Caltagirone, beccato e arrestato giovane 28enne dai Carabinieri

Nell’ambito delle decisioni prese in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, svoltosi nei giorni scorsi a Caltagirone, i Carabinieri della locale Compagnia, coadiuvati dai colleghi del XII° Reggimento “Sicilia” e da una pattuglia della Polizia Locale, la scorsa notte hanno eseguito un servizio straordinario di controllo del territorio in diverse aree della cittadina (quartiere Acquanuova, discesa Sant’Agata, piazza Municipio e via Circonvallazione).

Nel corso del servizio i militari hanno proceduto all’arresto in flagranza di un pregiudicato 28enne del luogo, ritenuto responsabile di furto aggravato.

I militari operanti, nel sottoporre a controllo domiciliare il giovane calatino, già destinatario della misura cautelare dell’obbligo di dimora, hanno potuto accertare come il medesimo avesse allacciato il proprio contatore alla linea elettrica pubblica. I tecnici dell’ente erogante l’energia elettrica, fatti intervenire sul posto, hanno provveduto a ripristinare i collegamenti originari del misuratore elettronico.

Complessivamente, il dispositivo di sicurezza ha sottoposto a controllo 40 veicoli, 59 persone, 4 esercizi pubblici ed eseguito 4 perquisizioni.
I servizi saranno replicati nei prossimi giorni coprendo anche le altre zone della città.

Blitz antidroga questa mattina a Vittoria: operazione “lockdown”

I Carabinieri della Compagnia di Vittoria, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre pregiudicati, vertici di un gruppo criminale dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina. Il blitz, ordinato dal Tribunale di Ragusa è scattato all’alba con il nome convenzionale “Operazione “lockdown”, ed è stato eseguito da 20 militari della Compagnia di Vittoria ponendo fine a un supermarket della droga.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Dott. Vadalà e, durante sette mesi, hanno origine dalle richieste di alcuni cittadini vittoriesi dimoranti nella zona vecchia della città che esasperati segnalavano un intenso andirivieni di giovani dall’abitazione di un noto soggetto spacciatore. I carabinieri del Nucleo Operativo qualche giorno dopo arrestavano in flagranza il noto pregiudicato, per detenzione illecita al fine della cessione a terzi di cocaina, poiché lo trovavano con 13 grammi di cocaina. Gli stessi carabinieri dopo qualche giorno venivano ancora una volta allertati dai residenti che segnalavano che la situazione non era cambiata, anzi che l’andirivieni dall’abitazione del noto pregiudicato era aumentato. Nel corso delle attività di osservazione e controllo venivano riscontrate e documentate dagli operanti plurime cessioni di sostanza stupefacente a giovani acquirenti, anche durante la detenzione domiciliare di quest’ultimo. Le indagini poi permettevano di ricostruire un intenso traffico di sostanze stupefacenti e documentavano un conteggio “giornaliero” dei clienti di quasi venti episodi di spaccio nel corso di un solo pomeriggio ed uno smercio di quasi 15 cessioni di cocaina al giorno con un guadagno di oltre 30.000 euro in soli tre mesi e il coinvolgimento nell’approvvigionamento e nello spaccio di ulteriori persone tra le quali gli odierni indagati.

L’organizzazione del gruppo era ben delineata e organizzata con divisione dei compiti e ad uno degli odierni indagati era stato dato il compito di “assaggio dello stupefacente” e doveva fornire il giudizio sulla qualità. Il Tribunale di Ragusa nell’emettere i provvedimenti cautelari ha valutato il concreto e attuale pericolo di reiterazione del reato in considerazione della pluralità degli episodi di cessione di sostanza stupefacente registrati e della particolare indole criminale dimostrata dalla quotidianità delle cessioni e dell’inserimento dei tre indagati in ambienti criminali particolarmente attivi nel narcotraffico locale. Al termine delle formalità di rito espletate presso la caserma di via Giuseppe Garibaldi i tre sono stati posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea per i provvedimenti di competenza e trasferiti nella casa circondariale di Ragusa.

Foto articolo: immagine di repertorio

Strutture pubbliche danneggiate in città nell’Agrigentino: indagini in corso

Nella giornata di ieri 2 agosto nella citta delle terme si sono registrati alcuni danneggiamenti ai danni di strutture pubbliche. Ieri personale dell’Ufficio Postale centrale ha denunciato presso la Stazione Carabinieri il danneggiamento del monitor dello sportello ATM bancoposta ubicato all’esterno dell’ufficio. Il monitor pare sia stato danneggiato con un corpo contundente che ha provocato inevitabilmente l’interruzione del servizio dello sportello automatico.

Nella stessa giornata il custode del campo sportivo ha denunciato che durante la scorsa notte ignoti, dopo aver divelto le catene che assicuravano il cancello di ingresso, sono penetrati all’interno della struttura danneggiando le cabine elettriche dell’impianto di illuminazione. Sono stati tranciati i cavi elettrici, verosimilmente, allo scopo di asportare il rame in essi contenuto, senza tuttavia riuscire nell’intento.

I carabinieri della Stazione di Sciacca, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno avviato le indagini per individuare i responsabili.

Imprenditori catanesi nei guai: sequestrati oltre 2mila prodotti Apple contraffatti

Riproducevano fedelmente il noto marchio «Apple», ma di fatto sono risultati contraffatti gli oltre 2.000 prodotti sequestrati nel capoluogo etneo dai Finanzieri del Comando Provinciale di Catania. Gli articoli, imitazioni di ottima fattura degli accessori e della componentistica, destinati agli ultimi modelli del blasonato smartphone della casa di Cupertino in California, sono stati rinvenuti dai militari della Compagnia di Catania all’interno di un negozio del capoluogo che commercializza prodotti per la telefonia.

I titolari dell’azienda, due imprenditori catanesi, si approvvigionavano della merce, non originale ma marchiata «Apple», direttamente da fornitori asiatici e per eludere i controlli doganali avevano escogitato ingegnosi artifici: gli articoli giungevano sul territorio italiano muniti di anonime patch adesive che ricoprivano il falso simbolo della “mela morsicata”, oppure venivano abilmente occultati all’interno di involucri di produttori aftermarket. I prodotti, così come accertato dalle Fiamme Gialle, venivano poi immessi in commercio, anche attraverso diverse piattaforme virtuali, a prezzi notevolmente inferiori rispetto agli standard di mercato.

Al termine delle attività di servizio sono stati complessivamente sequestrati 2.093 articoli, tra accessori e componentistica per telefonia, per un valore complessivo al dettaglio di circa 50.000 euro. L’operazione, denominata “Mela marcia”, testimonia la costante attenzione del Comando Provinciale di Catania nell’attività di prevenzione e di repressione della commercializzazione di prodotti non originali o comunque di illecita provenienza, che danneggia il mercato e sottrae opportunità e lavoro alle imprese rispettose delle regole. La merce contraffatta può, inoltre, costituire un serio rischio per la salute dei consumatori, dal momento che non vi è alcuna garanzia circa la sua rispondenza ai parametri di qualità e di sicurezza della produzione legale.

Piromani, ora è troppo…

Niente sembra fermare il fuoco che,  ogni giorno mette sotto assedio il Calatino. Diversi gli incendi che hanno devastato il  calatino, iniziando  da Monte San Giorgio,  contrada Mazzone,  Bosco di Santo Pietro, Contrada Terrana.

La serie di incendi che sta devastando il calatino e in tutta la Sicilia ripropone in tutta la sua drammacità una figura che spesso è all’origine di questi eventi: il piromane. Ovviamente molti incendi si sviluppano per cause naturali (autocombustione), accidentali ( mozziconi di sigarette e, tizzoni lasciati incustoditi), oppure per interventi dolosi, questi ultimi causati appunto da piromani; in alcuni casi questi incendi, come ha accurato spesso la magistratura, sono stati causati da persone interessate poi a domarli per lavoro. Chiaramente non ci stiamo riferendo ai vigili del fuoco, e neanche alle centinaia di onesti volontari della protezione civile. Cercheremo in questo articolo di tracciare un profilo del piromane tipo

La piromania, nella maggior parte dei casi, inizia nell’infanzia. I bambini sotto i 3 anni raramente prestano attenzione al fuoco e non sono interessati ai modi per accenderlo. Ma dall’età di tre anni, questo momento è particolarmente interessante per i bambini, quindi sono così desiderosi di raggiungere fiammiferi e accendini.

Chi tra noi nell’ infanzia non ha provato ad accendere un fiammifero, a bruciare la carta,  o la piuma di uccello, a fare un fuoco? Tutte queste manifestazioni non sono segni di piromania nei bambini fino a quando non assumono una forma cronica. Ancora peggio, se la piromania si sviluppa nell’adolescenza, che è caratterizzata da negatività, negazione dei divieti e qualche crudeltà.

Spesso un incendio viene provocato in maniera del tutto intenzionale, colui che appicca il fuoco in modo doloso viene da sempre definito un piromane, infatti il termine piromania  che viene dal greco  sta ad indicare un’ossessione verso il fuoco, le fiamme e i loro effetti. Il piromane soffre di disturbi del controllo degli impulsi e della condotta, e sembrerebbe che alla base vi sia un’intensa ossessione per il fuoco, le fiamme e i loro effetti.

Si tratta di emozioni intense e piacevoli, le quali appagano e il soggetto desidera viverle; di conseguenza passa in secondo piano la gravità del reato commesso.

È proprio questa eccitazione e gratificazione emotiva, difficilmente controllabile, a rendere la piromania una categoria psichiatrica, quasi una sorta di “dipendenza” dal fuoco.

I primi segni della piromania sono la passione per tutto ciò che riguarda il fuoco e la propensione a incendiario immotivato

Non sono indifferenti le conseguenze che un incendio porta con sé: distruzione, annientamento, paura, morte. Tutti effetti che il piromane non considera adeguatamente, vedendo nell’incendio solo conseguenze a lui positive: eccitazione, euforia, appagamento dato dal fascino per il fuoco e per le fiamme, con conseguenti emozioni piacevoli. Senza dimenticare che l’aver provocato in prima persona l’incendio, ed essendo quindi stato l’artefice del tutto, gratifica ancor di più il piromane, il quale si sente protagonista attivo dello spettacolo.

Una riflessione è doverosa, soprattutto alla luce di ciò che è successo nel nostro territorio in questi giorni.  È il momento di dire  basta. Non si può più accettare questa inerzia e questa passività.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

S. Giovanni La Punta, ancora polemiche per Trappeto

Vi avevamo raccontato delle tante discussioni per la riqualificazione delle piazze Regina Elena e Trappeto. A dire la sua, stavolta, è il consigliere di opposizione Santo Trovato: “La progettualità è nata malissimo. Il progetto è stato prima approvato con determina dirigenziale e successivamente con atto di indirizzo politico-amministrativo con delibera di Giunta. Entrambe lo scorso 6 luglio. Il progetto è stato trasmesso alla Regione per il finanziamento ma non poteva essere approvato per vari motivi.

Il primo – dice Trovato – è che non risulta conforme né al Piano regolatore generale vigente, né al nuovo Prg adottato. In entrambi non viene previsto l’accorpamento della piazza Regina Elena con l’area di pertinenza della chiesa, per cui il progetto approvato risulta difforme agli strumenti urbanistici. Il progetto, infatti, prevede la modifica della destinazione urbanistica della parte di via Deodato, antistante la Chiesa, da aree stradali a verde di arredo urbano o stradale. Occorreva, quindi, operare una variante al Prg previa progetto preliminare o definitivo da parte del consiglio comunale. Inoltre non è stato acquisito il parere della parrocchia, quale organo giuridico ecclesiastico, poiché il progetto interessa porzione del sagrato. La mancanza di questo parere rende non esecutivo il progetto e quindi non cantierabile.

Il progetto esecutivo – conclude il consigliere – è stato approvato senza la preventiva approvazione di quello definitivo da parte della Giunta, il progetto esecutivo è stato approvato in linea amministrativa, oltre che tecnica, dal dirigente come si evince dal corpo della delibera di Giunta. Il dirigente non poteva approvare il progetto senza che lo stesso fosse stato sottoposto all’esame dell’organo politico, per cui la determinazione di approvazione è nulla”.

Il sindaco Nino Bellia incontrerà nei prossimi giorni il parroco e i commercianti per tutte le delucidazioni sulle piazze della frazione di Trappeto.