione della memoria storica, esortando tutti a trasformare la commemorazione in un impegno concreto per la costruzione di una società più giusta e consapevole.