Catania, extracomunitari tentano rapina a casa di un commissario. Gravi ferite per l’uomo. Uno arrestato l’altro fugge

La scorsa notte a Catania due extracomunitari hanno tentato una rapina in una abitazione dove era residente un commissario di polizia e la sua famiglia.

Arrivano nuovi dettagli sulle condizioni dell’agente e del malvivente 18enne, rimasto ferito mentre tentava la fuga.

Il poliziotto, che nel tentativo di inseguire e fermare i ladri avrebbe riportato diverse ferite da armi da taglio, sarebbe stato ricoverato all’ospedale Vittorio Emanuele. L’uomo sarebbe stato dimesso dopo aver ricevuto 80 punti di sutura.

 Uno dei ladri, l’unico identificato al momento, Djibril Mohamed, 18 anni, gambiano titolare di permesso di soggiorno per motivi umanitari, sarebbe rimasto ferito. Condotto all’ospedale Garibaldi, il giovane sarebbe ricoverato in prognosi riservata per fratture multiple.

Nulla si sa invece del complice del 18enne, suo connazionale, riuscito a fuggire lanciandosi dal balcone dell’abitazione del commissario, situata al primo piano di un palazzo antico nei pressi di piazza Santa Maria di Gesù.

Sono ancora in corso le indagini sull’accaduto e le ricerche del malvivente non ancora identificato.

Roma settima città nel mondo per reputazione

La Città Eterna si è posizionata al settimo posto nella speciale graduatoria 2018 stilata dal City RepTrak del Reputation Institute, con un indice di reputazione pari a 79,2. Altra città italiana presente nella tabella è Venezia, mentre il podio è formato da Tokyo, Sydney e Copenaghen, rispettivamente prima, seconda e terza classificata. Nello studio vengono presi in considerazione tre parametri (economia avanzata, governo efficace e ambiente attraente) oltre ai livelli di fiducia, stima, ammirazione e rispetto espressi dgli intervistati tra marzo e aprile di quest’anno.

Esulta il Movimento Cinque Stelle romano, che dichiara quanto segue in un post pubblicato su Facebook:

“Dritta nella top ten. Roma, sotto la guida M5S, entra nella classifica delle dieci città con la migliore reputazione al mondo. Sul gradino più alto del podio c’è Tokyo, sul secondo Sydney, sul terzo Copenaghen. E al settimo posto Roma. L’immagine della Città Eterna ne esce consolidata, nettamente migliorata rispetto agli anni precedenti. Un risultato che ci inorgoglisce e che ci conferma di avere intrapreso la strada giusta per migliorare la nostra città, anche alla luce dell’ampiezza del campione utilizzato: per stilare la classifica tra marzo e aprile 2018 sono state intervistate più di 12.000 persone in Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Russia, Regno Unito e Stati Uniti. A contare è l’economia, se è solida e sostenibile, il governo, se è organizzato ed efficiente e l’ambiente, se è sicuro ed esteticamente attraente. E allora andiamo avanti ancora più decisi, per realizzare il programma, per rendere Roma sempre migliore. Sempre più attrattiva. Con una reputazione internazionale sempre più rafforzata”. 

 

 

 

8 settembre: la natività della Beata Vergine Maria

Nella tradizione cattolica la festa è celebrata in tante località. Nella tradizione agricola il ricordo della nascita di Maria coincide con il termine dell’estate e dei raccolti. Molte chiese hanno come titolo la Natività di Maria.

Ma Maria è nata davvero l’8 settembre? La risposta è no. Come spesso accade nelle feste liturgiche, le date vengono scelte in base ad alcuni avvenimenti legati in qualche modo a quello che si intende celebrare. Così, come l’Assunzione di Maria si festeggia il 15 agosto per ricordare l’anniversario della dedicazione a Maria di una delle prime chiese a Gerusalemme, allo stesso modo, , la Natività si celebra l’8 settembre per ricordare il giorno della dedicazione alla Beata Vergine della basilica di Sant ’Anna a Gerusalemme, edificata nel IV secolo nel luogo dove, secondo la tradizione, risiedevano i genitori di Maria, Anna e Gioacchino».

A parte i cenni storici sulla data l’ importanza della nascita della Vergine Maria è un soprattutto spirituale in quanto segna l’ inizio del disegno di salvezza  di Dio. Dopo avere deciso di mandare suo Figlio tra gli uomini, Dio ha pensato a colei che sarebbe stata degna dimora di nostro Signore. E ha scelto Maria, il cui grembo diventa il luogo dove Gesù si incarna dopo che l’annuncio del l’Angelo ha reso possibile nel cuore della Madre questa nascita.

 

Roma, spacciava droga a piazza Vittorio: in manette 25enne romano

Gli agenti della Polizia di Stato del commissariato Viminale, durante un appostamento in via Carlo Alberto, angolo piazza Vittorio Emanuele II, hanno notato due giovani che si scambiavano alcune banconote ed un involucro di plastica e, sospettando che si trattasse di una compravendita di sostanze stupefacenti, sono intervenuti.

Bloccato dai poliziotti, l’acquirente è stato trovato in possesso di circa 6 grammi di hashish mentre il pusher, un cittadino romano di 25 anni con vari precedenti, inseguito dagli agenti e bloccato all’interno di un locale, aveva indosso marijuana e hashish, nonché 85 euro in banconote di vario taglio, provento dell’attività illecita.

Accompagnato negli uffici di polizia, il giovane è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.

Roma, crollo nella chiesa di San Giuseppe dei Falegnami

Crollo nella chiesa di San Giuseppe dei Falegnami, nel centro storico di Roma. A cedere è stata una parte del tetto dell’edificio, che ha portato al collasso quasi completo di una volta. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del comando di Piazza Venezia e i vigili del fuoco.

La chiesa, situata a pochi passi dal Campidoglio e utilizzata soprattutto per celebrare matrimoni, sorge sopra il carcere Mamertino, e fu costruita tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600, per poi essere completata nel 1663 da Antonio Del Grande. Restaurata nel 1886, con la costruzione di una nuova abside, presenta un interno a navata unica con due cappelle per lato.

La gestione dell’immobile è in carico al Fondo Edifici Culto del Ministero dell’Interno. Al momento del crollo la chiesa era chiusa e non si registrano feriti.

Papa Francesco: udienza generale all’ indomani del viaggio a Dublino

Come ogni viaggio il Santo Padre durante l’ udienza generale di ieri a piazza San Pietro riassume il suo viaggio in Irlanda.

I punti essenziali toccati da Papa Francesco sono vari, come quello della famiglia, ci invita a  ricordare le  «tante famiglie che portano avanti la famiglia e i figli con fedeltà, chiedendosi perdono quando ci sono dei problemi» e non seguire ciò che i media ci propinano ” l’ideale non è il divorzio, non è la separazione, l’ideale è la famiglia unita”.

I nonni che secondo il nostro Papa sono ” la saggezza, la memoria di un popolo e devono trasmettere questa memoria ai nipotini. I giovani, i bambini devono parlare con i nonni per portare avanti la storia. ”

la richiesta di perdono per gli abusi del clero che ha segnato un’ intera comunità creando grande sconcerto in tutto il mondo, il Pontefice aggiunge “Nel mio incontro con i vescovi li ho incoraggiati nei loro sforzi per rimediare ai fallimento del passato e inaugurare una stagione di rinnovamento della Chiesa in Irlanda”, e soggiunge inoltre “In Irlanda c’è la fede, c’è gente di fede. Ma ci sono poche vocazioni al sacerdozio. Come mai? Dobbiamo pregare perché il Signore invii santi sacerdoti in Irlanda, invii nuove vocazioni.”

concludendo l’udienza Papa Francesco mette in chiaro come la chiesa è la famiglia delle famiglie, e come un corpo unico bisogna sostenerci a vicenda e mai rischiare di essere soli.

Caltagirone, il bosco di Santo Pietro sotto attacco

Questo quanto riporta ilmanifesto.it:

Tra le attuali 72 riserve naturali regionali esistenti in Sicilia, la seconda per dimensione risulta quella del Bosco di Santo Pietro, con oltre 6.500 ettari di superficie, ricadenti in prevalenza nel comune di Caltagirone e in minima parte in quello di Mazzarrone (entrambi in provincia di Catania). Con la confinante Sughereta di Niscemi (altra riserva naturalistica) costituisce l’ultima propaggine di ciò che resta di un’antica foresta a macchia mediterranea, la più grande di querce della Sicilia sud orientale, che un tempo si estendeva per circa 30 mila ettari dall’entroterra calatino fino alle località costiere di Gela e Scoglitti. Le prime tracce storiche risalgono al periodo del regno normanno in Sicilia, con la concessione a Caltagirone (attestata da un documento del 1143) del feudo di Santo Pietro e altri possedimenti, fatta da Ruggero II D’Altavilla per l’aiuto che la città aveva dato ai Normanni contro i Saraceni.

La riserva del Bosco di Santo Pietro in realtà esiste soltanto sulla carta, come ci racconta il professore Renato Carella, presidente dell’associazione di volontariato ambientale Il Ramarro: «Sin dal 1987 inclusa nel piano regionale delle riserve, fu istituita nel 1999, data in gestione all’Azienda foreste demaniali della Regione siciliana e finalmente avviata nel 2000. Purtroppo dal novembre del 2006 è finita in una sorta di limbo. Qualcuno si accorse che il decreto istitutivo non era stato pubblicato nell’apposito albo». «Una banalità – prosegue il professore – un semplice errore materiale che si poteva e doveva correggere nel giro di qualche settimana. Invece, a distanza di ben 12 anni ciò non è avvenuto. La responsabilità possiamo senz’altro attribuirla ad un mix d’inefficienza, lentezza, insensibilità e scarso interesse dell’intero apparato politico amministrativo ai diversi livelli».

IL VALORE SCIENTIFICO-NATURALISTICO DEL SITO è ancora notevole. Al suo interno sono conservate oltre 300 specie botaniche e sono presenti un centinaio di specie di uccelli fra cui il picchio rosso maggiore, la ghiandaia, il gheppio e il pendolino, mammiferi come la martora, l’istrice, il gatto selvatico, la volpe e la donnola, rettili quali il colubro leopardino e la testuggine di terra. Una ricca biodiversità messa in serio pericolo anche a causa di scelte sconsiderate. Le piante indigene – ossia le varie e monumentali querce da sughero, le roverelle, i carrubi e i lecci – si sono drasticamente ridotte, via via sostituite da rimboschimenti ad eucalipto e da una ancor più assurda riconversione a pineta, realizzati da governi regionali quanto meno incompetenti con l’unico risultato di creare uno squilibrio nell’habitat. «A ciò si aggiungono altri e diversificati attacchi contro il bosco – rimarca ed elenca Renato Carella – lottizzazioni, costruzioni indiscriminate di ville, sviluppo esagerato della viabilità interna col conseguente moltiplicarsi di micro discariche e la piaga degli incendi dolosi. Tutto ciò, assieme all’incuria amministrativa, ha comportato l’aumento del degrado».

UN DEGRADO CONTRO CUI SI BATTE da 25 anni l’associazione Il Ramarro. Nata nel 1990 a Caltagirone, dal ‘93 ha avuto in affidamento dal Comune la gestione di una piccola area del bosco in contrada Renelle, 12 ettari ai quali ne sono stati aggiunti altri 5 nel 2013. Molte le attività di volontariato che vengono svolte: dalla pulizia del sito ai corsi di protezione civile e di prevenzione, dal rimboschimento alla creazione di un centro di studi e didattica ambientale, all’organizzazione di attività di formazione e di fruizione del territorio, dove resistono alcuni interessanti e affascinanti percorsi immersi nel verde. Nell’ambito del campo internazionale tenuto nella prima metà di agosto, un incontro-dibattito è stato dedicato ai danni inferti al paesaggio e al patrimonio botanico dagli incendi dolosi (l’ultimo a luglio) e a come contrastare il fenomeno. Commenta il presidente dell’associazione: «Analogamente ad altri posti, le cause ipotizzate sono diverse. Senza escludere possibili piromani e gli irresponsabili che hanno la pessima abitudine di pulire il terreno da sterpaglie e da rifiuti con il fuoco, sono da considerare gli interessi collegati all’utilizzo del pascolo e a certi codici arcaici duri a morire, nonché le eventuali colpe di qualche addetto stagionale impiegato dalla forestale; insomma, l’incendio come strumento d’intimidazione, di vendetta o di tornaconto personale. Ma non ho a riguardo notizia di indagini della magistratura. A quanto ne so, a Caltagirone è inattivo il Catasto degli incendi che, in base a una legge del 2000, stabilisce che i Comuni provvedano a una sorta di mappatura dei luoghi già colpiti dal fuoco. Resto comunque convinto che non bisogna mai darsi per vinti, e la nostra associazione cerca di dimostrarlo con la pratica. Sarebbe il caso che il comune di Caltagirone si riappropriasse del Bosco di Santo Pietro che, per molti secoli, ha rappresentato il più importante cespite di ricchezza per la città grazie alle attività agro-silvo-pastorali che ad esso erano legate».

NEL 2016 IL RAMARRO, tramite un portale di crowdfunding, ha presentato un progetto di riforestazione finalizzato al ripristino dell’antico manto boschivo della macchia mediterranea, con l’impianto di mille piante autoctone forestali certificate – principalmente querce da sughero e non – accompagnato dal progressivo diradamento di pini ed eucalipti. Per salvare il bosco e riportarlo alla bellezza del passato il rimboschimento con essenze forestali è fondamentale. L’associazione chiede che altri contribuiscano, ad esempio le poche ma significative aziende vinicole, olivicole e di ortaggi presenti in zona che potrebbero destinare una percentuale di suolo delle loro proprietà alla piantumazione di specie tipiche della macchia mediterranea.

AL FIANCO DELL’ASSOCIAZIONE ci sono gruppi del mondo dello scoutismo e del volontariato, la locale Stazione consorziale sperimentale di granicoltura della Sicilia, il Cea (Centro di educazione ambientale) di Messina diretto dall’ingegnere Francesco Cancellieri, uno dei promotori della Carta dei comuni custodi della macchia mediterranea. Fra le varie iniziative, l’anno scorso in collaborazione con il vicino presidio dei No Muos, la presentazione di un libro di Aurelio Angelini e Massimo Scalia riguardante i campi elettromagnetici del Muos e i loro effetti. Il controverso sistema di telecomunicazioni satellitari della Marina militare degli Stati Uniti ha sventrato una collina all’interno della Riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi, che come il Bosco di Santo Pietro è un Sito d’interesse comunitario.

Caltagirone, tra due famiglie scoppia una rissa. Cinque persone arrestate. Una ricoverata in Ospedale

I carabinieri di Caltagirone, con i colleghi di Mirabella Imbaccari e coadiuvati, come riporta catania.meridionews.it,  dal personale della Compagnia di Caltagirone, hanno arrestato un 35enne, un 76enne e una 29enne, tutti appartenenti allo stesso nucleo familiare, per tentato omicidio aggravato in concorso, rissa aggravata e lesioni personali, e un 48enne e la consorte 40enne, anch’essi calatini, ritenuti responsabili di rissa aggravata e lesione personale.

La lite è degenerata al punto che il 35enne, col concorso dei due familiari, ad un certo punto ha estratto un coltello sferrando un colpo contro un 52enne appartenente all’altra famiglia.

La vittima, immediatamente soccorsa dai sanitari del 118, è stata subito trasportata all’ospedale Gravina e Santo Pietro, da dove, a seguito del peggioramento del quadro clinico, è stata successivamente elitrasportata all’ospedale Cannizzaro di Catania rimanendo ricoverata in prognosi riservata ed in pericolo di vita.

Nel corso dei successivi accertamenti i militari hanno accertato che i familiari della vittima hanno reagito energicamente alla rissa colpendo le controparti con diversi oggetti contundenti, che sono stati rinvenuti e sequestrati.

Anche gli altri partecipanti alla colluttazione sono stati trasportati e medicati all’ospedale di Caltagirone: rispettivamente il 35enne perché riscontrato affetto da ferite multiple e contusioni sparse al volto ed al tronco, ferite da taglio alla regione sopraciliare sinistra e ascellare sinistra, venendo giudicato guaribile in 21 giorni, mentre alla 29enne è stata riscontrata una frattura del volto e del cuoio capelluto giudicata guaribile in 21 giorni ed al 48enne è stato riscontrato un trauma cranico minore con escoriazione frontale destro e occipitale sinistro, escoriazione gomito sinistro, ecchimosi avambraccio sinistro ed escoriazioni guaribili in 5 giorni.

Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati ristretti ai domiciliari, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

Roma, fermato a Ostia ladro di macchine per il caffè

I carabinieri della compagnia lidense di Roma, al termine di un’accurata indagine, hanno fermato e tratto in arresto un ladro che poche ore prima aveva derubato un punto vendita Bialetti situato in via delle Baleniere, nel quartiere di Ostia.

Il malvivente, un 31enne pregiudicato residente nella zona, si era introdotto nell’esercizio commerciale tramite effrazione della vetrina, sottraendo alcune macchine per il caffè.

I militari, grazie alle riprese effettuate dai dispositivi di videosorveglianza presenti nel quartiere, sono riusciti ad identificare ed individuare il criminale, che è stato bloccato e condotto presso il Tribunale di  Roma per l’udienza di convalida.

Signore Soccorso: tra storia e devozione

 

In questi giorni di fine estate la nostra comunità cittadina è in grande mobilitazione con i pellegrinaggi di tutte le comunità parrocchiali al “Santuario SS. Crocifisso del Soccorso”

Un momento di grande fede e spiritualità anche grazie a dei momenti forti come quello dei pellegrinaggi notturni che percorrono l’intera strada che dall’ ingresso nord di Caltagirone vanno giù per svariati chilometri fino all’ ingresso del Santuario e si concludono con la celebrazione eucaristica alle prime ore dell’ alba

La storia di questo santuario molto amato da tutti i calatini, nasce il 1° gennaio del 1708, quando un agricoltore Antonio Centorbi, ritrova tra i ruderi della chiesetta della Madonna del Soccorso, l’immagine del Santissimo Crocifisso.

l’immagine dipinta ad olio su pietra, raffigura Santa Brigida genuflessa ai piedi del Cristo Crocifisso. Sul luogo del ritrovamento, alla fine del 1700, fu eretta una chiesa progettata dal Bonajuto.

Da quel momento il piccolo santuario divenne punto di riferimento per la spiritualità dei calatini.