Omicidio nel Calatino, arrestato nipote 24enne

Nell’ambito delle indagini a carico di un 24enne di Palagonia, indagato per l’omicidio dello zio paterno, un 43enne del luogo, la Compagnia Carabinieri di Palagonia (CT) ha eseguito l’ordinanza cautelare di custodia in carcere, con la quale il GIP del Tribunale di Caltagirone ha accolto la richiesta di aggravamento della locale Procura, associando l’uomo al carcere di Caltagirone.

Il provvedimento trae origini dal fatto di sangue avvenuto a Palagonia lo scorso 20 ottobre, all’interno di un rustico ubicato in contrada Vanghella, quando al culmine di una lite, il nipote avrebbe attinto mortalmente al petto il congiunto con due colpi di pistola.

Durante l’interrogatorio di garanzia l’indagato aveva sostenuto la tesi della legittima difesa, affermando di essersi avventato contro lo zio nel tentativo di disarmarlo e che, durante tale fase di concitazione, erano partiti i colpi dall’arma: il GIP aveva applicato nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Dall’immediata e successiva attività investigativa, condotta dai militari dell’Arma con il coordinamento di questa Procura, sarebbe invece emersa la piena disponibilità dell’arma, peraltro oggetto di furto, in capo all’indagato e la premeditazione nel delitto, disvelando, così, in una fase del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio con l’indagato su questi nuovi punti, una dinamica dei fatti differente da quella sostenuta.

Il nuovo e grave quadro indiziario ha quindi fornito il compendio fattuale alla base della richiesta di aggravamento accolta dall’Autorità Giudiziaria.

Vittoria, precipita da impalcatura: muore muratore, inutili i soccorsi

Una tragedia si è consumata questa mattina a Vittoria, nel Ragusano: un operaio, per cause ancora da accertare, sarebbe caduto dal secondo piano di una impalcatura, precipitando nel vuoto.

Purtroppo, a nulla sono valsi i soccorsi immediati del personale sanitario: l’uomo è deceduto su quel posto in cui si era recato per lavorare.

L’incidente sarebbe avvenuto intorno alle 10.30 di questa mattina, lunedì 30 gennaio.

Nuovo blitz antimafia a Palermo, boss arrestato: “Lo statuto di cosa nostra è scritto”

I carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo hanno arrestato sette persone con le accuse di associazione mafiosa ed estorsione aggravata. Il blitz ha colpito ancora una volta la famiglia mafiosa di Rocca Mezzomorreale, nel Palermitano, e i suoi vertici, già condannati in via definitiva e tornati in libertà dopo aver scontato la pena.

Gli arrestati sono: Pietro, Gioacchino e Angelo Badagliacca, Marco Zappulla e Pasquale Saitta. Ai domiciliari sono andati Michele Saitta e Antonino Anello. L’operazione, condotta tra Riesi, nel Nisseno, e Rimini, ha consentito di smantellare la famiglia mafiosa, considerata una “costola” del mandamento palermitano di Pagliarelli, ed ha confermato, ancora una volta, le storiche figure di vertice, già in passato protagoniste di episodi rilevanti per cosa nostra, come la gestione del viaggio a Marsiglia del boss Bernardo Provenzano per sottoporsi a cure mediche o la tenuta dei contatti con il padrino trapanese Matteo Messina Denaro, arrestato dopo una latitanza durata trent’anni.

C’è lo statuto scritto … che hanno scritto i padri costituenti“: così afferma uno dei boss arrestati, non sapendo di essere intercettato. Una rivelazione che i magistrati ritengono fondamentale e che conferma l’osservanza da parte dei capimafia di regole rigide, una sorta di “costituzione” della mafia.
Dalle intercettazioni emergono critiche da parte dei capimafia arrestati oggi nei confronti di Totò Riina: “Niente cose infami, ma perché pure tutte queste bombe tutti questi giudici, tutti questi … ma che cosa sono?“, dice uno degli indagati. “Tutte cose sono finite“, conclude ricordando che in passato “c’erano buoni rapporti con gli organi dello Stato. Non si toccavano, non si toccavano“. “Anzi li allisciavano“, dice l’interlocutore.

Dopo l’arresto di un Messina Denaro ormai finito, incapace di continuare a guidare cosa nostra, queste intercettazioni provocano ulteriore sconforto: sono tanti, sono troppi, sono ovunque e soprattutto non sono sprovveduti, cosa nostra non è una semplice organizzazione mafiosa, è un’istituzione, che troppo spesso uomini e donne dello Stato non combattono, ma con cui convivono.

Sciopero benzinai confermato, anche in self service: ecco le date

Gli impianti di rifornimento carburanti hanno indetto uno sciopero che andrà da oggi, martedì 24 gennaio (dalle 19 su rete ordinaria dalle 22 su quella autostradale), fino alle 19 di giovedì 26.
Lo stop dunque è confermato in una nota congiunta della Faib, Fegica e Figisc/Anisa del 23 gennaio che così si esprime: “Il Governo, invece di aprire al confronto sui veri problemi del settore, continua a parlare di “trasparenza” e “zone d’ombra” solo per nascondere le proprie responsabilità ed inquinare il dibattito, lasciando intendere colpe di speculazioni dei benzinai che semplicemente non esistono”.

Chiusi anche gli impianti self service: “Gli impianti di rifornimento carburanti rimarranno chiusi per sciopero – compresi i self service – per 48 ore consecutive, dalle ore 19.00 del 24 alle ore 19.00 del 26 gennaio sulla rete ordinaria e dalle ore 22.00 del 24 alle ore 22.00 del 26 gennaio sulla viabilità autostradale”.

Per ora solo Emilia-Romagna, Lombardia e Trentino Alto Adige hanno diramato la lista degli impianti che per legge dovranno garantire il servizio.

Corruzione, interdizione per dirigente medico e dipendente ASP Catania: farmacia privilegiata per medicine cure terminali

Lucrare sulla salute di malati terminali: questo è quanto emerso da un’indagine dei Nas di Catania che hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari interdittive nei confronti di nove persone: un dirigente medico, un impiegato dell’Asp, un direttore di farmacia, imprenditori nel settore sanitario e informatori del farmaco, un’assistente sociale e un privato. Lo si legge anche in una nota ANSA, qui riportata.

I fatti. Una farmacia di Catania avrebbe avuto la quasi esclusività della fornitura di dispositivi medici ed integratori alimentari per cure palliative per malati terminali. Esclusività che le avrebbe permesso, nell’anno della pandemia 2020, di fatturare all’Asp ben 645.070 euro, pari al 16% della spesa farmaceutica integrativa sostenuta nella provincia di Catania, che ammonta a quattro milioni di euro, mentre la restante spesa era stata ripartita tra le altre 326 farmacie della provincia.

Per tre delle persone coinvolte dall’indagine, è stata disposta la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per un anno, e per le altre sei il divieto di esercitare per un anno le rispettive professioni e di contrarre con la Pubblica Amministrazione. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio.

Stando a quanto riportata dall’ANSA, “secondo l’accusa, l’impiegato avrebbe ricevuto beni materiali e la promessa di denaro ogni mese per gestire pratiche assegnategli al fine di garantire alla farmacia la quasi esclusività della fornitura di dispositivi medici ed integratori alimentari per cure palliative destinati a malati terminali limitando la libera scelta di questi ultimi a quel solo esercizio commerciale. l pazienti sarebbero stati contattati per agevolare la gestione della richiesta e quindi la fornitura dei dispositivi medici dalla farmacia coinvolta nella vicenda. Il tutto, secondo le indagini del Nas di Catania, sarebbe avvenuto con l’illecita collaborazione di un’assistente sociale che svolgeva l’attività per conto di associazioni in convenzione con l’Asp.

Dalle indagini inoltre, è emerso che un noto dirigente medico dell’Asp avrebbe prescritto prodotti sanitari privilegiando aziende che in cambio lo avrebbero rifornito gratuitamente di altre specialità e dispositivi medici da utilizzare per la sua attività ambulatoriale privata, oltre che alla promessa di viaggi di piacere”.

PREVISIONI METEO PROVINCIA CATANIA – Temperature scendono in picchiata

Nelle prossime ore le temperature scenderanno sensibilmente, portando freddo pungente un po’ in tutto il Catanese. Il calo è previsto a partire da mercoledì sera. Vediamo nel dettaglio le condizioni meteorologiche che ci attendono nei prossimi giorni.

Mercoledì 18 gennaio: giornata caratterizzata da generali condizioni di cielo sereno, temperatura minima 12°C, massima 20°C. Entrando nel dettaglio, avremo cielo sereno al mattino e al pomeriggio, cielo poco nuvoloso alla sera. Durante la giornata si registra una temperatura massima di 20°C alle ore 13, mentre la minima alle ore 7 è di 12°C. I venti soffiano moderati da Sud-Ovest al mattino con intensità di circa 11km/h, al pomeriggio forti da Sud-Ovest con intensità tra 31km/h e 36km/h, alla sera moderati da Ovest-Sud-Ovest con intensità tra 24km/h e 32km/h.

Giovedì 19 gennaio: generali condizioni di cielo poco nuvoloso o velato, temperatura minima di 8°C e massima di 15°C. Nel dettaglio: bel tempo al mattino e al pomeriggio, nubi sparse alla sera. Durante la giornata si registra una temperatura massima di 15°C alle ore 13, mentre la minima alle ore 23 è di 8°C. I venti soffiano moderati da Ovest sia al mattino che al pomeriggio con intensità di circa 31km/h, alla sera forti da Ovest con intensità tra 30km/h e 37km/h.

Fonte: ilmeteo.it

La giovane comisana Veronica Buscema al Festival di Sanremo 2023

“E’ una giovane docente di estetica nel settore del make up, che farà parte del team accademia I grandi Maestri del make up. Veronica Buscema, è anche docente presso l’istituto paritario La Cultura di Comiso. Ancora una volta quindi, Comiso attraverso le sue eccellenze entra a pieno nel panorama nazionale e questa volta approda al Festival di Sanremo dal 7 all’11 di febbraio.

Non posso che essere orgogliosa dei traguardi che molti cittadini raggiungono, soprattutto se giovani, perché sono l’inequivocabile emblema di una comunità vivida, laboriosa, ambiziosa. A Veronica Buscema vanno i migliori auguri da parte mia, dell’amministrazione e dell’intera comunità Comisana”.

Queste le parole del primo cittadino di Comiso, Maria Rita Schembari, pubblicate sul suo profilo Facebook.

Niscemi, terribile incidente: feriti in gravi condizioni

Un terribile incidente stradale si è verificato nella serata di ieri, lunedì 16 gennaio. Si è trattato di un violentissimo scontro tra due mezzi, nella zona all’incrocio per contrada Feudo Nobile Sughereta.

Purtroppo nel sinistro sono rimaste ferite persone che al momento risultano in gravi condizioni, almeno due si troverebbero in prognosi riservata. Sul posto, immediato il soccorso del personale sanitario e delle forze dell’ordine.

Foto: Franco Assenza

Incendio in un circolo: un morto, ragazzina trasportata al Gravina di Caltagirone

Un uomo di 62 anni, Giuseppe Marino, è morto in un incendio divampato nella tarda serata di ieri nel circolo privato che gestiva nel centro di Castel di Iudica, nel Catanese, dove si stavano somministrando bevande e panini.

Nell’incendio, causato forse da una fuga di gas nella zona di cottura, è rimasta ferita alle braccia una ragazza di 12 anni, che è stata trasportata nell’ospedale di Caltagirone.

Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco e i carabinieri. Sull’accaduto ha aperto un’inchiesta la Procura di Caltagirone.

Società degli Interporti siciliani, tra gli indagati anche on. Falcone

L’assessore regionale all’Economia, in qualità di ex assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone (Fi) e l’ex vicepresidente del governo siciliano Gaetano Armao (Azione), sono indagati dalla Procura di Catania in un’inchiesta sulla Società degli Interporti siciliani Spa.

Nell’ambito della stessa indagine i carabinieri hanno arrestato e posto ai domiciliari l’ex deputato regionale Nino D’Asero, l’imprenditore Luigi Cozza, l’amministratore unico della società, Rosario Torrisi Rigano, e una dipendente dell’azienda, Cristina Sangiorgi.

L’indagine è stata avviata dopo un esposto di alcuni dipendenti dell’azienda pubblica sul presunto falso possesso di una laurea prodotta da una dipendente, Cristina Sangiorgi. Dagli accertamenti, ricostruisce la Procura, sarebbero emerse presunte “interferenze illecite che avrebbe esercitato D’Asero su Torrisi Pagano, tramite alcuni politici regionali, per revocare il licenziamento per giusta causa della Sangiorgi, poi per garantirle una posizione lavorativa ‘gradita’ in azienda, e, infine, per omettere l’avvio di doverose procedure disciplinari per il rifiuto di svolgere gli incarichi e di lavorare in smart-working durante la prima fase della pandemia”.

I politici regionali a cui si fa riferimento sono Falcone, Armao e Li Volti, quest’ultimo, ex assistente parlamentare e coordinatore della segreteria particolare di Falcone. I tre, secondo la Procura, “avrebbero esercitato pressioni sull’amministratore unico della Sis, al fine di far revocare il licenziamento della dipendente”.

“In relazione all’indagine che riguarda la Società Interporti Siciliani, voglio sottolineare la mia totale estraneità a ogni tipo di contestazione. Nella mia precedente veste di assessore alle Infrastrutture, infatti, non sono mai entrato nelle dinamiche interne della Società Interporti, se non per accelerare e sbloccare procedure amministrative volte a rilanciare ed efficientare la società partecipata della Regione. Non mi sono mai permesso di effettuare sollecitazioni né, peggio ancora, pressioni indebite. È comunque giusto, anzi addirittura necessario, che la magistratura lavori per accertare la verità dei fatti. Siamo pronti a dare prova della linearità del nostro comportamento e lo dimostreremo nelle sedi opportune”. Così si difende intanto l’assessore regionale all’Economia, Marco Falcone.

Le indagini dei carabinieri, contesta ancora la Procura nella prima fase dell’inchiesta, avrebbero inoltre “fatto emergere un accordo corruttivo che sarebbe intercorso tra Torrisi Rigano e Luigi Cozza, titolare della Lct Spa, società del settore dei trasporti titolare dell’affidamento in concessione della gestione funzionale, operativa ed economica e della manutenzione ordinaria per nove anni del Polo Logistico dell’Interporto di Catania”.