Incidente mortale sulla SS 385 Caltagirone Catania, la vittima è una donna estratta dalle lamiere: coinvolte una Citroen e una Fiat Punto

Un drammatico incidente quello avvenuto nella notte sulla SS 385 Caltagirone Catania. L’impatto è avvenuta tra una Citroen e una Fiat Punto.

A perdere la vita una donna che era alla guida della Citroen. Sono dovuti intervenire i vigili per estrarla dalle lamiere. La vittima non ce l’ha fatta durante il trasporto all’Ospedale di Caltagirone. Altri due feriti sono stati portati all’Ospedale di Lentini, in provincia di Siracusa.

Sul posto i carabinieri per cercare di ricostruire la vicenda.

Caltagirone, Carcere borbonico: arrivano 300 mila euro per la ristrutturazione dell’edificio

Buone notizie per l’ex Carcere borbonico, prestigiosa sede del Museo civico e pinacoteca “Luigi Sturzo”: dopo quello di 100mila euro per la creazione di servizi e/o sistemi innovativi e l’utilizzo di tecnologie avanzate, è stato ammesso a finanziamento, dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, nell’ambito dell’avviso pubblico  per l’attribuzione di finanziamenti (Po Fesr 2014-2020), anche il progetto, per la somma di 300mila euro, che mira alla ristrutturazione dell’edificio.

Il progetto in questione, come l’altro, era stato approvato dalla Giunta municipale e presentato dal Comune di Caltagirone per concorrere all’assegnazione delle risorse finalizzate a promuovere interventi per la tutela, la valorizzazione e la messa in rete del patrimonio culturale, materiale e immateriale, nelle aree di attuazione di rilevanza strategica tale da determinare e consolidare prassi di sviluppo.

“Anche in questo caso – afferma il sindaco Gino Ioppolo – si tratta di un progetto con cui, accrescendo la capacità dell’ente di intercettare risorse dall’esterno, potremo realizzare interventi consistenti che miglioreranno le condizioni strutturali di un immobile di sicuro interesse, che assolve a un’importante funzione culturale e che siamo impegnati a valorizzare sempre di più e meglio”.

Mazara del Vallo, controlli a un noto ristorante del centro: scattano le multe

Nella giornata di ieri, 30 luglio 2019, i Carabinieri della Stazione di Mazara del Vallo e dei NAS di Palermo, con la collaborazione della locale Polizia Municipale, nell’ambito di un mirato servizio finalizzato a tutelare la sicurezza alimentare, hanno effettuato l’accesso  ispettivo presso un ristorante di cucina mediorentale sito in centro a Mazara del Vallo, nella medesima giornata, i Carabinieri del Centro Anticrimine Natura di Palermo, nell’ambito dei controlli straordinari nel settore agricolo, agroalimentare e forestale, hanno effettuato due ispezioni nel comune di Paceco a ridosso della Riserva Naturale Orientata delle Saline.

Nel corso del controllo, svolto scrupolosamente dai militari operanti, presso il ristorante in Mazara del Vallo, sono emersi diversi illeciti sia amministrativi che penali. Sotto il profilo amministrativo, veniva riscontrato un ampliamento abusivo dell’area adibita a deposito alimenti nel cortile interno e nel vano corridoio, la mancata attuazione del piano haccp e la mancata esibizione degli attestati di formazione di alimentarista da parte del personale impiegato, per tutto ciò venivano comminate sanzioni amministrative pari a 3000 euro. Sotto il profilo penale, invece, sono stati rinvenuti nei congelatori alimenti mantenuti in cattivo stato di conservazione, alcuni dei quali addirittura conservati in sacchi in plastica tipicamente utilizzati per la raccolta dei r.s.u., i predetti alimenti, consistenti in prodotti ittici e carne, del peso complessivo di 75 kg, sono stati posti sotto il vincolo del sequestro.

All’esito dell’attività ispettiva i militari hanno avviato le procedure di segnalazione all’Asp di Trapani la quale determinerà i provvedimenti di competenza, intanto, il personale della Polizia Municipale ha avviato gli accertamenti finalizzati alla verifica della regolarità dell’occupazione del suolo pubblico.

Per quanto attiene i controlli dai Carabinieri Forestali, sono stati effettuati presso società impegnate nella carpenteria metallica di automezzi pesanti. L’accesso consentiva di accertare l’esistenza all’interno dell’area di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, abbandonati sul suolo o all’interno di cassoni scarrabili aperti,

  • Sacchi  strappati contenenti polveri pericolose derivanti dalla sabbiatura dei veicoli, nonché cumuli delle medesime sabbie sul suolo.

Si accertava altresì l’assenza di impermeabilizzazione del piazzale con ilk relativo e di convogliamento delle acque di dilavamento; vistosa presenza di sostanze oleose  e sversamento di scarichi su un canale di scolo parte integrante della riserva, che termina nel corpo ricettore marino.

Accertata altresì la presenza di opere edilizie, sprovviste di titolo autorizzativo, nonché la mancanza di titolo a permanere all’interno dell’area in questione, già di proprietà di xhilone, ma confiscata a seguito pregressi abusi edilizi.

In sede di controllo non è stato possibile reperire alcuna documentazione relativa alle autorizzazioni ambientali, edilizie e paesaggistiche.

In considerazione di quanto sopra i rubricati venivano deferiti all’a.g. per i reati in epigrafe.

Caltagirone, “Il mio Piazzolla”: concerto di Loredana Piluso

Sabato 3 agosto, alle 21, a Villa Patti, nell’ambito dell’”Estate a Caltagirone 2019”, si terrà il concerto della pianista Loredana Piluso “Il mio Piazzolla”, con alcuni fra i più significativi brani del grande musicista e compositore argentino che costituiscono parte integrante del Cd “Piazzolla – Solo Piano”, pubblicato dalla pianista nel gennaio 2019 per l’etichetta discografica Velut Luna e frutto della collaborazione con il maestro artigiano Luigi Borgato, che ha realizzato, tra gli altri, il Grand Prix- 333, attualmente il pianoforte a coda più lungo al mondo, utilizzato per la registrazione. Il Cd racchiude alcuni tra i più famosi lavori di Astor Piazzolla, trascritti per pianoforte solo, in parte dalla stessa Piluso. La sua realizzazione ha richiesto più di due anni di ricerca, studio, ascolti e confronto con artisti vicini a Piazzolla. Non sono molte le versioni di questa musica per pianoforte, in quanto essa era scritta per bandoneon e formazioni strumentali varie. Il programma del concerto contiene solo un brano (Adios Nonino) originale per  piano; per gli altri si tratta di trascrizioni della stessa pianista da brani scritti per ensamble.

Per Loredana Piluso, che vive e lavora a Vicenza (dove è titolare della cattedra di Musica all’Istituto comprensivo 2), ma è nativa di Caltagirone, città con la quale conserva un profondo rapporto, si tratta di un ritorno a distanza di 20 anni, in quanto la sua ultima esibizione nella città ceramica risale al 1999, nell’ambito della rassegna “Musica a Villa Patti”, organizzata dal compianto maestro Sabino Napolitano. Al suo attivo tanti primi posti in diversi concorsi nazionali e in numerosi concerti – premio. Molteplici le esperienze professionali che l’hanno arricchita. Dal 2002 collabora in ambito accademico in qualità di pianista-accompagnatore per balletto, in particolare al Teatro Carcano di Milano. Ha inoltre curato l’ideazione e realizzazione di tutti i progetti musicali delle produzioni di balletto con anteprime europee e prime nazionali in prestigiosi teatri, tra cui il Teatro St. Michel di Bruxelles, il Teatro Olimpico e il Teatro comunale di Vicenza, il Teatro Filarmonico di Verona.

A sottolineare la valenza della pianista è la consulente a titolo gratuito del sindaco per le attività artistico – teatrali e dello spettacolo, Maricò Pepi. E il primo cittadino Gino Ioppolo, nell’evidenziare “l’indissolubile legame” della Piluso con Caltagirone, esprime soddisfazione “per il fatto che tanti caltagironesi che si sono fatti strada altrove ritornino per arricchire, con le proprie performance e attività, la nostra città dell’esperienza maturata”.

Incidente in direzione Catania, autobus si scontra con due auto: ferite due donne

Si è verificato un incidente questa mattina sulla A18 in direzione Catania nei pressi di Taormina, in provincia di Messina. Un autobus si è scontrato con due auto e nell’impatto sono rimaste ferite due donne che viaggiano su una vettura.

Le stesse sono state poi trasportate presso l’Ospedale di Taormina. Invece sono rimasti illesi i passeggeri degli altri mezzi.

Sul posto la polizia per cercare di ricostruire la vicenda.

ULTIM’ORA Incidente frontale sulla SS 117 a Piazza Armerina nei pressi del Parco Ronza, ci sono cinque feriti: due sono gravissimi

Si è verificato intorno alle 6 un gravissimo incidente sulla SS 117 al km 38 nei pressi del Parco Ronza a Piazza Armerina, in provincia di Enna. A essere coinvolte due auto una Opel e una Volfswagen, ci sono cinque feriti di cui due gravissimi.

 

 

I due che guidavano sono in gravissime condizioni e sono stati portati in elisoccorso a Catania e Caltanissetta, gli altre feriti che dovrebbero essere tutti di Piazza Armerina sono stati trasportati a Enna.

Sul posto le ambulanze e i vigili hanno prestato soccorso. Si sta cercando di ricostruire la vicenda.

IN AGGIORNAMENTO

ULTIM’ORA Mafia e Massoneria, blitz dei carabinieri: sette fermati. Rapporti tra i boss di Caltagirone e Licata. GUARDA NOMI E VIDEO

I Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Agrigento hanno dato esecuzione al fermo nei Comuni di Licata, in provincia di Agrigento, e Palermo, di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di LAURIA Giovanni classe ‘40 inteso “il professore”, LAURIA Vito classe ‘70 (figlio di Giovanni), LAURIA Angelo classe ‘74, CASA Giacomo classe ‘55, MUGNOS Giovanni classe ’66, SEMPREVIVO Raimondo classe ‘72 e LUTRI Lucio classe ‘59.

Al centro delle indagini, che costituiscono un’ulteriore fase dell’articolata manovra investigativa sviluppata dalla A.G. di Palermo e dall’Arma dei Carabinieri in direzione della articolazione agrigentina di cosa nostra, è la famiglia mafiosa di Licata al cui vertice, nella qualità di promotore e organizzatore, è risultato essere il pregiudicato LAURIA Giovanni il quale presiedeva a riunioni ed incontri con gli altri associati, gestendo e pianificando tutte le relative attività ed affari illeciti, mantenendo il collegamento con esponenti di altre famiglie di cosa nostra della Sicilia Orientale, al fine di progettare la realizzazione di attività volte ad alterare le ordinarie e lecite dinamiche imprenditoriali.

Le relazioni tra cosa nostra agrigentina e cosa nostra catanese

L’indagine ha preso spunto dalle qualificate dinamiche relazionali ultra provinciali documentate dal R.O.S. che vedevano protagonisti da una parte il noto capomafia SEMINARA Salvatore (ritenuto all’epoca al vertice della famiglia di Caltagirone) ed i suoi accoliti e dall’altra alcuni esponenti mafiosi licatesi capeggiati da LAURIA Giovanni.

Dette dinamiche, che attualizzavano i solidi e risalenti legami esistenti tra cosa nostra agrigentina e quella catanese, erano nel caso di specie prodromiche all’infiltrazione dei lavori relativi alla realizzazione di un importante complesso turistico alberghiero e alla demolizione di immobili abusivi nel Comune di Licata.

Nello specifico, le riunioni di LAURIA e dei suoi più fidati sodali con gli esponenti della famiglia mafiosa di Caltagirone, sono state dettagliatamente documentate dal R.O.S. e hanno sin da subito assunto una rilevante valenza investigativa anche in riferimento al coinvolgimento di SEMINARA Salvatore, esponente mafioso di indiscussa importanza che, attualmente sotto processo perché ritenuto al vertice della famiglia mafiosa di Caltagirone e mandante di un duplice efferato omicidio commesso il giorno di Pasqua del 2015 a Raddusa (CT), ha già subito delle condanne definitive in quanto individuato – tra le altre cose – come massimo vertice provinciale di cosa nostra per il territorio di Enna.

Le indagini sulla consorteria licatese

In ragione delle citate risultanze investigative, veniva ampliato il monitoraggio tecnico di LAURIA Giovanni e dei soggetti agrigentini protagonisti delle dinamiche associative sopra descritte, attività questa che permetteva di individuare i componenti (MUGNOS Giovanni, CASA Giacomo, LAURIA Vito e LAURIA Angelo) del gruppo mafioso da questi diretto quale pericolosa articolazione di cosa nostra inquadrata nella famiglia di Licata ed autorevole punto di riferimento sul territorio agrigentino delle paritetiche espressioni di cosa nostra di altre aree della Sicilia.

Ciò che ha reso ancor più evidente il potere esercitato dal gruppo mafioso capeggiato da LAURIA Giovanni è la dimostrata capacità di quest’ultimo di inserirsi in talune logge massoniche (lo stesso LAURIA Vito, figlio di LAURIA Giovanni, era all’epoca delle indagini Maestro Venerabile di una loggia con sede a Licata), avvalendosi altresì dei rapporti con LUTRI Lucio, insospettabile funzionario della Regione Siciliana a sua volta al tempo Maestro Venerabile di loggia massonica con sede a Palermo, il quale ha sistematicamente messo a disposizione della consorteria mafiosa la privilegiata rete di rapporti intrattenuti con altri massoni professionisti ed esponenti delle istituzioni.

La figura di LAURIA Giovanni

LAURIA Giovanni, personaggio centrale nelle indagini che hanno portato all’emissione dell’odierno provvedimento restrittivo, è mafioso il cui spessore criminale è stato già ampiamente ricostruito nei provvedimenti giudiziari che lo hanno definitivamente riconosciuto quale esponente di spicco di cosa nostra agrigentina.

In tal senso, basta ricordare che:

§ l’appartenenza a cosa nostra di LAURIA Giovanni è stata oggetto di sentenza che lo ha condannato in via definitiva per il reato di cui all’art 416 bis c.p., essendo egli stato individuato quale punto di riferimento per l’allora rappresentante provinciale di Agrigento Giuseppe FALSONE per conto del quale trasmetteva messaggi e comunicazioni ad altri esponenti apicali di cosa nostra siciliana;

§ LAURIA Giovanni, proprio per il legame che aveva con l’allora latitante FALSONE Giuseppe, era stato coinvolto dal capomafia calatino LA ROCCA Francesco (esponente di spicco dell’ala c.d. oltranzista di cosa nostra) nel tentativo di mediazione tra le opposte fazioni di cosa nostra agrigentina che avevano rispettivamente al vertice il citato FALSONE e DI GATI Maurizio.

Nonostante la condanna ricevuta e la pena espiata, LAURIA Giovanni non ha interrotto i rapporti con la consorteria ed è emerso nelle indagini che oggi hanno portato alla sua cattura quale assoluto protagonista di cosa nostra.

La figura di LAURIA Giovanni è inoltre per ultimo comparsa anche nella indagine denominata ASSEDIO, condotta dall’Arma Territoriale di Agrigento, nel cui contesto è stata documentata una rinnovata coesione all’interno di cosa nostra agrigentina tra gruppi mafiosi, in passato anche dialetticamente contrapposti, riconducibili alla famiglia di Licata.

Come emerso nel contesto investigativo in parola, a seguito della sua scarcerazione avvenuta nell’ottobre 2017, OCCHIPINTI Angelo aveva acquisito un ruolo di vertice in seno alla consorteria mafiosa di Licata ed aveva eletto a quartier generale del gruppo da lui diretto un magazzino dove egli teneva un jammer che attivava ogni qual volta avevano corso delle riunioni con altri uomini d’onore, e ciò nell’evidente convinzione che detto dispositivo avrebbe rappresentato un argine invalicabile alle investigazioni, rendendo impossibile la captazione dei dialoghi da parte degli investigatori.

Nel corso di una di tali riunioni è stato possibile registrare un colloquio intercorso proprio tra LAURIA Giovanni e OCCHIPINTI Angelo, avente straordinaria importanza investigativa, giacché si registrava l’intenzione dei due capi di unire i rispettivi gruppi al fine di ricompattare la famiglia mafiosa di Licata e ciò, evidentemente, per amplificarne il potere criminale e farla divenire una delle articolazioni mafiose più pericolose dell’intera cosa nostra.

Gli interessi della famiglia di Licata ed il contesto della Massoneria

Come sopra anticipato, le indagini svolte hanno consentito di acquisire plurimi e convergenti elementi indiziari sul concorso nel delitto di cui all’art 416 bis c.p. di LUTRI Lucio il quale, forte del suo incarico istituzionale di funzionario della Regione Siciliana e soprattutto della sua privilegiata rete di relazioni intrattenuta quale Maestro Venerabile di una loggia massonica di Palermo, si è messo a disposizione dell’associazione, sia acquisendo e veicolando informazioni riservate sulle attività di indagine in corso a carico della cosca, sia mettendosi in contattato con professionisti e compiacenti dipendenti della Pubblica Amministrazione (in gran parte anch’essi massoni) al fine di favorire le più disparate richieste (alcune delle quali illecite) avanzategli dai singoli componenti della famiglia di Licata per affari e vicende relative ai loro interessi patrimoniali.

Dalle indagini è altresì emerso che il rapporto tra i massoni LAURIA Vito e LUTRI Lucio era oggetto di un colloquio intercettato tra lo stesso LUTRI e MUGNOS Giovanni, durante il quale quest’ultimo riferiva al suo interlocutore che LAURIA Vito, in relazione ad un intervento che LUTRI doveva effettuare per la risoluzione dei debiti che LAURIA Giovanni aveva maturato per le spese della sua detenzione in carcere, gli aveva testualmente evidenziato che “tu non lo sai io e Lucio a chi apparteniamo… andiamo a finire… andiamo a finire sui giornali”, con ciò chiaramente riferendosi alla affiliazione massonica che lo accomunava a LUTRI ed il cui disvelamento, qualora correlato alla vicenda che questo ultimo stava seguendo per conto del capomafia LAURIA Giovanni, avrebbe avuto certamente un clamoroso effetto mediatico.

L’insospettabile ruolo svolto da LUTRI nell’interesse dell’associazione è plasticamente sintetizzato nelle parole pronunciate proprio da MUGNOS Giovanni il quale, oltre ad alludere alla protezione che la provincia mafiosa riferibile a MESSINA DENARO Matteo eserciterebbe in favore di LUTRI, chiariva che il nominato massone ha due facce… una… e due… e come se io la mattina quando mi sveglio e con una mano tocco il crocifisso e “dra banna” ho il quadro di Totò RIINA e mi faccio la croce.

LUTRI Lucio è senza dubbio entrato in un rapporto sinallagmatico con la cosca licatese, rapporto che ha prodotto reciproci vantaggi sia a lui stesso che a cosa nostra; invero, il vantaggio per il massone, in alcune occasioni, si è concretizzato nella possibilità di richiedere favori che soltanto una struttura criminale come quella mafiosa poteva garantire.

Ciò in particolare è accaduto allorquando LUTRI si è rivolto a CASA Giacomo al fine di costringere con metodi mafiosi un imprenditore restio ad onorare un debito nei confronti di una persona a lui vicina.

In altra occasione il massone si rivolgeva sempre a CASA per ottenere la mobilitazione della famiglia al fine di attivare contatti mafiosi nella zona di Canicattì; contatti che MUGNOS e gli altri sodali, su indicazione di LAURIA Giovanni, individuavano poi nel capo di quella articolazione mafiosa Lillo DI CARO.

A sua volta, l’associazione mafiosa ha avuto garantita da LUTRI la sua disponibilità e l’utilizzo di importanti canali massonici, ottenendo la stessa associazione e per essa i singoli esponenti della famiglia, vantaggi consistenti ora nell’acquisizione di informazioni riservate circa attività di indagine a loro carico, ora nell’interessamento di professionisti compiacenti e dipendenti infedeli della Pubblica Amministrazione.

La rete di favori, piccoli vantaggi ed entrature che LUTRI garantiva a tutti i principali componenti della famiglia mafiosa di Licata, veniva peraltro quasi orgogliosamente rivendicata dal medesimo LUTRI nel corso di un dialogo intercorso con MUGNOS Giovanni durante il quale egli si riferiva al costante lavoro di schermatura che garantiva agli uomini d’onore di Licata, consentendogli così di non comparire nei rapporti con enti e uffici pubblici, istituzioni e forze di Polizia.

Inoltre, dalle attività di ascolto poteva accertarsi che cosa nostra licatese confidava nella rete di rapporti anche internazionali dell’allora Maestro Venerabile per amplificare il proprio prestigio e per accrescere le potenzialità, tanto da ipotizzare la possibilità di estendere all’estero i propri interessi economico/criminali.

La particolare considerazione che gli uomini d’onore di Licata riponevano sulle potenzialità di LUTRI e dei suoi rapporti altolocati giungeva proprio dai due mafiosi MUGNOS Giovanni e LAURIA Angelo i quali, nel commentare l’efficacia dell’intervento di LUTRI per risolvere talune problematiche dello stesso MUGNOS, convenivano sulla concreta utilità che LUTRI riusciva sempre a garantire loro.

La sinergia tra LUTRI e la famiglia mafiosa di Licata veniva per ultimo efficacemente riassunta nel corso di una conversazione intercettata, durante la quale il primo, nell’interfacciarsi con il mafioso MUGNOS Giovanni, esclamava compiaciuto “ma chi minchia ci deve fermare più?”, espressione questa chiaramente evocativa di una comunanza di interessi e di una reciprocità tra il massone e cosa nostra licatese.

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Caltagirone, 31 luglio e 1 agosto l’ottava di San Giacomo: ecco il percorso per le vie cittadine

Entrano nel clou i festeggiamenti in onore di San Giacomo, Santo Patrono della città di Caltagirone.

Nelle sere del 31 luglio 2019 e dell’1 Agosto 2019 prenderanno il via le due giornate dell’ottava della festa di San Giacomo.

Più precisamente, nella sera del 31 luglio la processione prenderà il via alle ore 21:00 dalla Basilica di San Giacomo quando, all’arrivo del Corteo del Senato Storico e Civico (uscita Corteo ore 20:45 dal palazzo comunale), la vara del tempietto di San Giacomo e la Cassa argentea giungeranno davanti il sagrato della Basilica di S. Giacomo.

Successivamente, dalla Basilica la processione si muoverà lungo le seguenti vie cittadine:

Via Madonna della Stella, Via Santo Stefano, Via Porta del Vento, Via Roma, P.ssa Maria Josè, S. Maria di Gesù, Portosalvo, Gravina (la processione, prima del rientro in chiesa, sosterà davanti l’Ospedale Gravina di Caltagirone), S. Maria di Gesù (la vara del Simulacro e la Reliquia faranno rientro nella chiesa S. Maria di Gesù per le ore 23.00 circa).

Invece, nella sera dell’1 Agosto 2019, ultima dell’ottava della festa di San Giacomo, la processione prenderà inizio alle ore 21:00 dalla Chiesa S. Maria di Gesù.

 

In seguito, la processione si snoderà lungo le seguenti via cittadine:

S. Maria di Gesù, Principe Umberto, Giorgio Arcoleo, Acquanuova 1 e 2 (spettacolo pirotecnico), S. Pietro, Roma, P.zza Umberto, P.pe Amedeo, Piazza Municipio (si assisterà ai tradizionali “tre giri” della vara del Simulacro e della Cassa argentea), V. Emanuele, Duca degli Abruzzi, Basilica di S. Giacomo (spettacolo pirotecnico a conclusione dei festeggiamenti in onore del Santo Patrono previsto per le 23.30).

Caltagirone, “Degrado e incuria della scalinata: urge un intervento dall’Amministrazione”

“Degrado e incuria della monumentale Scala Santa Maria del Monte di Caltagirone (CT)” – queste la parole di un lettore.

La scalinata, patrimonio dell’Unesco, da tempo versa in condizioni indecorose poiché, dalle foto inviateci dal nostro lettore, moltissime piastrelle in maiolica risultano essere mancanti, nonché distrutte a causa sia della negligenza dei cittadini sia dell’alterazione delle condizioni climatiche.

“Purtroppo, i 142 gradini di Caltagirone – dichiara il nostro lettore – si trovano in questo cattivo stato anche a causa della negligenza da parte dell’amministrazione comunale. Quest’ultima, ahimè, non ha dimostrato alcun interesse. Non ha fatto e non fa nulla per attingere a finanziamenti regionali, nazionali ed europei al fine di restaurare questo gioiello storico-culturale di Caltagirone. Oramai, è sotto gli occhi di tutti: ci vuole un intervento urgente da parte dell’amministrazione e degli organi competenti”.

“Inoltre, sempre dalle foto che ho scattato, – continua il lettore – possiamo constatare che la pietra lavica di diversi gradini presenta oramai dei segni di cedimento. Infatti, si notano delle fessure non indifferenti che col tempo possono causare un maggior degrado della parte architettonica della scalinata”.

Ebbene, alla luce di quanto segnalato, non ci resta che sollecitare gli organi competenti e, soprattutto, l’amministrazione comunale ad intervenire tempestivamente al fine di salvaguardare uno dei gioielli patrimonio dell’Unesco della città di Caltagirone, vale a dire la Scala Santa Maria del Monte.

Caltagirone, in arrivo 630 mila euro per il Fondo Povertà: coinvolte anche Grammichele, Vizzini, Mirabella Imbaccari, Mineo, San Michele di Ganzaria, Mazzarrone, San Cono e Licodia Eubea

Seicentotrentottomila euro (fondi regionali) per fronteggiare il disagio sociale spesso associato alle difficoltà economiche. Sono le risorse previste dal Piano di attuazione locale del Fondo Povertà 2018, il programma di interventi elaborato dai  rappresentanti dei 9 Comuni del Distretto socio – sanitario D13 (il capofila Caltagirone, Grammichele, Vizzini, Mirabella Imbaccari, Mineo, San Michele di Ganzaria, Mazzarrone, San Cono e Licodia Eubea) e dell’Asp e giunto in dirittura d’arrivo: alla presentazione avvenuta oggi pomeriggio seguiranno, infatti, le delibere di Giunta dei Comuni, la determina del sindaco del Comune di Caltagirone in quanto capofila, la firma dell’accordo di programma e l’invio alla Regione per la presa d’atto.

Le priorità d’intervento individuate sono: il rafforzamento del servizio sociale professionale con l’assunzione di 3 assistenti sociali per 36 ore settimanali per un anno; l’attivazione e il rafforzamento delle azioni di supporto al progetto attraverso il sostegno socio – educativo (9 educatori per 18 ore settimanali per 12 mesi), la mediazione culturale (2 mediatori di carattere culturale/linguistico per 18 ore settimanali per un anno), il sostegno socio – educativo con la creazione di centri educativi per minori a rischio di dispersione scolastica e conseguente insuccesso formativo, tirocini per l’inclusione sociale (38 unità a 600 euro al mese per sei mesi) e il sostegno alle genitorialità (2 psicologi per 18 ore settimanali per un anno).

“Con queste risorse – sottolinea l’assessore al Welfare del Comune di Caltagirone, Concetta Mancuso  – contribuiremo all’inserimento lavorativo di coloro che fruiscono del Reddito di cittadinanza, concorrendo altresì alla loro fuoriuscita da eventuali condizioni di disagio sociale attraverso la creazione di un’equipe multidisciplinare che realizzi progetti calibrati sulle problematiche e sui bisogni di tutti i componenti del nucleo familiare”. Il sindaco Gino Ioppolo evidenzia “l’utilità di un piano che, frutto di un lavoro di concertazione e condivisione con i diversi soggetti a vario titolo coinvolti, dimostra la capacità del territorio di fare rete, individuando e puntando a dare concrete risposte ad alcune delle principali emergenze sociali”.