Oggi, 17 novembre, ricorre la Giornata internazionale del gatto nero.
Come ben si sa, i gatti neri hanno una cattiva fama in molti Paesi, come in Italia, dove sono associatici alla sfortuna e alla malasorte. Una bolla di papa Gregorio IX del 1233, ad esempio, li dichiarò strumenti del diavolo, dando il via a una vera e propria persecuzione durante tutto il Medioevo.
Ci sono paesi, però, in cui il gatto nero è da sempre simbolo di buon auspicio, come in Giappone, ad esempio. In Egitto, poi, la divinità Bastet era rappresentata proprio da un sinuoso gatto nero e già ai tempi il felino domestico era tutelato da leggi severissime. Le giovani donne egizie, inoltre, portavano amuleti a forma di gatto contro l’infertilità e dopo la morte l’animale veniva anche imbalsamato e sepolto in tombe sacre.
La Giornata del gatto nero è stata istituita proprio per dire basta alle superstizioni legate al loro pelo e celebrare questi gatti che, molto spesso ancora oggi, fanno più fatica ad essere adottati e a trovare una famiglia che li accolga proprio a causa del loro colore. In Gran Bretagna si celebra il 27 ottobre, negli Stati Uniti il 17 agosto, in Italia il 17 novembre è stata stabilita un venerdì 17, non a caso, per riabilitare la reputazione dei gatti dal manto nero, oggetto di credenze popolari ingiuste e ingiustificate.